Copertina 4,5

Info

Anno di uscita:2004
Durata:46 min.
Etichetta:Black Lotus
Distribuzione:Audioglobe

Tracklist

  1. INTRO
  2. INTO THE FUCKING DEATH
  3. IRAQ ORA 0
  4. PSEMA
  5. FOTIA
  6. DOLOFONOI
  7. OI OPADOI
  8. SKATOKOSME
  9. H PRODOSIA TIS ANTHROPOTITAS
  10. O TROMOS TIS EXOUSIAS

Line up

  • Nikos: vocals, guitars
  • Emi: vocals, guitars
  • Panayiotis: bass
  • Takis: drums

Voto medio utenti

Leggendo la biografia degli Olethrio Rigma (senza averli mai ascoltati) si può pensare di avere a che fare con un gruppo molto esperto e rodato, non solo perché la sua nascita risale alla fine degli anni ottanta, ma anche perché i suoi componenti vengono descritti come dei veri e propri "veterani" della scena metalcore greca (pare addirittura che siano stati tra i primi a suonare musica di quel tipo nel loro paese!). Tra l'altro gli OR hanno all'attivo la pubblicazione di ben quattro album, per cui mi aspettavo qualcosa di buono da questa nuova "fatica", che invece è risultata davvero molto deludente! Il fatto è che, a eccezione della prima traccia (uno strumentale dalle sonorità granitiche e pesanti che mi aveva fatto sperare bene), un po' tutti i pezzi sono quanto di più piatto e scontato mi sia capitato di sentire in questi ultimi mesi... Se non avessi letto le note biografiche avrei pensato che si poteva trattare di una band composta da musicisti alle prime armi, con poche idee e poca inventiva, e tutto sommato non me la sarei sentita di "bocciarli": le cose però non stanno così, e quindi non posso che parlar male di questo quartetto, che evidentemente in tanti anni di militanza nella scena ha imparato davvero poco o nulla... Come dicevo i brani sono molto prevedibili e monotoni, con strutture troppo semplici e banali: il genere di riferimento è un hardcore fortemente influenzato dal metal, ma in questo caso le componenti più tipiche di tale stile musicale (come il dinamismo e il grande impatto sonoro) sono ridotte al minimo. Un commento a parte lo meritano senz'altro le vocals, che contribuiscono parecchio all'insuccesso del disco: passi per quelle maschili, piuttosto brutali e aggressive, ma quelle femminili proprio non si possono sopportare. Il brutto è che esse sono presenti in tutte le canzoni e si alternano spessissimo a quelle del cantante/chitarrista Nikos: in poche parole sembrano fatte apposta per disturbare e irritare il povero ascoltatore, già abbastanza tediato da riff e ritmiche di infima qualità... Un'uscita davvero inutile insomma, di quelle da evitare come la peste!
Recensione a cura di Angela 'Grendel' Benemei

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