Copertina 7

Info

Genere:Heavy Metal
Anno di uscita:2015
Durata:48 min.
Etichetta:Killer Metal Records

Tracklist

  1. KNIGHTS OF DRAGON'S DEEP
  2. THE LONGEST JOURNEY
  3. WINDS OF THE STORM
  4. MANLY WITNESS
  5. HAZE OF THE BATTLEFIELD
  6. KILL TO DIE
  7. DEN OF THE WOLF
  8. LIGHT THIS CITY
  9. THE CLOUD KINGDOM
  10. SHATTERED SKIES

Line up

  • Pontifex Mortis; bass
  • Dr. Vitus : drums
  • Asian Metal: guitars
  • Killius Maximus: guitars
  • Fang VonWrathenstein: vocals

Voto medio utenti

Ma che credibilità gli vuoi dare a dei pseudo-cosplayer così?
Immagine


"We are the most metal band on earth!"


E invece...
E invece sono rimasto sorpreso dalla bontà della proposta dei Lords Of The Trident che, a dispetto di un immagine non proprio vincente e di un primo disco aberrante, si presentano all'appuntamento col terzo sigillo in studio in forma smagliante. Non strappate dalla vostra cute altri follicoli perché non è il caso, abbiamo a che fare con un onesto e classico heavy metal di buona fattura, niente di per cui aggravare la vostra alopecia ma il miglioramento di questi cinque ragazzi del Wisconsin ha dell'incredibile.
Giuro, non sto scrivendo mentre sono dal barbiere.
Evitando di prendere ad esempio una sola formazione e diventarne un tributo, i Lords Of The Trident scelgono un suono che pesca dal metallo più classico degli anni '80, senza concessioni a speed, power, thrash o altro, sono "semplicemente" l'attualizzazione del suono classico per antonomasia, senza cadere nella nostalgia, quindi senza produzione finto-vecchia, anzi, i suoni sono pieni, potenti e curati.
Se dovessi fare un nome, direi assolutamente Hammerfall.
Per lo più i brani sono dei mid tempo e degli up tempo dotati di buone melodie e linee vocali trascinanti e, senza che nessuno sia il re del proprio strumento, i cinque riescono a piazzare uno dietro l'altro pezzi distinguibili e gustosi. Questi americani non sono esenti da critiche, soprattutto quando si tratta di pestare sull'acceleratore tutti i limiti del cantante si fanno notare ed il suo timbro sicuro diventa un miagolio stentato ma, a parte qualche situazione, la band sa essere compatta e sicura dei propri mezzi. Buona, inoltre, la scelta di spezzare il disco con una traccia più epica e lenta, parlo di Haze of The Battlefield che inizia quasi bluesy per poi crescere in potenza e phatos, in questo modo Frosburn risulta un disco assai piacevole e non scontato. I pezzi con i muscoli sono Light This City, Winds of The Storm ma molti brani portano in dote ottimi riff e soluzioni vincenti.
Valida scoperta e buon "diversivo" tra ascolti più impegnati.

Recensione a cura di Francesco Frank Gozzi

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Inserito il 02 mar 2015 alle 18:50

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