Copertina SV

Info

Anno di uscita:2013
Durata:12 min.
Etichetta:Nuclear Blast
Distribuzione:Audioglobe

Tracklist

  1. HOPE
  2. THE KING OF SILENCE
  3. LET THESE WORDS LAST FOREVER

Line up

  • Kyle Pavone: clean vocals, keyboards, synthesizer
  • David Stephens: rhythm guitar, raw vocals
  • Joshua Moore: lead guitar
  • Brian "Lou" Cotton: rhythm guitar
  • Eric Choi: drums
  • Andrew Glass: bass

Voto medio utenti

Dopo il loro secondo album "Understanding What We've Grown to Be", il primo per la potente semiindie Nuclear Blast, è la volta di questo singolo intitolato "Hope" per gli statunitensi We Came as Romans, una delle formazioni metalcore più giovani (quasi tutti nati intorno al 1990...) che ha scalato davvero in brevissimo tempo le classifiche di vendita dell'ormai unico sottogenere metal che vende insieme a quello gothic.

Se le premesse per il prossimo full length sono quelle espresse in questo "Hope", temo proprio che ci sarà un futuro assai radioso per questi cinque ragazzini del Michigan poichè rispetto al passato è scemata la componente "core" ed è salita vertiginosamente la componente pop, con ritornelli davvero al limite del bambinesco, così easy e catchy che è letteralmente impossibile che non facciano presa dopo mezzo ascolto.

Il problema è che con questo appiattimento, fatto di linee vocali elementari e coretti punk alla Mtv con la voce da bambinetto del buon Kyle Pavone (cercato scientemente, mi rendo conto, e fanno bene se gli permette certe cifre), i brani sono pressochè identici, e mentre scrivevo questa recensione più volte mi è capitato di scambiare i tre brani tra loro... ma questo non cambierà nulla, il tiro alla P.O.D. era "Satellite" che ha la title track gli spianerà ancora di più il successo.

Diversi dai pur melodici Bury Tomorrow, meno schizzati e furiosi dei Bring Me the Horizon o degli Asking Alexandria, lontani anni luce dal metalcore più furioso stile Confession, i We Came As Romans rappresentano l'anima più sputtanata e commerciale del metalcore a presa rapida, con tutti i suoi pregi (commerciali) ed i suoi difetti (artistici, "metallicamente" parlando).

Capelli corti, abbigliamento ed atteggiamento alla Toby Maguire quello sfigatino triste di Superman, saltini e mossettine alla Blur... ma, a conti fatti, ma dove sta il metal qui dentro?
Beati loro che hanno capito tutto a 15 anni.

Recensione a cura di Gianluca 'Graz' Grazioli

Ultime opinioni dei lettori

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Ultimi commenti dei lettori

Inserito il 16 feb 2013 alle 18:07

Questi fan davvero cagare..

Inserito il 12 feb 2013 alle 01:05

"che ha scalato davvero in brevissimo tempo le classifiche di vendita dell'ormai unico sottogenere metal che vende insieme a quello gothic." Praticamente vende solo la fuffa della fuffa? Di metal "onesto" niente? Andiamo bene...

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