Copertina 8

Info

Genere:Heavy Metal
Anno di uscita:2016
Durata:49 min.
Etichetta:Sliptrick Records

Tracklist

  1. ODE TO THE MIGTHY SUN
  2. NEW FRONTIER
  3. HAUNTED
  4. 325 A.D.
  5. WHITE LINES
  6. OMNIA SUNT COMMUNIA
  7. INLAND VIEW
  8. DESPERATE HOPES
  9. NEW DAWN'S EVE
  10. BLUES ON THE VERGE OF APOCALYPSE

Line up

  • Ilija Riffmeister: vocals, guitars
  • Mark Simon Hell: guitars
  • Markey Moon: bass
  • Frank Bardy: drums

Voto medio utenti

Bella sorpresa questi Tytus.
Una nuova band, dalle solide radici come vedremo poi, che guarda al più classico Heavy Metal. Quello senza troppi fronzoli, con belle canzoni, in grado di sprigionare energia e personalità.

I quattro musicisti che ne fanno parte non sono dei novizi, ma veterani che hanno bazzicato la scena musicale per anni, anche se spesso e volentieri lungo altri territori, come l'Hardcore e soprattutto il Garage / Punk Rock che aveva caratterizzato i Gonzales, dalle ceneri dei quali tre di anni fa sono risorti a nuova vita i Tytus.

Lasciata scorrere l'intro "Ode to the Migthy Sun" spetta a "New Frontier" delineare quello che dobbiamo aspettarci da "Rises": mettete in un minipimer i vecchi vinili di Thin Lizzy, Judas Priest, Black Sabbath, W.A.S.P. e Iron Maiden, e dopo qualche giro tra quelle lame affilate il risultato sarà tutto ciò che trovate nel sound dei Tytus.
Ma non bisogna guardare ai Tytus come ad un gruppo di nostalgici o, peggio ancora, pensare ad una tribute band, infatti, episodi come "Haunted", "325 A.D." o la maideniana "Omnia Sunt Communia", ci consegnano una realtà (nazionale, dato che arrivano da Trieste) di carattere, energica e coinvolgente.
Lo sottolineano andando a sfogliare il manuale del perfetto metalhead, e mettendo così in campo una prestazione solida e arcigna, tanto sul piano strumentale quanto nel comparto vocale, con la voce potente e ruvida (qualcosa tra Di'Anno, Blackie Lawless e Peavey) di Ilija Riffmeister a completare il tutto.
Episodio a se stante la conclusiva "Blues on the Verge of Apocalypse", uno strumentale che si regge sulla simbiosi tra chitarre e tastiere, che va a richiamare i trascorsi dei Gonzales, che nel 2012 fecero uscire un EP dallo stesso titolo.
Resta ancora da segnalare che sul disco, registrato sotto la guida di Frank Bardy al Track Terminal Studio in Trieste e masterizzato ai Dead Air Studios negli USA da Will Killingsworth, sono presenti come ospiti il chitarrista Will Wallner (passato per i White Wizzard) e il cantante tedesco Conny Ochs.

Non sono certo i primi a farsi portavoce della R.W.O.H.M (Revival Wave of Heavy Metal), ma a mio parere i Tytus sono, assieme agli Züül, uno dei più convincenti ed avvincenti esponenti dell'intero movimento e, anche alla luce di tutti gli sforzi messi in campo, sembrano destinati a grandi cose.



I was born to review
Hear me while I write... none shall hear a lie
Report and interview are taken by the will
By divine right hail and write
Recensione a cura di Sergio 'Ermo' Rapetti

Ultime opinioni dei lettori

Non è ancora stata scritta un'opinione per quest'album! Vuoi essere il primo?

Ultimi commenti dei lettori

Inserito il 11 gen 2017 alle 17:49

il disco non lo so ma il pezzo è trascinante, me piace!

Inserito il 10 gen 2017 alle 16:20

Incuriosito e colmo di speranze, ho dato un'ascoltata al disco su spotify ma... non fanno per me :(

Inserito il 10 gen 2017 alle 14:18

Scusami Ermo, ma il pezzo linkato nun se pò prorio sentì..:)

Queste informazioni possono essere state inserite da utenti in maniera non controllata. Lo staff di Metal.it non si assume alcuna responsabilità riguardante la loro validità o correttezza.