(25 febbraio 2007) Brujeria + Undertakers + Cripple Bastards - Circolo Degli Artisti - Roma, 25 Febbraio 2007

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Era da tempo che aspettavo un concerto simile a Roma.
Un live in cui già i nomi presenti in scaletta a leggerli sui volantini mettono paura, è come se in qualche modo già sai che andrai a sbattere contro un muro di cemento armato.

Al mio arrivo al Circolo Degli Artisti se devo essere onesto sono rimasto lievemente spiazzato, non c'era poi molta gente presente, ma fortunatamente si è trattato solo di una mia impressione visto che con lo scorrere del tempo la sala concerti si è andata decisamente riempiendo. Come detto ad inizio recensione, una scaletta corta ma devastante.

L'attesa per i Messicani Brujeria era spasmodica, ma lo è stato altrettanto per i nostrani Grinders Cripple Bastards e per gli Undertakers del mitico Enrico Giannone, da troppo tempo assenti sulle assi di un palco.

C'è da dire inoltre che tutte le bands coinvolte hanno goduto di una resa sonora buona, a tratti ottima, se si escludono i problemi iniziali al chitarrista dei Brujeria, un certo Shane Embury (Napalm Death!!!), direi pure perfetti. Ma ora basta con le premesse, è ora di scendere nel dettaglio delle varie performances.

I primi a salire sul palco e a dare il via alle ostilità sono i Cripple Bastards, una di quelle band che non te le manda di certo a dire, forti di una discografia nutrita di Split, Mini-Cd, Ep... e compagnia bella, ma anche da dischi (pochi ma buoni) come Misantropo A Senso Unico, e chi vuole capire capisca.
In ogni caso si è trattato di un assalto vero e proprio, grazie a dei suoni discreti e ben calibrati si è potuto assistere ad una prestazione con i fiocchi. Nervosi, tesi, quasi schizofrenici nei movimenti sono stati capaci di riscaldare il pubblico a puntino, non si contavano i pugni e gli spintoni che ho ricevuto, come nemmeno le urla indemoniate appena è partita la mitica Italia Di Merda!
Non c'è che dire, un'ottima esibizione, carica di passione e di voglia di annientare tutto e tutti. Fare una scaletta dei brani proposti è quanto meno cosa ardua, in 30 minuti e qualcosa di più a disposizione sono state innumerevoli le canzoni suonate, resta comunque ben chiara la sostanza, un massacro.

Appena scesi dal palco i visi dei presenti la dicevano lunga, soprattutto quelli delle prime file, quasi impauriti al pensiero che dopo sarebbe toccato ad Enrico Giannone & co., e non a torto aggiungo.
Era veramente da tanto che non si facevano più vivi, non soltanto dal vivo, anche in studio, non a caso è stata ben accolta la battuta del singer all'annuncio di un "nuovo" brano, ma datato di tre anni. Tra l'altro ottimo pezzo, assestato maggiormente su tempi medi pesanti come macigni, ma che non disdegnano ovviamente repentine sfuriate.
Soffermandomi sull'esibizione non posso far altro che sottolineare la ritrovata forma degli Undertakers, non un attimo fermi, ripropongono brani estratti dalla loro intera discografia, con una scioltezza al limite dell'incoscienza.
Ma gli Undertakers a quanto pare non sono solo aggressione allo stato puro, le mosse, le maschere... gli atteggiamenti... e la dedica a "tutti gli alternativi, esoterici... ma andate e fan culo" di Giannone la dice lunga sulla loro attitudine. Anche per loro si segnala una resa sonora ottima, spessa e robusta, l'ideale per canzoni come My Pride, I Am The Motherfucker e giusto per chiamarne in causa un'altra, Human Decline.
In definitiva non credo ci sia altro da aggiungere, un gradito ritorno, e anche qui il pubblico non ha potuto omaggiarli che con un pogo al limite della guerriglia (potete ben immaginare quello che si è scatenato con il gruppo successivo...), spero di rivederli con più frequenza dal vivo.

Dopo un lungo e tedioso cambio palco è la volta dei Brujeria, band di origine Messicana, ma che incorpora nella sua line-up esponenti di spicco della scena Metal, in questa occasione Shane Embury alla chitarra (Napalm Death), al basso Jeff Walker (Carcass) ed infine alla batteria era seduto Adrian Erlandsson (At The Gates, Cradle of Filth e tanti altri).

Dopo questa lunga introduzione è bene venire dritti al sodo. I Brujeria si presentano sul palco coperti in viso come da copione, sembrano veramente delinquenti incalliti, un'impressione che poi si riversa tutta su un pubblico letteralmente impazzito.
Vengono estratte canzoni da tutti i dischi, senza andare ad escludere brani storici come Matando Gueros, Cristo De La Roca, El Patrón e tante altre.
Chitarre granitiche, una sezione ritmica che non perder un colpo e l'intrattenimento cinico e perverso dei due singer sono stati gli elementi che hanno scosso la loro prestazione, precisa e tagliente come un rasoio. I risultati? Gente che si è fatta veramente male, fra cui un ragazzo portato via di peso agonizzante, chi con il sangue al naso, testate, spintoni, calci e pugni, un delirio.

Ma il momento più attesto, almeno per quanto mi riguarda, è stato quando è deflagrata nella sala concerti del Circolo Degli Artisti uno di quei brani che dal vivo hanno un groove assassino, mi sto riferendo a Revolución, cantata da tutti i presenti con forza e decisione. Le impressioni che la band Messicana ha lasciato sono molteplici, compatti, aggressivi e con tanta voglia di coinvolgere il pubblico.

Una serata che si è andata a concludere nel migliore dei modi, e la testimonianza che anche a Roma quando si vogliono organizzare eventi degni di nota si riesce sempre a dare il meglio.

Un ringraziamento particolare va ad Alrinak per le foto scattate durante il concerto.

Report a cura di Andrea 'BurdeN' Benedetti

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