Kylesa - To Walk A Middle Course

Copertina 7

Info

Genere:Heavy Metal
Anno di uscita:2005
Durata:40 min.
Etichetta:Prosthetic

Tracklist

  1. IN MEMORY
  2. FRACTURED
  3. TRAIN OF THOUGHT
  4. MOTION AND PRESENCE
  5. WELCOME MAT TO AN ABANDONED LIFE
  6. BOTTOM LINE
  7. EYES CLOSED FROM BIRTH
  8. SHATTER THE CLOCK
  9. PHANTOMS
  10. CRASHING SLOW

Line up

  • Phillip Cope: guitar, vocals, samples
  • Laura Pleasants: guitar, vocals
  • Corey Barhorst: bass, vocals, samples
  • Brandon Baltzley: drums

Voto medio utenti

Il nero puzzle raffigurato in copertina può fornire una buona immagine di ciò che si trova nell’album dei Kylesa, quartetto statunitense di Savannah.
Una esplorazione del lato oscuro dell’heavy, della zona negativa dove un ultra-metal cupo e sinistro alla High on Fire và a braccetto con lo sludge rugginoso dei Southern Lord, un mammouth-sound che incorpora anche cenni di tribalismo ritmico visti ad esempio con gli Axehandle. Atmosfere di rabbiosa disperazione, gelidi tentacoli di tenebra che si infiltrano tra le pieghe dei brani rendendo l’impatto ancora più obliquo, ma anche un sordido e primitivo senso del groove che riconduce ad altri paladini dell’eccesso come Mastodon, Alabama Thunderpussy o Kaptain Sun.
I Kylesa seguono una strada aperta da altri ma lo fanno con discreta autonomia, ad esempio elaborando incroci vocali di ben tre cantanti (due uomini, una donna) che si alternano, si accavallano, si spartiscono le strofe con tonalità al vetriolo e buona fantasia di soluzioni, oppure variando spesso la pressione sull’accelleratore in modo da ottenere canzoni non lineari dallo sviluppo contorto e frastagliato.
Si colgono riferimenti ad una certa cerebralità alla Neurosis, vedi soprattutto “Phantoms”, con esplosioni di nera violenza alternate a leggeri passaggi ambientali, altri episodi come “Fractured” coniugano invece ritmiche dirette e schizofreniche con oscuri riffs Sabbathiani, ed ancora altri esaltano gli aspetti sludgy grazie a rallentamenti monolitici e distorsioni ai confini del noise, in particolare l’infernale “Train of thought”, forse la più rappresentativa dell’intricato songwriting di questa formazione.
Dunque un lavoro interessante, consigliabile a chi negli ultimi tempi ha seguito le uscite di Soilent Green, Raging Speedhorn, Mistress o degli altri gruppi citati, tutti collegabili per qualche caratteristica ai Kylesa. La band americana si rivela una promessa da seguire con attenzione, perché nel loro disco sono evidenti le basi per risultati ancor più ambiziosi.

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