Heidra: La nostra seconda casa

Info

Gruppo:Heidra

In occasione del tour Europeo abbiamo avuto modo di fare due chiacchiere con i simpatici danesi Heidra. In particolare con Morten Bryld (voce), Carlos G.R. (chitarra) e James Atkin (basso). Si ringraziano per la cortesia Time to Kill Records e Traffic Live Club

Ciao Ragazzi, benvenuti al Traffic Club. So che non è la vostra prima volta qui! Come sta andando il tour fino ad ora?
Morten Bryld: Ciao, è un piacere tornare qui! Per ora è stato un tour davvero buono. Ci stiamo divertendo un sacco con gli Omnium Gatherum e con gli Hamferd, che hanno suonato nella prima parte del tour. Amiamo quei ragazzi e già ci mancano.
Riguardo agli Heidra, potete brevemente riassumere la storia della band?
Morten Bryld: Abbiamo iniziato a piccoli passi circa dieci anni fa, senza pressioni o particolari aspettative, provando i nostri pezzi e registrando qualche demo. All’inizio non era un progetto serio. Poi verso il 2011 abbiamo iniziato a registrare in maniera più professionale. Abbiamo fatto un EP, un album e in seguito siamo venuti qui a Roma per registrare The Blackening Tide. Sembra come fosse ieri, ma sono già passati due anni. Il disco è uscito circa un anno fa.
E’ la seconda volta che suonate a Roma, avete registrato il disco ai Kick Recording Studio, e avete una label di Roma (Time to Kill Records). Sembra che questa sia la vostra seconda città. Come è successo questo?
Carlos G.R.: Non solo quello che hai detto! Abbiamo anche delle sponsorizzazioni italiane e la mia chitarra e i pick-up sono italiani! La storia è questa: circa dieci anni fa suonavo insieme a Cinghio (Marco Matrobuono dei Kick Recording Studio, Hour of Penance) e Gabbo (Gabriele Giaccari, Shores of Null). Era un progetto che avevamo insieme molti anni fa e abbiamo anche fatto un tour in Sud America insieme. Poi le nostre strade hanno preso strade diverse, ma era sempre rimasta l’idea di lavorare insieme in qualche modo. Così quando abbiamo avuto l’opportunità di registrare il nuovo disco ho proposto agli altri ragazzi di farlo con Cinghio. L’ho chiamato e lui ovviamente ha risposto subito di sì. Questo è il collegamento, siamo buoni vecchi amici e ci faceva piacere lavorare di nuovo insieme. Da qui è nata poi la collaborazione con Time to Kill Records. Si sono subito dimostrati interessati al lavoro che stavamo facendo con Cinghio e, come le cose accadono di solito in Italia abbiamo iniziato a lavorare insieme. E’ stato tutto molto spontaneo e naturale.
Vi ricordate qualche storia divertente o interessante delle registrazioni qui a Roma? Qualche aneddoto o qualche particolarità che avete trovato venendo dalla Danimarca?
Morten Bryld: Forse giusto qualche differenza culturale. Cinghio ci ha accolto e ci ha portato in giro. Ci ha detto dove andare e dove assolutamente era meglio non andare per non avere problemi. Questo per noi era un po’ strano. In Danimarca abbiamo qualche posto un po’ particolare, ma non ci sono posti dove è meglio non avvicinarsi.
James Atkin: Ricordo che l’ospitalità che tutti ci hanno dato qui è stata fantastica. Cinghio, Gabbo, Martina (del Traffic Club) sono stati incredibili. Siamo stati qui tre settimane ed ogni volta che torniamo è sempre bellissimo. Ah! Abbiamo anche girato il nostro video qui a Roma, proprio con Martina.
Morten Bryld: Questi sono i motivi per cui è vero che possiamo considerare Roma la nostra seconda casa, perchè tutti ci hanno fatto sentire come a casa!
Vi ricordate qualcosa del concerto che avete tenuto qui nel 2017 al Mr. Folk Festival?
Morten Bryld: Certamente! Eravamo di supporto agli Skyforger. I ricordi sono tornati appena siamo saliti sul palco per il soundcheck oggi. Mi ero dimenticato quanto caldo facesse sul palco, ma I ricordi sono tornati subito.
Volevo congratularmi per il Vostro ultimo disco, lo abbiamo apprezzato molto, suona più mature ed eterogeneo. Quale è stata la reazione da parte degli addetti ai lavori e del pubblico?
Carlos G.R.: Credo che negli anni siamo migliorati come band. Suoniamo meglio insieme e ci capiamo meglio sia sul palco che in studio. Tra di noi le cose stanno andando davvero bene. Da parte del pubblico le reazioni sono state un pochino contrastanti. Questo perché il primo disco era un po’ più classico, con più influenze dal black, dal folk, dal power metal, mentre il nuovo album secondo noi suona più personale, più Heidra. Alcune persone hanno apprezzato subito questo, mentre altre non lo hanno fatto, qualcosa di abbastanza classico, che succede con ogni band. Col nuovo disco abbiamo notato che alcune persone che non ci trovavano interessanti perché troppo derivativi, ora ci trovano interessanti. In questo senso siamo cresciuti ed abbiamo raggiunto un pubblico che non eravamo riusciti a raggiungere prima, ma allo stesso tempo molti dei vecchi fan sono ancora con noi e penso abbiano apprezzato la direzione che abbiamo preso.
Una domanda riguardo ai vostri artwork che sono sempre dettagliati e sembrano importanti per voi. Chi è l’artista che vi segue?
Morten Bryld: Si tratta di un artista serbo, di nome Dragan Paunović. Anni fa abbiamo visto un artwork che aveva fatto per un’altra band danese e ne siamo rimasti molto colpiti. Così gli scrivemmo ai tempi del nostro EP e da quel momento non ci siamo più guardati indietro. Si è occupato praticamente di tutte le grafiche della nostra band tranne forse per quanto riguarda una maglietta. Amiamo il suo stile e se guardi i suoi lavori fatti per noi sembra quasi come anche lui stia migliorando di pari passo alla nostra musica diventando più colorato. E’ un bravissimo ragazzo ed un grande artista.
Com’è la scena metal, e più in particolare Folk Metal in Danimarca? Potete consigliare qualche band?
Carlos G.R.: Qui presente c’è un ex membro degli Svartsot (indicando James), una delle folk metal principali in Danimarca, ma si, non ci sono tantissime band. Abbiamo gli Svartsot, i Sylvatica, gli Huldre (che recentemente si sono sciolti, ma abbiamo molte band death e black metal.
Martin W. Jensen: La scena metal danese sta crescendo molto, ma è ancora ad un livello underground. Ci sono molte band in Danimarca, ma non molte hanno raggiunto un buon livello di popolarità all’estero.
Carlos G.R.: Non abbiamo band con la stessa indentità, appartenenti a un ben determinato genere e contest geografico, come il Black Metal Norvegese, il Death Metal Svedese, o il Metal Melodico Finlandese. In Danimarca ci sono molte buone band che però non rappresentano una vera e propria scena. Abbiamo gli Slægt, che suonano un black metal molto interessante, i Baest, che sono in tour con gli Entombed A.D. Sono molto popolari in Danimarca e suonano un death metal influenzato dagli Illdisposed e dal Death Metal di scuola Svedese. Sicuramente il Death Metal è il genere che va per la maggiore.
Vi considerate una band Folk Viking Metal o questa etichetta non è corretta?
Morten Bryld: No, non ci consideriamo una band Folk Metal. Quando qualcuno mi fa questa domanda, la mia risposta è che suoniamo fottuto Heavy Metal.
Quali band vi hanno ispirato o continuano a farlo?
Morten Bryld: All’inizio della nostra carriera le nostre influenze erano alcune band scandinave, i Moonsorrow, Ensiferum, Thyrfing. Crescendo e sviluppando I nostro sound, l’ispirazione ha iniziato a venire da altre parti: dall’heavy metal classico e dal metal più melodico. Penso che una grande influenza per me e per Carlos siano gli Amorphis.
Parlando dei vostri testi, all’inizio scrivevate principalmente di legende e racconti scandinavi, mentre ora I testi riguardano una vostra storia. Da dove prendete ispirazione?
Morten Bryld: Nei primi demo prendevamo ispirazione dalle saghe scandinave, ma dal primo disco abbiamo iniziato a scrivere una storia completamente nostra. Me ne sono occupato io sul primo disco, mentre James ha preso le redini riguardo ai testi per il secondo album. Si tratta di testi di ispirazione chiaramente fantasy.
Carlos G.R.: Si, in realtà si potrebbe praticamente scrivere un intero libro leggendo in ordine I nostri testi!
Personalmente sono rimasto colpito dal brano A Crown of Five Fingers? Di cosa parla?
James Atkin: Per comprendere bene I nostri testi è necessario leggerli in ordine partendo dal primo brano del primo disco e andando avanti. Ogni canzone è parte della stessa storia, che parla, in poche parole, di un viaggio e di una missione. Volevamo fare qualcosa ispirato dal mare e dalla navigazione ed è per questo che il disco si chiama The Blackening Tide. Mi pare di ricordare che l’idea di parlare di un viaggio in mare mi è venuta originalmente prendendo spunto da una parte del ritornello della title track. Quindi nel brano di cui mi hai chiesto, per farla breve il nostro eroe ha bisogno di attraversare il mare, ma l’unica possibilità è di pagare uno strano marinaio con una sola mano perché gli è stata tagliata dal signore dei Troll che ora la usa come corona. Questa parte della storia è decisamente ispirata da Caronte e dalla storia dell’attraversamento del fiume Stige.
Carlos G.R.: L’ispirazione viene da ogni lato. Siamo tutti grandi appassionati del Signore degli Anelli e di quel tipo di letteratura. Altre fonti di ispirazioni sono le storie del folklore Danese e Inglese. Non abbiamo draghi però. Le nostre storie si concentrano di più sul lato umano. Vogliono raccontare i lati oscuri dell’essere umano attraverso delle storie fantasy.
Morten Bryld: Abbiamo pianificato una trilogia per quanto riguarda questa storia. I primi due dischi sono usciti e con il terzo si concluderà la nostra storia. Dopo di ciò ancora non abbiamo idea di cosa parleremo.
Che cosa ci possiamo aspettare dal prossimo disco?
Morten Bryld: E’ ancora troppo presto per dirlo. Stiamo scrivendo lentamente i nuovi pezzi.
Carlos G.R.: Però sappiamo che lo registreremo qui a Roma.
Morten Bryld: Già. Non abbiamo nessun accordo formale con Cinghio al momento, ma credo e spero che sarà d’accordo.

Intervista a cura di hellfiregab

Ultimi commenti dei lettori

Non è ancora stato scritto nessun commento per quest'album! Vuoi essere il primo?