Nocturnal Rites (Frederik Mannberg, guitars)

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Sei album non sono mica pochi! E se con “Shadowland” i Nocturnal Rites avevano fatto un mezzo passo falso, il nuovo “New World Messiah” ribadisce le grandi capacità della formazione svedese, un disco di Metal melodico di notevole qualità. Ecco cosa ci ha detto Frederik Mannberg, chitarrista e membro fondatore del gruppo, sulla nuova uscita dei Nocturnal Rites.

Ciao Frederik! Iniziamo l'intervista dal vostro nuovo disco, “New World Messiah”. Ci vuoi parlare un po' dell'album?
Certamente. Abbiamo registrato il disco nella nostra città natale, dieci canzoni di metal melodico, che abbiamo iniziato a scrivere nell'Aprile dello scorso anno, per poi entrare in studio a registrare in autunno. Ci siamo presi il tempo necessario a scrivere un buon disco, e sono decisamente soddisfatto del risultato ottenuto. Il disco è stato mixato ai Finnvox Studios, e credo che la produzione sia di ottimo livello.

Quali credi che siano le differenze coi vostri dischi precedenti?
Innanzitutto la produzione è molto pulita, mentre in “Shadowland” era più “sporca”, abbiamo riservato grande cura ai cori del disco, e credo che anche la presenza delle tastiere sia lievemente più marcata rispetto al passato. Dal punto di vista compositivo le canzoni sono più melodiche, abbiamo recuperato la melodicità di “The Sacred Talisman”.

Credo che “New World Messiah” sia davvero più vicino ai vostri primi tre dischi, prima che con “Afterlife” cambiaste notevolmente il vostro sound.
Sono d'accordo con te, e non ti saprei neanche spiegare il perchè di questo ritorno alle origini. Quando componiamo le canzoni nuove cerchiamo di concentrarci maggiormente sull'aspetto melodico, perchè è difficile avere dei buoni pezzi senza delle buone melodie. In ogni caso è stata davvero una scelta inconscia, niente di programmato. Inoltre ti posso rivelare che parte del materiale nuovo, alcune linee vocali delle nuove canzoni, diversi ritornelli, sono stati in realtà scritti anni fa, e forse è per questo che può ricordare i nostri primi dischi. Alla fine siamo praticamente lo stesso gruppo di sempre, e credo che ormai il nostro stile sia ben riconoscibile.

“New World Messiah” mi è piaciuto molto, ma in particolare ho apprezzato “Egyptica”, una canzone un po' inedita per lo stile del vostro gruppo. Come è nata?
E' nata da un'idea di Owe (Lingvall), che in realtà già diversi anni fa voleva che “Afterlife” portasse invece il titolo “Egyptica”, anche se non ti saprei spiegare esattamente il perchè. La canzone è stata scritta quasi interamente da Nils (Norberg). Credo che Nils volesse sul disco una canzone di questo tipo, con delle melodie orientali, e penso che sia un esperimento decisamente riuscito.

Parliamo della copertina del disco, che richiama anche il titolo dell'album. Da cosa ci dovrebbe salvare questo “Messia”, qual è il suo ruolo nel nostro mondo?
Credo che l'interpretazione sia lasciata all'ascoltatore. La figura al centro della copertina, con le braccia alzate verso il cielo, potrebbe essere il nuovo Messia, ma nel cielo si intravede un viso malvagio, dietro alle nuvole, e non si riesce a capire se il Messia è girato di spalle, e sta guardando questo volto malvagio, oppure se è girato verso lo spettatore, e sta parlando alla folla, per proteggerla da questa entità maligna. Potrebbe portare sia bene, sia male, chi può dirlo? Da questo punto di vista, anche il nostro nuovo disco è un “New World Messiah”! (ride)

Questo è il vostro sesto studio album. Non credi che i tempi siano maturi per un disco dal vivo?
A dirti la verità, ne abbiamo parlato all'interno del gruppo. Ed è una cosa che piacerebbe a tutti, ovviamente. Però non c'è ancora niente di programmato. Molto probabilmente faremo uscire un mini-cd con alcune live tracks come bonus, ma per un disco intero forse è ancora presto.

Nell'ultima intervista con Metal.it, in occasione dell'uscita di “Shadowland”, Nils aveva detto che avevate in cantiere il progetto di ristampare il vostro primo disco, ormai introvabile. Qualche novità in merito?
Di sicuro il disco verrà ristampato dalla Century Media, con una nuova copertina, e probabilmente verrà anche ri-mixato. Purtroppo non so ancora dirti quando uscirà, forse il prossimo anno, o magari anche prima, l'unica cosa certa è che ci teniamo a farlo uscire, per poter dare ai nostri fan un'idea dei primi anni del gruppo.

Avete appena girato un videoclip per “Awakening”. Com'è stata questa esperienza?
Ci siamo recati nella Svezia meridionale, dove un team di persone si è occupato praticamente di tutto, permettendoci di girare il video spendendo relativamente poco. L'unico inconveniente è che faceva davvero freddo! Il video è stato girato all'interno di una vecchia fabbrica, e la temperatura era sotto zero, visto che era inverno, e stare lì a suonare in pantaloni di pelle e t-shirt era veramente tremendo. Però avevamo un sacco di tempo libero. Magari giravi per qualche minuto, dopodiché c'era una pausa di mezz'ora, o a volte anche di più. Ci abbiamo messo molto tempo... se non altro avevamo la birra! (ride)

Frederik, qual è il tuo ruolo nel songwriting?
Siamo io e Nils Norberg a scrivere la maggior parte della musica, mentre con Nils Eriksson mi occupo anche delle linee vocali, e lui scrive anche tutti i testi. Poi, a canzone finita, ogni componente del gruppo può intervenire, proporre cambiamenti, dare il suo parere. Ed è così che abbiamo sempre fatto. Ci sono diversi gruppi in cui ogni membro scrive la sua canzone, però credo che alla fine questo crei risultati contrastanti, anche troppo diversi tra di loro.

Com'è iniziata la tua carriera di musicista?
E' iniziato tutto quando avevo tredici anni, formai un gruppo con i miei compagni di scuola, una band Thrash Metal. Poi il gruppo si è sciolto, e sono entrato in un altro che suonava materiale grindcore. E poi, sempre tanto tempo fa, cantavo anche in una band punk (ride). Però mi sono stancato in fretta, e ho fondato i Nocturnal Rites nel 1990. Ormai sono quattordici anni che siamo sulla scena, sembra incredibile.

C'è qualche gruppo italiano tra i tuoi preferiti?
Certamente. Mi è piaciuto molto il primo disco dei Rhapsody, “Legendary Tales”, e poi siamo anche stati in tour coi Labyrinth. Mi piacciono molto anche gli Skylark, e alcune cose piuttosto vecchie della vostra scena, come i Necrodeath e i Sabotage!

Intervista a cura di Marco 'Lendar' Pessione

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