Copertina 8

Info

Anno di uscita:2002
Durata:43 min.
Etichetta:Z Records
Distribuzione:Adrenaline

Tracklist

  1. STILL ALIVE
  2. UNCHAINED
  3. WHISKEY WOMAN
  4. LIVIN FOR THE MOMENT
  5. AT MY COMMAND
  6. IS IT MY BODY
  7. WHEN THE NIGHT IS OVER
  8. THE HUNGER
  9. REMEMBER ME
  10. I’M BACK
  11. WHISKEY WOMAN

Line up

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Graditissimo ritorno dei Silent Rage sul mercato internazionale con il terzo lavoro dopo ben 13 anni da “Don’t touch me there”, solo alcuni mesi fa sono uscite le ristampe su cd dei loro primi due album (con mia sorpresa visto che mai avrei pensato che un gruppo di cui ha goduto di scarsissima promozione avesse delle richieste da parte del pubblico) che hanno anticipato la nuova uscita.
“Still alive” è un concentrato di sonorità che hanno dominato le classifiche americane nella seconda metà degli anni ’80 con pezzi dai cori antemici e ritornelli cathcy, chitarre dai riffs cromati e soprattutto con un tiro notevole grazie ad una produzione frizzante che dona alle chitarre un suono graffiante.
Ancora una volta Gene Simmons è il nome tutelare dei Silent Rage, i primi due album uscirono per la Simmons Records, e il produttore non è altro che Bob Ezrin (produttore di tanti storici album dei Kiss); i quattro americani sembrano quasi omaggiare il “Bacio” con “Still alive”, i riferimenti ai Kiss sono notevoli ma ciò dipende sicuramente da qualche ritocco in fase di arrangiamento da parte di Ezrin.
“Still alive” trovo che sia un cd ben riuscito, molto energetico e divertente con dei bei pezzi ( Jesse Damon è stato anche autore per i Kiss), i Silent Rage con i due precedenti album raccolsero ottime recensioni, addirittura al tempo del primo album “Shattered hearts” i complimenti furono a parer mio spropositati, comunque resta il fatto che la loro musica molto melodica ma d’impatto riesce a raccogliere consensi.
“Still alive” non è bello quanto “Don’t touche me there” ma è senz’altro migliore di “Shattered hearts”, fa piacere constatare che la band in tutti questi anni non abbia mutato la formazione così ritroviamo ancora E J Curse, Jesse Damon, Mark Hawkins e Brian James Fox meno vaporosi di tanti anni fa ma ancora grintosissimi.
La title-track è una rocciosissima rock song di cui Gene Simmons andrebbe molto fiero di cantare, la splendida voce calda di Damon è in primo piano, mega chorus da stadio e ottima la prestazione di tutta la band specialmente il basso di Curse in evidenza, sempre efficaci gli assoli di chitarra di Hawkins; “Unchained” è un pezzo melodico ma tirato tipico delle band melodiche americane, sempre straordinaria anche con il passare degli anni la voce passionale e caldissima di Damon, potenti come sempre i cori e ad effetto i fraseggi di Hawkins, chitarrista perfetto per il sound dei Silent Rage in quanto sfoggia tecnica e feeling come pochi ai giorni nostri.
Fedeli alla tradizione il terzo pezzo è la ballad “Whiskey woman” piacevole song acustica dal sapore torrido per quanto il solito Damon riesce ad essere passionale, “Livin’ for the moment” sembra rubata dal song-book di Gene Simmons, rock’n’roll potente con il basso abile a pulsare e a dettare i tempi, caliente il break con i cori cantati a squarcia gola; ottimo il riff di chitarra che apre le danze di “At my command” pezzo veloce e bellissimo, molto sanguigno.
Altro omaggio al bacio “vampiresco” con “Is it my body” con la differenza sostanziale che la voce di Damon sa essere più sensuale che “demoniaca”, piccola gemma di melodia con la seducente “When the night is over” in cui i Silent Rage esaltano tutte le proprie caratteristiche con armonie avvolgenti e sexy; passo cadenzato in “The hunger” pezzo dall’andatura sofferta e dal flavour blues. In “Remember me” Damon rifà il verso al Billy Idol rocker riuscendoci benissimo, tra l’altro l’ex Generation X di sex appeal ne aveva da vendere e Jesse Damon da sfoggio a tutto il suo calore, con “I’m back” si giunge alla fine con un pezzo dal riff di chitarra abbastanza duro e i soliti cori macho in evidenza.
I Silent Rage si confermano abilissimi autori di canzoni, per gli amanti delle sonorità americane c’è di che gioire con “Still alive”, speriamo di non dover attendere ancora molti anni per la prossima release.
Recensione a cura di Stefano Giacometti

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