Copertina 8

Info

Anno di uscita:2013
Durata:47 min.

Tracklist

  1. THE HOLE
  2. GIRL SHAPED SHELL
  3. DRIVER
  4. MAIL RECEIVED AT 4 AM
  5. VIRAL
  6. THE DAY WE MET ON THE STAIRCASE
  7. WATER ON THE SUN
  8. ARMCHAIR
  9. TEN YEARS IN ONE DAY

Line up

  • Pietro Beltrami: vocals, keyboards, piano, beats
  • Marcello Lega: guitar
  • Michael Fortunati: guitar, vocals
  • Daniele Brolli: bass
  • Federico Merli: drums
  • Daniele Beltrami: cello
  • Francesco Saccullo: additional beat

Voto medio utenti

Riuscite ad immaginare una magmatica fusione tra Police (anzi, qualcosa mi dice che se non si fossero prematuramente sciolti oggi i favolosi sbirri britannici suonerebbero più o meno così … altro che Fiction Plane & C. …), Radiohead, Simple Minds, NIN, Porcupine Tree, Faith No More, Coldplay e Joe Jackson? E soprattutto, potete accettare che un gruppo capace di tale miracolo artistico sia ancora privo di un prestigioso contratto discografico?
Beh, nella speranza che il secondo degli interrogativi venga immantinente invalidato dal corso “naturale” degli eventi, v’invito caldamente, qualunque sia stata la risposta alla prima domanda, al contatto immediato con i Tryptamin, una brillante formazione piacentina di rock “a geometria variabile”, per cui i limiti stilistici non sembrano esistere, e proprio per la “natura onnivora” (come dichiara la bio della band) dei suoi membri, evidentemente (e fortunatamente …) incapaci di affidarsi a soluzioni espressive già ampiamente codificate e prestabilite.
In “Monday hangover”, il primo full-length del gruppo (seguente ad un paio di Ep), alternative, shoegaze, new-wave, metal, pop, jazz ed elettronica convivono, s’intersecano e si completano vicendevolmente con impressionante disinvoltura, sostenuti da un’impeccabile perizia tecnica, da un’inventiva e da un’ispirazione melodica di elevatissimo livello, a comporre un mosaico sonoro sempre pulsante e sorprendente, oltre che emotivamente appagante.
Non c’è istante, nei quarantasette minuti di durata dell’opera, che non ostenti questa non comune scintilla creativa, non c’è brano, nei nove dell’appassionante programma, che non colpisca con incessanti sollecitazioni sensoriali, raffinate, avvolgenti, intense e prepotenti.
Ogni eventuale citazione specifica appare, pertanto, abbastanza accessoria, cosa che comunque non m’impedisce una veloce dissertazione singola, cominciando dalla suggestione irresistibile garantita da “The hole”, passando per le oscillazioni liquide di “Girl shaped shell”, per l’ingegnoso gusto mainstream del singolo “Driver”, dell’enfatica “Water on the sun” e della ritmata “Armchair”, per poi finire, dopo i sussulti funky-blues di “Viral”, nelle braccia amorevoli della sublime “Mail received at 4 am”, della forbita "The day we met on the staircase” e della notturna e iridescente “Ten years in one day”, autentiche chic-erie da intenditori.
“Monday hangover” è una boccata d’aria fresca, un album estremamente intelligente, che è anche, non vi spaventate, assolutamente coinvolgente e avvincente.
Grande disco. Grande gruppo. Gran bella sorpresa.
Recensione a cura di Marco Aimasso

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