Copertina 7

Info

Anno di uscita:2007
Durata:41 min.
Etichetta:Locomotive Records
Distribuzione:Frontiers

Tracklist

  1. NEVER LAST
  2. ANOTHER THING COMIN'
  3. FUTURE STORY
  4. NO GRASS IS GREENER THAN YOUR OWN
  5. BUSINESS IN ME
  6. NIGHT AND DAY
  7. YOU'RE A FREAK
  8. YOU MAKE ME DIE
  9. IT'S ALL GOOD
  10. PIECE OF ME
  11. WHITE PILLOW
  12. GIVE AWAY

Line up

  • Nic Maeder – vocals, guitars
  • Seb Maeder – guitars
  • Travis Dragani – drums
  • Kit Riley – bass

Voto medio utenti

Evviva l’Australia, che ultimamente ci regala delle piccole belle soddisfazioni, vedi The Casanovas (da poco recensito) ed altri… L’ombra lunga di zio Angus Young non sembra voler cessare di far proseliti, così, dopo l’era Jet, ecco un’altra manciata di buone rock bands affacciarsi alla ribalta, pronte a prendere tutto o niente. I Maeder, combo dei due omonimi fratelli di Melbourne, ce la mettono tutta per rendere la loro proposta quanto più originale e variegata possibile, passando dal classico Ac/Dc sound a Guns’n’Roses, Brian Adams, e tanto tanto altro, pur mantenendo una costante originalità, data anche, se non soprattutto, dalla bella voce di Nic Maeder, rauca, sporca, alta, aggressiva o melliflua e suadente dove occorre. È fuor di dubbio che il prodotto sia perfettamente incastonato in un’ottica mainstream (v. track #3, “Future Story”), ma, dopo un inizio incerto, con una “Never Last” che fa tanto Dawson’s Creek, ecco che l’anima ‘cattiva’ dei Maeder viene fuori su “Another thing Comin’”, forse il miglior pezzo del lotto, carico e tirato come una Mustang sulla Route 66. Ed è proprio l’alternanza tra brani più tosti e semi-ballads la caratteristica di questo “Maeder”, così il leitmotiv si ripete ancora con l’accattivante “No Grass…”, dal sapore molto Ugly Kid Joe, a cui, come da copione, segue un bel pezzo di puro, fo**utissimo rock: trattasi questa volta di “Business in me”, che ruba il riff da un milione di canzoni, che puzza di Skid Row, Warrant, e chi più ne ha più ne metta, ma che ti prende, come un dito di Jack prima di attaccare il distorsore del tuo Marshall. Il gioco di pezzi lenti e veloci continua, e continuerà fino alla fine; un’ultima nota per la bella “You make me die”, dal riff Youngiano che più non si può, e dall’attitudine street, bella, sporca, e molto “southern”, e “It’s all good”, treno in corsa, la perfetta definizione in musica della parola “attitudine”. Paragonateli pure a chi volete, somigliano a questo o a quell’altro, sono un gruppetto da Mtv o dei veri rockers, fatto sta che “Maeder” è un album piacevole, easy, che si lascia volentieri riascoltare. E bravi.
Recensione a cura di Pippo ′Sbranf′ Marino

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