Copertina 7

Info

Anno di uscita:2017
Durata:52 min.
Etichetta:Frontiers Music

Tracklist

  1. RADIATION ROMEOS
  2. OCEAN DRIVE
  3. BAD BAD COMPANY
  4. MYSTIC MOUNTAIN
  5. LIKE AN ARROW
  6. PROMISED LAND
  7. CASTAWAYS
  8. GHOST TOWN
  9. TIL THE END OF TIME
  10. ON THE TIGHT ROPE
  11. MONSTERTRAXX

Line up

  • Parramore McCarty: vocals
  • Dag Heyne: guitars
  • Jogi Spittka: bass
  • Gereon Homann: drums

Voto medio utenti

1985. Esce “Fighting for the world” dei Warrior, un autentico “classico di culto” del panorama heavy metal.

1989. Steve Stevens, forte dei successi con Billy Idol e di un Grammy per la colonna sonora di “Top gun”, sotto la singolare denominazione collettiva Atomic Playboys (ispirata a un discorso del Vice Ammiraglio Blandy, coordinatore dei test nucleari effettuati sull'atollo di Bikini ...) sforna un disco omonimo di enorme efficacia, un esempio di hard-rock “futuristico” al tempo stesso commerciale e progredito.

Comune denominatore delle due diversamente appaganti situazioni artistiche è la stentorea voce di Parramore McCarty e se oggi nel 2017 ritroviamo il singer americano in una nuova avventura siglata Radiation Romeos (monicker con evidenti richiami ai Playboys, tra l’altro …) appare chiaro quante aspettative si possano annidare nei sentimenti degli estimatori dei suoi suddetti precedenti artistici.
E allora diciamo subito che “Radiation Romeos” non è un “capolavoro” e che difficilmente troverà un posto di riguardo negli annali della musica rock, mentre possiamo tranquillamente annoverarlo tra le opere di apprezzabile valore, egregiamente eseguite e composte, sebbene non particolarmente sorprendenti nei contenuti.
Prodotto con la consueta perizia dal celebre Michael Voss, il disco si offre al giudizio del pubblico fornito di una sufficiente dose d’eclettismo stilistico, che si concretizza in una forma di hard n’ heavy piuttosto godibile, capace di spaziare con estrema disinvoltura dalle melodie adescanti della title-track e di “Ocean drive” alle atmosfere “epiche” di “Promised land” e “Castaways”, tentando, così, e con discreti risultati, di compiacere in qualche modo le “reminiscenze” di chi ha adorato (e ama tuttora) sia Atomic Playboys e sia Warrior.
L’impeto sleazy di “Bad bad company” supera gli effetti deleteri del déjà entendu grazie ad una sferzante energia, “Mystic mountain” graffia senza lasciare segni troppo profondi e “Like an arrow” ossequia con gusto le caratteristiche standard della power ballad.
Il clima western di “Ghost town” appare posticcio e poco efficace, “Til the end of time” risolleva le sorti del programma grazie ad una graziosa struttura armonica e anche “On the tight rope” e, soprattutto, “Monstertraxx” contribuiscono a rianimare il platter, stavolta inoculando nelle sue fibre sonore ficcanti e nerborute cadenze hard-rock.
Due considerazioni, infine, sui “singoli”, partendo ovviamente da McCarty, meno “esplosivo” che in passato e tuttavia sempre all’altezza della situazione, per poi approdare, dopo un plauso alla funzionale sezione ritmica Spittka / Homann, alla chitarra di Dag Heyne, di certo abbastanza lontana dall’estro di quella di Stevens eppure artefice di una buona prova complessiva.
Recensione a cura di Marco Aimasso

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