Metal.it vs. Mainline

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Gruppo:Mainline

Ho voluto usare come titolo dell'intervista il nome che i ragazzi hanno utilizzato per rinominare il file con le domande, ovvero METAL.IT vs MAINLINE. Ovviamente trattasi di scontro fratricida, anche se non come quelli dei Cavalieri dello Zodiaco, volto a mettere in luce tutte le qualità non solo artistiche dei ragazzi torinesi. Andiamo quindi a leggere cosa ci hanno raccontato.

Come spesso capita, purtroppo, per le band italiane, in Italia non siete così famosi. Per i nostri lettori, chi sono quindi i Mainline? Che cosa suonate?
I Mainline nascono come band ufficialmente nel 1999, sotto le influenze della scena crossover, metal e hardcore di Torino, la città in cui viviamo. Io personalmente ho iniziato a suonare con i ragazzi nel 2002, nell’anno successivo uscimmo con il promo autoprodotto “Neurasthenic”, registrato da Daniele Giordana (un guru in ambito hardcore e metal, fonico live di Madball, Hatebreed, Agnostic Front, Obituary...). L’esperienza ci permise di muovere i primi passi nell’underground di Torino, e successivamente anche fuori dal Piemonte. A distanza di qualche anno le mie influenze più estreme e del chitarrista Diego portarono a una virata nel nostro sound, che, pur cercando di mantenere tutte le diverse influenze portate da ogni singolo membro della band, divenne più diretto e aggressivo. Suonammo praticamente ovunque per alcuni anni fino a quando riuscimmo a chiudere un deal con la label tedesca Dioxion Records nel 2007 e a incidere il nostro primo disco “From Oblivion to Salvation”. La produzione del disco venne affidata ad Ettore Rigotti, altro noto produttore in ambito metal, che ci permise di fare un buon passo avanti come sound e come immagine. Gli anni successivi passarono promuovendo il disco tramite alcuni tour all’estero (uno di questi di spalla ai Destroy the Runner), e tramite diverse date in Italia spesso di spalla a ottime band (Caliban, Misery Signals, Maroon, Your Demise, Alexisonfire, Twelve Tribes, Raging Speedhorn, Soil, e altri ancora). Dire cosa suoniamo in due parole mi viene difficile… Sicuramente non suoniamo pop!
Qual è la genesi del vostro moniker?
La band come ti dicevo ha iniziato a essere attiva nel 1999, il suo nome deriva da una vecchia canzone dei Full Devil Jacket, “Mainline” appunto… Era il tormentone del nostro cantante Maurizio.
"Azalea” segna il vostro ritorno sulla scenda dopo quasi 5 anni di silenzio. Come mai questa lunga pausa?
Tra i due dischi è passato del tempo, innanzitutto a causa del cambio di line-up: a Diego e Simo, rispettivamente chitarrista e bassista della band all’era di “From Oblivion To Salvation”, sono subentrati Flavio e Davide. Esauriti gli impegni promozionali del disco, tra tour, concerti e la ricerca di una nuova label dopo Dioxion per la ristampa del disco (realizzatasi in UK tramite Glasstone Records), ci siamo fermati e abbiamo cercato di trovare una nuova strada, imparando dall’esperienza fatta. Con l’ingresso di nuove teste e nuove idee nella band è divenuto necessario ridefinire le coordinate del progetto Mainline per trovare un’intesa musicale, ma restando comunque concreti, senza disattendere chi aveva apprezzato il nostro primo disco. Nel frattempo anche le nostre vite sono cambiate, da studenti e fannulloni (così vengono visti spesso coloro che tentano di vivere di musica) è diventato necessario avere anche un lavoro “serio” oltre alla musica per poter sopravvivere. Tutti questi cambiamenti, a livello umano e musicale, hanno richiesto tempo.
Perché “Azalea”?
Il nome dato al disco ha una storia particolare, legato innanzitutto alla nostra sala prove, luogo dove abbiamo composto le canzoni del disco. Azalea è il nome della palazzina in cui si trova lo scantinato dove abbiamo la nostra sala. L’azalea e’ una pianta particolare, molti la definiscono “Amore e Tormento” per via delle attenzioni necessarie a farla crescere “in cattività” in vasi e fioriere, rispetto a come cresce nel suo habitat naturale. Pensando alle difficoltà incontrate dalla band per produrre il disco, alle caratteristiche di questa pianta e al nome di sta palazzina dove proviamo, abbiamo deciso di battezzare il disco proprio col nome “Azalea”.
Avete scelto di produrre voi stessi il disco. Questa decisione ha motivazione prettamente economiche o c’è qualcos’ altro dietro, per esempio una maggiore libertà in fase creativa?
Ti direi che sono accadute entrambe le cose. Al termine delle registrazioni, il disco è stato fatto ascoltare in anteprima alle etichette che erano interessate al progetto Mainline, da alcune abbiamo ricevuto proposte potenzialmente interessanti, che però alla fine non abbiamo potuto accettare, reduci sia dalle esperienze con le altre indie con cui abbiamo lavorato in passato, sia coscienti degli impegni e delle scadenze che ci sarebbero state imposte.
L’idea di non avere il supporto di una label ci ha spaventato all’inizio, ma ci siamo convinti della scelta da fare mettendo sul piatto alcune considerazioni:
Primo - la libertà di poterti autogestire, svincolandosi da obblighi di qualunque genere che spesso, più che voluti dalla band, sono imposti da altri, e il più delle volte non per “nobili fini”;
Secondo - la possibilità di lavorare esclusivamente per se stessi e non “sotto padrone” in catena di montaggio, all’interno di un mercato discografico ormai problematico;
Terzo – nel corso degli anni abbiamo maturato qualche conoscenza tra gli addetti ai lavori (promoter, tour manager, distribuzioni...) tali da spingerci sulla strada dell’autoproduzione.
Ascoltando il disco ho notato un approccio maggiormente metalcore rispetto al passato, che vi vedeva impegnati parallelamente su sonorità affini al thrash/speed. Confermate?
I momenti più heavy e thrash erano sicuramente dovuti agli ascolti di quel periodo, a partire dalle idee di Diego, che era il principale compositore della band. Nel primo disco le varie influenze dei membri della band erano forse più nette e percepibili, eravamo più giovani e meno avvezzi al lavoro di gruppo: ognuno si muoveva individualmente, sviluppando nelle canzoni i propri “momenti” di protagonismo.
Nel nuovo disco tutto è più coeso e meno discontinuo, nessuno di noi e’ un fenomeno sul proprio strumento, è esclusivamente il lavoro di squadra a fare la differenza. La risultante di questi cambiamenti e’ un sound in cui direi che più che metalcore, thrash... è post rispetto all’hardcore, al metal, e a tutte le influenze della band.
E’ corretto dire che i Poison the Well siano la vostra maggior fonte di ispirazione o sono altre le band a cui vi sentite più affini?
I Poison The Well sono uno dei gruppi di riferimento del nostro cantante Maurizio, sono indubbiamente una band che ha influenzato molto il nostro modo di suonare. Personalmente ritengo altrettanto influenti sul nostro sound band come Twelve Tribes, Oh, Sleeper, Meshuggah, Mastodon. Ogni membro della band ha riferimenti diversi e ti risponderebbe a questa domanda citando altri gruppi.
Dal vostro punto di vista e dalle vostre esperienze, come vedete la realtà metal italiana?
Ammesso che una scena metal italiana sia mai esistita (forse in certi casi sarebbe meglio parlare di piccole realtà, quasi tutte votate a farsi conoscere per migrare all’estero), penso che di gruppi italiani validi e con le carte in regola ce ne siano molti: recentemente inoltre ci sono segnali di apertura verso band italiane anche da parte di label internazionali di un certo peso (Nuclear Blast, Century Media).
In che modo si evolverà in futuro il sound dei Mainline? E’ una domanda complicata ma..penso avrete almeno un’idea a riguardo.
Ci siamo interrogati e ci stiamo interrogando a riguardo da tempo, da quando abbiamo concluso le registrazioni di “Azalea”... Cercare di far previsioni su dove si andrà a finire è sempre riduttivo. Sinceramente penso che continueremo a cercare di migliorare la nostra proposta mantenendo intatta la nostra passione per la musica, unico motore in grado di mantenerci coerenti e credibili nel tempo.
Quali sono i gruppi che ascoltate più spesso?
E’ una domanda che potrebbe generare un elenco tendente all’infinito per ognuno dei membri della band! Personalmente i miei ascolti non seguono una logica, ora come ora sto ascoltando a ripetizione i dischi degli Alice in Chains e dei Soundgarden. Fino a qualche giorno fa alternavo nello stereo l’ultimo disco dei Mastodon con l’ultimo disco dei Whitechapel.
Avete già qualche progetto particolare per questo 2012? Qualche data di particolare importanza magari?
Al momento siamo concentrati sulla promozione del disco in Italia, a seguire all’estero. In programma nell’immediato ci sarà un tour in Europa assieme ai nostri amici Naera, alcune date anche in Italia, e appena possibile la realizzazione di un videoclip del singolo tratto da “Azalea”, “The Romantic End”.
Intervista a cura di Andrea Gandy Perlini

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