Copertina 7,5

Info

Genere:Heavy Metal
Anno di uscita:2012
Durata:51 min.
Etichetta:She Wolf Records

Tracklist

  1. MY SLEEPING BEAUTY
  2. DILEMMA
  3. NERO'S FIRE
  4. APOCALYPSE IN THE LIVING ROOM
  5. THE SIREN SONG
  6. DREAMS DIE FIRST
  7. STAND OR FALL TOGETHER
  8. IN SPITE OF DESTINY
  9. MYSTIC AS TAROT
  10. CHAINLESS SLAVES

Line up

  • Ace Alexander: vocals
  • Max Cipicchia: guitars
  • Saverio "Shining" Principini: bass
  • Jan D'Amore: drums

Voto medio utenti

Quando, nel 1985 misi le mani sul loro MLP "The Long Loud Silence" non solo mi ero entusiasmato nel vedere accostato dell'ottimo Heavy Metal ad un immaginario legato all'Antica Roma, ma ero assolutamente convinto che gli Astaroth non potessero mancare all'appuntamento con la loro affermazione in campo Metal.
Per cercarla qualche anno dopo si trasferirono anche negli States, a Los Angeles, purtroppo con ben poca fortuna, infatti, seppur riaffacciandosi sporadicamente sulla scena, gli Astaroth non erano poi riusciti a dare un seguito alla loro prima uscita ufficiale.

Perlomeno fino ad ora.

Infatti, vede finalmente la luce il loro primo album, dalla lunga gestazione e sul quale ritroviamo solo due dei musicisti che avevano suonato su "The Long Loud Silence": il chitarrista Max Cipicchia ed il bassista Saverio "Shining" Principini, cui si sono uniti il batterista Jan D'Amore (ormai già da anni) e più recentemente un giovane cantante americano, Ace Alexander, che proprio con il suo arrivo ha permesso di portare a termine questo "The End of Silence", dove si è reso autore di una buona prova, una voce meno personale ma anche più pulita ed aggraziata rispetto a quella di Bob Cattani.

Per quanto le origini dei brani risalgano alla fine degli anni '80, non mi aspettavo certo che "The End of Silence" ci riproponesse gli stessi Astaroth di allora, tuttavia lo spirito del gruppo è piuttosto evidente, anche perchè si sono evitate pericolose sbandate a favore di soluzioni troppo moderne e/o melodiche, sulle quali sono talvolta incappati altri comeback.

Da "My Sleeping Beauty" fino a "Chainless Slaves", gli Astaroth si destreggiano con un Metal tanto robusto quanto vario, pur meno graffiante ed ingenuo rispetto ai quattro pezzi inclusi su "The Long Loud Silence", con le influenze primordiali Speed & Heavy stemperate da un approccio più ponderato e - perchè no - maggiormente elegante, con l'ottimo guitarwork di Max Cipicchia sempre in evidenza, anche se nel complesso sembra mancare un po' di spontaneità, comunque giustificato da quella che è stata la genesi dell'album.

Ora non possiamo che augurarci che gli Astaroth diano continuità alla loro produzione discografica.
Un ritorno vincente dai ... Campi Elisi!

Well, it's a dirty job but someone's gotta do it
And it's a dirty review but someone's gotta write it ...
Recensione a cura di Sergio 'Ermo' Rapetti

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