(23 ottobre 2009) Marduk + Vader + Fleshgod Apocalypse + The Ordher - 23/10/2009 (Init Club, Roma)

Info

Provincia:RM
Costo:15 €
L'Italia da il ben venuto ai Marduk e lo fa in un club come l'Init in cui gli spazi non sono tanto grandi, ma in compenso si riesce a creare quella atmosfera da delirio neurologico, e in questo gruppi come Vader, Fleshgod Apocalypse e The Ordher danno sicuramente una mano, apportando una feroce e brutale dose di Death Metal che difficilmente fa prigionieri. Nei scorsi giorni per motivi organizzativi c'è stato un via vai di comunicati stampa a causa della mancata partecipazione di alcune band al concerto in questione. Al di la di chi siano le colpe o meno è giusto dare spazio soltanto alla musica, che si rivelata immancabilmente potente e distruttiva.

I primi a salire sul palco sono questi tre cavalieri dell'apocalisse (o erano quattro?) che si fanno chiamare The Ordher, e propongono un massiccio e intricato Death Metal da combattimento. Gli va dato merito che pur essendo soltanto in tre nella formazione riescono a creare una bella onda d'urto, peccato soltanto che sia fiaccata da un audio un po' troppo confuso e cacofonico. Chi conosce il gruppo avrà sicuramente apprezzato una performance da manuale; precisi come macchine e spietati come killer. Chi invece non era mai entrato in contatto con la loro musica sarà stato colpito dalle loro capacità di esecuzione, ma non dalla bontà del puro e incontaminato Death Metal che propongono, stasera un po' rovinato da un audio non eccelso.

E venne il turno dei romani Fleshgod Apocalypse, e non poteva che essere guerra al fosforo. In piena promozione al nuovo album intitolato Oracles questi quattro indemoniati mettono su uno show dove tensione e precisione vanno di pari passo. La qualità audio migliora sensibilmente e permette di evidenziare dei riffs assassini, pesanti come macigni. Curiosamente il gruppo fra un pezzo e un altro utilizza una base di musica classica, prima che ovviamente riesploda il caos totale, ma è interessante notare come tutto questo contribuisca a creare un qualcosa di oscuro e ignoto. Ammirevole il cantante/chitarrista che continua ad incitare un pubblico che ci mette un po' a riscaldarsi, ma che una volta partito sa come tributare una delle realtà più belle e promettenti del Metal estremo tricolore. Altro che, questo è puro Panzer Fleshgos Apocalypse Division Death Metal.

Dopo un cambio palco al limite con il tedio è il turno dei polacchi Vader seminare scompiglio. Ormai da due decenni e passa sono una vera e propria fabbrica impegnata nello sfornare in serie dischi con un intervallo temporale che metterebbe paura al miglior metronomo. Dopo tanti anni e tour i Vader non devono più dimostrare più nulla a nessuno, sanno come affrontare il pubblico con il loro Death Metal dalla cifra ormai consolidata. Peccato soltanto che per tutta la durata del concerto la voce polverosa e cavernosa di Peter fosse completamente sopraffatta da tutto il resto. Per non parlare del suono delle chitarre che peccavano, e di molto, in quanto a definizione e impatto. Bello il microfono con quegli ornamenti molto particolari, però non dispiacerebbe vedere in azione i Vader per quello che sono: una macchina stritola persone. Malgrado questo l'impegno nel dare il meglio per i fans accorsi è evidente, e dopo alcuni estratti dall'ultimo Necropolis, come Rise Of The Undead e Anger, è il turno delle vecchie glorie, come Litany. Purtroppo i Vader se ne vanno presto, troppo forse, ma è meglio ascoltarli e vederli in azione quando possono usufruire dei mezzi necessari.

Dopo tre band dedite ad un massacrante Death Metal è il turno degli headliner, che si manifestano in tutta la loro aurea funerea davanti un pubblico in totale attesa che vengano aperti i sette cancelli dell'inferno. Quando i Marduk salgono sul palco l'ovazione si fa sentire, e sulle note di un intro marziale possono dare il via all'assalto totale. Vederli in azione è sempre un piacere, si ha la sensazione di assistere ad un rito funebre, si è molto vicini a respirare la morte che esce dagli amplificatori. In questo aiuta anche una presenza scenica non da poco, con un Mortuus dietro al microfono che incute timore, non soltanto per la sua mole ma anche per una timbrica vocale carnosa e violenta, che usa differenti registri per plasmare deliri omicidi perfettamente supportati da un Black Metal morboso e cinico, elemento che stanno approfondendo da qualche anno nei loro ultimi album. L'attenzione è concentrata ovviamente sul nuovo disco intitolato Wormwood ma non vengono disdegnate puntatine nel passato più remoto come del resto anche nei recenti Plague Angel e Rom: 5,12. Sotto al palco, nelle prime file, il pogo è violento e forsennato, e sembra quasi incitato dai Marduk come se fosse un progrom. Più si inoltrano nel concerto più riescono a sfoderare una violenza che prende quasi forma fisica. Saltano di conseguenza i parametri tecnici, e non conta quanto fosse alto o basso il microfono, quello che è emerso è un devoto sacrificio al Black Metal. A fine concerto le facce dei ragazzi in sala sono esauste, è il segnale che il conflitto bellico è giunto al suo termine.

Foto a cura di Francesca D'Alessio.
Report a cura di Andrea 'BurdeN' Benedetti

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