Oceana: un viaggio nel tempo e nella musica

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Gruppo:Oceana

In occasione dell'uscita del debut "The Pattern", abbiamo avuto il piacere di fare due chiacchiere con Massimiliano Pagliuso, mastermind della band e già in forze nei Novembre. Ne è venuta fuori una chiacchierata tra le più piacevoli degli ultimi anni, con una persona musicale, sensibile e realmente innamorata di quello che fa. A voi le sue parole. Ma prima... Sigla!

Buongiorno Massimiliano, e benvenuto a Metal.it!

Ciao Sbranf, e intanto grazie per questa intervista!
Allora man, partiamo dai nomi, che io sono fissato coi nomi: "Oceana". Da dove viene? Se ti va, raccontaci un po' la storia della band...
Il nome Oceana viene dal titolo di una canzone dei The 3rd and the Mortal, un gruppo che adoriamo: curioso il fatto che il nome ci fu consigliato proprio da Carmelo Orlando (Novembre)...
Fico, quindi quando Oceana nacque, tu eri in una sorta di pausa dai Novembre?
No, è esattamente l'opposto: io nasco negli Oceana e, nel momento in cui mi è stato proposto di entrare nei Novembre, gli Oceana sono andati in stand-by.
Oh, ok... In qualche modo sei stato 'risucchiato' dall'altra band, che in quel momento aveva più mercato...
Esatto, tra l'altro ero il loro fan n.1!
Quindi se non sbaglio tu sei entrato su 'Arte Novecento'?
Esattamente, nel 1996.
E quindi, con gli Oceana avevi fato un demo e un EP proprio nel 1996... e poi? Come mai hai ri-tirato fuori Oceana proprio adesso? 'Merito' dei tempi della pandemia?
No, quando abbiamo risvegliato gli Oceana dal letargo la pandemia ancora non c'era: semplicemente l'amicizia tra me, Sancho e Gianpaolo ci ha portati una sera a ipotizzare la possibilità di registrare il nostro primo full-length e tutti e tre ci siamo detti "Perché non farlo?"
Yep, d'altronde, era una vostra creatura in letargo da decenni...
Esatto, poi la nostra amicizia risale al 1992, quindi siamo amici per la pelle.

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C'è una struttura 'cronologica' all'interno dell'album, i pezzi sono in tracklist esattamente nell'ordine in cui sono stati composti, anche a distanza di anni... Mi spieghi questa scelta?
Volevamo creare un "archivio" che permettesse ai vecchi e ai nuovi fans di comprendere l'evoluzione della band. Oltretutto questa decisione regala una struttura "in crescendo" all'album, cosa che ci intrigava non poco. Secondo me questa soluzione rende il disco più ascoltabile nonostante la lunghezza.
Concordo, e mi permetto di aggiungere: non temevi che il confronto tra le vecchie e le nuove composizioni avrebbe danneggiato le prime a scapito delle seconde, o viceversa? Dal mio punto di vista, rende il tutto molto affascinante ma inevitabilmente poco autoreferenziale, non so se riesco a spiegarmi..
Capisco perfettamente quello che intendi: siamo ben consapevoli del fatto che i primi quattro pezzi abbiano un sapore più "adolescenziale", ma secondo me è questo il bello, perché chi ascolta riceve involontariamente delle "immagini" e delle sensazioni che variano, di canzone in canzone, creando una sorta di storyboard che va quasi a raccontare la nostra vita, dall'adolescenza all'età adulta. Pensa che quando abbiamo iniziato avevo 16 anni ed ora ne ho quasi 44. Questo disco mi riporta alla mente quasi tutta la mia esistenza. Voglio bene tanto alle prime canzoni, quanto a "You Don't Know", il nostro primo singolo scritto nel 2018. Non credo di aver mortificato dei brani in favore di altri. Sono come figli.
Parliamo un pò di strumentazione, per la gioia mia e dei tanti musicisti che ci leggono! Intanto, hai una mano della madonna, e un sound splendido! Quindi: che setup hai usato in studio per la chitarra e per il basso, e che strumenti?
Grazie mille per il complimento! Per le registrazioni dell'album ho utilizzato la mia Cloe (una superstrat artigianale) visto che ancora non avevo l'endorsement di Jackson, mentre per il basso ho usato un economicissimo Ibanez Soundgear. Per quanto riguarda gli ampli abbiamo usato un blend tra una EVH5150III ed una Mesa MarkII con davanti un TS9 Keeley Mod+, mentre per il basso abbiamo usato un blend fra la D.I. ed un Darkglass b7k.

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Come è nata l'idea di inserire in line-up Francesco Bucci (bassista di Stormlord e ScreaMachine)?
Franzi è stato in assoluto il miglior acquisto mai fatto: pensa che, appena riformati gli Oceana, gli scrissi per comunicargli quanto mi sarebbe piaciuto averlo come bassista, ma in quel momento era davvero troppo impegnato. Curioso come certi desideri, presto o tardi, diventino spesso realtà. Gli vogliamo un bene dell'anima e posso dire con fierezza di aver trovato il quarto Oceana e di esserne entusiasta.
La domanda sui Novembre è obbligatoria: in che stato è la band? Attiva? A riposo? Sciolta? O cos'altro...
I Novembre sono ancora attivi: Carmelo è al lavoro sui nuovi pezzi. Allo stato attuale io sto mettendo tutto me stesso negli Oceana, soprattutto perché il disco è uscito da pochi giorni. Ora come ora sono gli Oceana la mia priorità, come puoi immaginare.
Beh, mi sembra ovvio... Altra inevitabile domanda sui vostri progetti futuri, soprattutto alla luce di sto ca**o di Covid: cosa state pianificando?
Suoniamo tutte le settimane nella nostra sala prova per mantenerci attivi ed essere pronti per quando si potrà tornare a suonare su un palco vero. Contemporaneamente, stiamo ultimando la stesura dei brani che faranno parte del nuovo album: vorremmo entrare in studio a giugno, in modo da avere il disco pronto a settembre per uscire a gennaio 2022. L'idea è quella di produrre un disco all'anno.
Wow! Full speed ahead! D'altronde, avete 25 anni da recuperare...
Esatto, eheh! È come dopo un digiuno!
Ok, Massimiliano, ti ho già rubato abbastanza tempo, quindi intanto grazie di cuore! E per finire, un'ultima domanda da curioso...Dimmi tre band italiane che meritano di essere salvate, e dimmi tre band internazionali che potrebbero essere cancellate dall'esistenza!
Tre band italiane da salvare: Lapis Niger, Inno e Shores Of Null. Tre band straniere da dimenticare: Ghost, Ghost e Ghost (e già so che partiranno gli insulti, LOL)!


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Intervista a cura di Pippo ′Sbranf′ Marino

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