Copertina 7

Info

Anno di uscita:2016
Durata:27 min.

Tracklist

  1. DEATH BY LOBOTOMY
  2. FALLS FROM GREY
  3. MEZCAL
  4. PUT YOUR FINGER INSIDE
  5. SEVEN
  6. STILL LAYING
  7. THE SOLUTION

Line up

  • J.P.: vocals
  • Riku: guitar
  • Bone: guitar
  • Fede: bass
  • Nik: drums

Voto medio utenti

Gli Under Static Movement arrivano dalla zona di Cremona e Piacenza, hanno all’attivo altri due Ep e suonano metal alternativo, tra scorie nu, brandelli di post-grunge e squarci hardcore.
Nulla di nuovo? Vero.
Poca soddisfazione? Falso.
The mirror” è un dischetto assai intenso e godibile, mescola, volendo semplificare leggermente i termini della questione, Godsmack, Trivium, Avenged Sevenfold, Tool e Machine Head, ma lo fa aggiungendo parecchia tensione espressiva alle composizioni, trasformate in monoliti di groove da musicisti dotati di una preparazione tecnica di sicuro non banale.
Ciò detto, aggiungiamo che oggi, nella convulsa e costipata scena musicale internazionale, non basta “suonare bene” ed è sempre più necessario trovare una qualche chiave di “distinzione” che possa scardinare i sensi di un pubblico travolto da un’abnorme offerta e caratterizzato da una forma di superficialità (ahimè) abbastanza diffusa.
E allora diciamo che, in questo senso, gli Under Static Movement hanno bisogno di lavorare ancora sulla propria formula creativa, variando maggiormente un canovaccio sonoro attualmente molto solido e d’impatto, e tuttavia un po’ stagnante.
Cercare di andare “oltre” correndo magari qualche rischio in più, è l’unico suggerimento che mi sento di recapitare a questo possente quintetto italico, già capace di scatenare fiotti imperiosi di adrenalina con pezzi come “Death by lobotomy” (inquieta e caliginosa), “Mezcal” e “Put your finger inside” (ipnotiche e stranianti) e “The solution” (solenne e catartica), ottimi punti di partenza per evolversi in qualcosa di veramente “impressionante” e identificabile.
Concludiamo con un plauso particolare alla voce duttile, densa e graffiante di J.P. e con un grosso in bocca al lupo a una band che ci “costringerà” molto presto, ne sono convinto, a utilizzare termini ancora più lusinghieri ed entusiastici per valutare il suo lavoro.
Recensione a cura di Marco Aimasso

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