Copertina 8

Info

Genere:Death Metal
Anno di uscita:2015
Durata:non disponibile
Etichetta:Nuclear Blast
Distribuzione:Audioglobe

Tracklist

  1. A NEW DAY WILL RISE
  2. THEY CAME TO DIE
  3. DEFENDERS OF MIDGARD
  4. WHERE IS YOUR GOD NOW?
  5. THE BOLT THROWER
  6. LET THE HAMMER FLY
  7. WHERE CHURCHES ONCE BURNED
  8. LAND OF THE THOUSAND LAKES
  9. DAWN OF THE NINE
  10. WELCOME THE SON OF THOR!

Line up

  • Johnny Hedlund: bass, vocals
  • Fredrik Folkare: guitar
  • Tomas Olsson: guitar
  • Anders Schultz: drums

Voto medio utenti

Per onestà devo ammettere che tra i masters of death made in Stoccolma, tra il dissacrante sqadrone della morte composto da Dismember, Entombed, Grave e Unleashed, la band di Hedlund ha sempre avuto per me un posticino più rilevante. Non che gli altri protagonisti della scena siano di poco conto, però, vuoi per attaccamento affettivo, vuoi per una qualità dei lavori costantemente alta e mai deludente (Hell's Unleashed non lo conto), gli Unleashed hanno un qualcosa in più. Svelato il mio fanboysmo di cui non frega nulla a nessuno, veniamo a parlare di questo Dawn Of The Nine, ennesimo disco a cadenza regolare, ennesimo disco che dici "ah però!", con la differenza che stavolta l'esclamazione completa è "Minkia! Hai capito 'sti vecchiacci!".

Svestendo i panni dell'interlocutore da pub e cercando qualche briciolo di serietà, devo ammettere che nonostante confidassi in un album degno del nome della band, mai mi sarei aspettato un (altro) disco così convincente e per diverse ragioni "fresco", da un gruppo di vichinghi il cui capitano si avvicina al mezzo secolo di vita. Fresco perché Dawn Of The Nine è ispirato, ha pezzi ben distinguibili e porta con se influenze black metal e doom che soffiano una fresca brezza attorno al classico trademark della band, ulteriormente impreziosito da un ottimo riffing e soli classicamente metallici.
Non dovete avere fretta nel valutarlo, ma soprattutto, dovete ascoltarlo tutto per bene e non un solo pezzo.

È un disco che cambia faccia, si evolve, e se la partenza epica e maestosa di A New Day Will Rise non sembra esplodere, se la seconda They Came to Die sembra un po' banalotta nonostante incorpori al 100% le caratteristiche del gruppo, è da qui in poi che il viaggio si fa interessante. Defenders of Midgard inizia con il vento che sbuffa su una marcia minacciosa, prima che parta un mid-tempo oscuro, quasi cinematografico nel suo incedere. La prima perla arriva poi con Where is Your God Now, pezzone feroce, nero e melodico allo stesso tempo che colpisce con un attacco in blast-beat dal sapore black con leggere tastiere a supporto, poi si snellisce un po' ed il classico suono Unleashed prosegue legato a doppio filo con un riffing gelido che rimanda a Dessection e Naglfar e relative dissonanze, assolo pulito ed il supporto di una seconda linea di chitarra spostata di una terza dalla principale creando un effetto di sdoppiamento tutto da godere. È poi tempo di groove assoluto con il basso slabbrato di The Bolt Thrower che ospita un assolo ed una parte finale melodica molto interessanti. Let The Hammer Fly è un'altra bomba (forse il brano migliore) in cui il trademark Unleashed si mescola a tratti con pennellate black, a metà rallenta e si fa ancora più atmosferica nel finale. Arrivano poi l'epica e sinistra Where Churches Once Burned seguita da Land of The Thousand Lakes e le corde del basso ti prendono a schiaffi mentre la bruma cala sulla terra dei mille laghi in un denso e cupo up-tempo scapoccione condito da un lead guitar prolungato. Siamo verso la fine ma c'è ancora spazio per la lenta ed oscura title track, quasi doom, in cui Hedlund più che cantare sputa frasi digrignando i denti e dove, prima che il brano si ammosci, si insinua un'accelerazione con annesso assolo molto classic metal. L'ultima Welcome The Son of Thor, nonostante il titolo altisonante, è "solo" una canzone abbastanza ordinaria col marchio della band impresso a fuoco.

Disco vario e curato dunque, che ospita atmosfere difficilmente descrivibili a parole e che prosegue il sentiero della contaminazione con elementi black e doom intrapreso con i precedenti Hammer Battalion e Odalheim. Signori, sapete cosa vi aspetta. Roteate vorticosamente i vostri Mjöllnir e spiccate il volo verso nord.

Recensione a cura di Francesco Frank Gozzi

Ultime opinioni dei lettori

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Ultimi commenti dei lettori

Inserito il 24 apr 2015 alle 18:39

Finalmente l'ho ascoltato... Come da previsione, un disco in più nella loro discografia tutto qui... Cmq rispetto massimo per una band che porta avanti il suo discorso da oltre due decenni con una coerenza incredibile

Inserito il 23 apr 2015 alle 11:38

Buon disco davvero, non annoia e si lascia ascoltare senza difficoltà. Mi danno sempre l'impressione che compongano l'intero album in una settimana scarsa...

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