Sinner (Tom Naumann, guitars)

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Gruppo:Sinner

Da oltre vent’anni sulle scene, i Sinner tornano con un “There will be Execution” indubbiamente più aggressivo e violento. Di questo nuovo album e dell’attività live estiva della band ne parliamo con il chitarrista Tom Naumann, ritornato nei Sinner dopo un periodo di pausa.

Ciao Tom, parlami un po’ del nuovo disco e dei testi: non ho avuto modo di leggerli, puoi dirmi se c’è un concept dietro o sono slegati?
No, non c’è un concept che unisce assieme i brani; ci sono songs differenti tra loro, con testi altrettanto diversi, ognuno con una storia a parte. Non rivelo di più e lascio a te e agli ascoltatori la sorpresa, hehehe!

Si tratta sicuramente di uno dei lavori più aggressivi della discografia dei Sinner, sei d’accordo? Come mai questa scelta?
Sì, sono completamente d’accordo, perché ci sono canzoni brevi e molto heavy, diverse rispetto a quelle dell’ultimo album [“The End of Sanctuary”, nda] dato che lì c’erano anche pezzi di sette, otto minuti con tastiere, passaggi melodici, etc... In questo album invece ci sono canzoni corte, sui tre minuti di durata, con meno melodie e molta più aggressività, ma senza perdere di vista lo stile classico dei Sinner. Non è però che ci siamo imposti di scrivere brani “più heavy”; semplicemente abbiamo composto quello che ci piaceva, partendo dalle linee di chitarra che ci venivano fuori... Ci siamo accorti solo in un studio durante le registrazioni di come fosse uscito dannatamente heavy questo nuovo album!

Come sono nate dunque queste nuove canzoni?
Beh, non è che ci sia uno schema; a volte parto con un riff di chitarra, altre volte ho in testa una melodia per il ritornello, o un’idea in generale per il pezzo. Non sempre però riesco ad avere già un’idea chiara di come sarà alla fine il brano; con questi nuovo, come ti ho detto, mi ero accorto che erano heavy, ma non pensavo fossero così heavy! E’ stato in studio durante le registrazioni che sono diventate così, anche per via del cantato di Mat che è stato molto più aggressivo.

La produzione poi ci ha messo anche del suo, direi. Sei soddisfatto del lavoro che è stato fatto dietro al mixer?
Sì, sì, indubbiamente! Poi questa volta in studio è stato particolarmente divertente, abbiamo passato un sacco di momenti davvero belli insieme. Il disco poi suona bene... è stato suonato alla grande... yeah, sono decisamente soddisfatto!

Qual è invece il significato del titolo dell’album, “There will be Execution”?
Mah, quando abbiamo cominciato a scrivere i pezzi non avevamo bene in mente quale sarebbe stato il titolo del disco. Le canzoni di questo disco sono dannatamente pesanti... unisci questa cosa al fatto che per molta gente l'entrata di Fritz e Henry è stata una cosa fenomenale, anzi spettacolare oserei dire. E' come se fossero stati "condannati" a subire la potenza dei Sinner!! Capisci? Questo disco è pesantissimo, molto duro, questa line up spacca tutto! Il sound è un'esecuzione per l'ascoltatore. E per questo ogni volta che sarà suonato, "there will be execution".

Ma qual è il tema che sta dietro al testo della title-track?
Non so risponderti esattamente, la maggior parte dei testi li scrive Mat; è meglio che ognuno legga i testi e poi li interpreti come meglio crede. Per quanto riguarda “There will be Execution” potrei darti la mia interpretazione, ma non sarebbe la stessa di Mat che è quella che ha scritto quel testo.

Qual’è il tuo album preferito della discografia dei Sinner?
Mah, penso che ogni album rappresenti uno speciale momento della carriera dei Sinner... Mi piacciono molto “Judgement Day”, che ha canzoni davvero belle, e “The Nature of Evil”, ma devo dire che il nuovo disco ha qualcosa di diverso, anche perché si tratta dell’album con il quale ritorno dopo un periodo di pausa. Poi abbiamo una line-up davvero speciale, con Henry all’altra chitarra e con uno come Fritz Randow alla batteria... una “dream line-up” per me! Alla fine sembra banale, ma devo proprio dire che in questo momento il mio album preferito è proprio questo “There will be Execution”!

La canzone più rappresentativa dei Sinner odierni, secondo te?
Argh, è davvero difficile da dire, visto che abbiamo una carriera ventennale alle spalle! Forse direi “Born to Rock”, che è un canzone che ci piace ancora fare dal vivo. Se dovessi invece indicare qualche titolo dal nuovo album per i Sinner del 2003 direi “Higher Level of Violence”.

Trovi che si possa parlare, anche solo riferendosi all’ultimo decennio, di un’evoluzione del sound dei Sinner?
Sì, sicuramente. Abbiamo sempre cercato di maturare tentando nuove soluzioni, per non fare album in fila uno uguale all’altro; non ci piace auto-copiarci come fanno molte altre bands. In “There Will be Execution” abbiamo scelto di non inserire tastiere, di fare brani più corti, quindi si può dire che siamo cambiati rispetto al suo predecessore. Non so dire però se sarà questa la stessa direzione verso la quale ci muoveremo con il prossimo album; può darsi che torneremo, al contrario, a scrivere brani più lunghi, chi lo sa... L’importante è sempre mettersi alla prova e cercare di non ripetersi.

Il nuovo album uscirà anche in edizione limitata, composta da due cd; cosa troveremo nel secondo?
Nel secondo Cd ci sarà del materiale extra speciale, tra cui la cover versione di “Wherever I may Roam” dei Metallica, che è stata registrata per un album tributo. Ci saranno poi delle vecchie canzoni remixate e rimasterizzate.

Sì, sapevo della cover dei Metallica; dimmi un po’, che ne pensi della loro evoluzione e del loro sound attuale?
Beh, quando i Metallica hanno incominciato erano davvero e fottutamente heavy, noisy... Insomma, sono stati una band fondamentale del metal, con album grandiosi come... mmh, oddio, come si chiama quello con “Fight Fire With Fire”?

“Ride the Lightning”...
Sì, giusto, hehe, album come “Ride the Lightning” e “Master of Puppets”, anche se devo dire che mi sono sempre piaciuto fino al “Black Album” compreso; da quel disco in poi sono diventati sempre più commerciali. Prima dicevano “No, non noi facciamo nessun fottuto video” e ora siamo tempestati dai loro video in tv! I dischi poi non sono per niente belli, da Load a Reload, passando per quella cosa orchestrale che hanno fatto...

E come mai avete scelto proprio “Wherever I may Roam” come cover da riproporre? E’ stata una scelta vostra?
Oh, sì, c’erano altre cover possibili, ma abbiamo scelto quella e devo ammettere che non è stato per niente facile farla rendere come volevamo perché l’originale è un canzone davvero bella, con un suono ed una produzione altrettanto ottimi! Trovo infatti che il “Black Album” sia uno dei dischi con la migliore produzione di tutti i tempi all’interno del mondo del metal; ha più di dieci anni, ma ha una produzione fenomenale, ed è stato davvero difficile ricreare il feeling e le sonorità della canzone originale. Alla fine però ce l’abbiamo fatta e sono davvero soddisfatto del risultato finale!

Parlando della scena attuale, soprattutto in Germania, non trovi che ci siano troppe bands uguali l’un l’altra?
Sì, indubbiamente! E la colpa è soprattutto delle etichette... Quando abbiamo iniziato qualche anno fa con i Primal Fear non c’erano tutte queste band di “true metal”; poi sono usciti gli Hammerfall con il primo album e sono diventati abbastanza famosi, così come i Primal Fear... Le label allora hanno detto “wow, il true metal ora è trendy e fa tendenza!” e così hanno incominciato a produrre bands tutte uguali! Anche al di fuori del metal puro vanno così lo cose, come per esempio con il nu; sono uscite band quali i Linkin Park o i Limp Bizkit e subito le case discografiche hanno lanciato sul mercato una serie di gruppi fotocopia solo per fare soldi.

Non è più difficile così per una band come i Primal Fear?
Beh, sicuramente molti di questi gruppi spariranno non appena finirà il trend; per fortuna ci sono band quali i Primal Fear, gli Hammerfall, i Sinner, i Running Wild, i Manowar, anche se questi ultimi non sono tedeschi, che suonano quello che gli piace senza badare alle mode; suonano da anni quel genere perché gli piace, lo fanno e sempre lo faranno per i fan!

Bene, parliamo un po’ dell’attività live dei Sinner... Quest’anno sarete anche al Wacken, giusto?
Sì, esatto. Prima però suoneremo un paio di date con gli Hammerfall.

Solo in Germania?
Sì, solo in Germania, purtroppo...

Ma c’è qualche possibilità di vedervi dal vivo in Italia?
Guarda, c’è in ballo qualcosa, ma niente di confermato; so che Mat era stato contattato anche per il Gods of Metal, ma non mi sembra ci sia nulla di fissato per ora. Poi come hai detto quest’estate suoneremo al Wacken, al Summer Breeze e ad un altro festival... ma non mi ricordo il nome...

Avete già suonato in passato in Italia; cosa ricordi di quell’esperienza?
Sì, abbiamo suonato nel 1999 a Milano, di supporto ai Mr.Big. E’ stata un grande serata, mi ricordo che dopo il soundcheck abbiamo fatto una partita a calcio, con il risultato finale di quattro a quattro, hahaha! Comunque il pubblico italiano è spettacolare; ho suonato anche con i Primal Fear più volte, anche a Torino... tutti show stupendi, con un pubblico meraviglioso!!

Parlando sempre dell’Italia, conosci qualche band italiana che trovi particolarmente interessante?
Yeeeeah, of course! Hehehe! Conosco Labyrinth, With Skull, Death SS, Lucuna Coil e poi altre... mmh, assieme ai Labirinth ci sono...

Vision Divine, forse?
Yeah, anche! E poi, beh, i Rhapsody! Hehe, sì, questi li conosco bene! Comunque sono tutte buone band!!

Bene Tom, è tutto, grazie mille per l’intervista! Lascio a te l’ultima parola...
Grazie a te, un saluto a tutti i fans italiani! Ci vediamo a Wacken, così beviamo assieme della birra tedesca come si deve, altro che le vostre italiane! Hahahah! Ciao!!

Intervista a cura di Lorenzo 'Txt' Testa

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