(15 giugno 2008) Sabbat (Jpn) - Seven Battles of Harmageddon

Info

Provincia:VA
Costo:10€ consumazione compresa
Quali sono le prime cose che vengono in mente quando si parla di Giappone? Probabilmente le megalopoli estese oltre l’immaginabile, i terremoti, lo stacanovismo estremo della popolazione lavoratrice, i contrasti tra una tradizione secolare e un’occidentalizzazione digerita troppo in fretta.
I cultori dei sound intolleranti più caciaroni e per certi versi caricaturali, però, risponderanno anche che il Sol Levante è terra di valide band estreme. Tra queste si collocano di diritto i Sabbat, trio nato nel 1984 sulla scia della lezione impartita pochi anni prima dai Venom nel Regno Unito.
Nel corso della propria ventennale carriera i Sabbat, per ovvie ragioni geografiche e di notorietà, non hanno mai imbastito tour mondiali degni di questo nome. Tra i paesi ignorati dallo sguardo mandorlato del trio risultava anche l’Italia. Parlo al passato perché a cavallo tra la prima e seconda metà di giugno, il gruppo ha dato vita ad un breve ma intenso tour europeo che nella propria terza data è approdato a Busto Arsizio.
Nella cittadina del varesotto, la band nipponica e le due formazioni di supporto alla data trovano sistemazione nei locali di Comunità Giovanile, centro d’aggregazione fondato da un ex militante dell’associazione studentesca di destra Fare Fronte.
A dispetto delle radici biografiche del luogo, non ho incontrato nulla di politicamente “scabroso” all’interno del locale, che per altro ha messo in luce una cura degli ambienti e qualità del servizio al cliente sopra la media generale dei luoghi in cui si possono svolgere eventi simili.
Passando al sodo, i primi a salire sul palco (ore 22 spaccate) sono gli alessandrini Eroded, autori di un brutal/death cadenzato e violento che richiama piacevolmente alle orecchie il sound di band come Obituary ed Incantation. Nulla da eccepire sulla loro esibizione, che patisce solamente un pizzico di monotonia, determinata dall’incedere di pezzi granitici ma estremamente simili.
Alle 22:40 è già il momento del secondo gruppo di supporto alla serata, ovvero i black/thrasher Vexed, formazione che gode di un buon seguito anche tra gli addetti ai lavori; nelle prime assiepate file noto, infatti, la presenza di Belfagor (Horrid), Andy Panigada (Bulldozer) e Roberto Orlando (Hyades).
Anche i Vexed impostano il concerto come un assalto frontale al pubblico, alternando pezzi autografi ad alcune cover, tra cui Blasphemer dei Sodom e Black Metal dei Venom. La platea indubbiamente apprezza io un po’ meno, fondamentalmente perché il timbro del cantante non mi è particolarmente gradevole, ma facendo buon viso a cattivo gioco, giungo illeso sino al termine dell’esibizione.
A mezz’ora scarsa dalla mezzanotte è arrivato il momento di vedere all’opera i Sabbat. I tre, spariti dalle retrovie del pubblico mentre i Vexed si avviavano alla chiusura del proprio show, si ripresentano sfoderando un abbigliamento degno del guardaroba di Cronos, reinterpretato in chiave fetish. Il colpo d’occhio lascia a bocca aperta, mentre lo scatenato pubblico si spertica in commenti adoranti sul perizoma di Gezol (basso/voce della formazione). A dispetto di quanto si potrebbe affermare osservandoli, però, i Sabbat non sono un fenomeno da baraccone e lo dimostrano rapidamente sin dal primo brano, con cui dirigono la serata su coordinate sonore in cui heavy e thrash si amalgamano.
La maggior dote del gruppo risiede tutta nella capacità di presentare uno stile avulso da qualsiasi modernismo, interpretandolo con la necessaria partecipazione atta ad allontanare lo spettro della ripetitività, sempre in agguato quando si propone un genere che può essere reso monotono da un non nulla.
Accade così che in un’ora di concerto, i giapponesi mantengono sempre ad alti livelli il ritmo della serata, sfoderando una serie di pezzi (Charisma, Evoke the Evil, In league with Devils, Black fire, Evil nations, Bird Of Ill Omen, Darkness and Evil) che trascinerebbero ogni degno fan di Motorhead e Venom di vecchia data.
Ninet’altro d’aggiungere per un gruppo da cui non mi aspettavo una prestazione così valida (anche perché la sera precedente era a suonare in Finlandia!) e che fortunatamente ha avuto un riscontro da parte del pubblico decisamente sopra la media considerando il target della serata.
Report a cura di Luca 'Orphen' Recla

Ultimi commenti dei lettori

Inserito il 11 lug 2008 alle 10:59

Quando penso al Giappone e alla mia musica preferita... mi viene in mente che un sacco di gente non avrebbe modo di fare album se non avesse un mercato come quello in cui vendere.

Inserito il 11 lug 2008 alle 10:46

Io quando sento Giappone penso agli Shinigami, i quaderni della morte, i pazzi con il QI a 200, i robottoni... Sei troppo intellettualoide e radical-chic Orphen!! Un po' me ne vanto ;)

Inserito il 10 lug 2008 alle 22:59

Io quando sento Giappone penso agli Shinigami, i quaderni della morte, i pazzi con il QI a 200, i robottoni... Sei troppo intellettualoide e radical-chic Orphen!!