Copertina 7

Info

Anno di uscita:2002
Durata:44 min.
Etichetta:Earache
Distribuzione:Self

Tracklist

  1. WEIRD PLACES
  2. PIT AND PENDULUM
  3. IN THE GARDEN
  4. THE VIOLIN OF ERICH ZANN
  5. TALAMASCA
  6. DAIMONION

Line up

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Platter quantomeno interessante, questo nuovo Without Face. La band, dai Natali ungheresi, giunta con ‘Astronomicon’ alla prima release per Elitist (divisione di Earache), dopo aver dato alle stampe nel 2000 il debut ‘Deep Inside’ edito dalla label ungherese Hammer Music, si muove su connotati non semplici e discretamente complessi, ma sicuramente affascinanti: Prog e Goth. In effetti la musica presentata dal quintetto magiaro, in cui spiccano le due voci contrapposte della bella Juliette e di Andras, si muove su territori di Progressive Goth Metal…ovvero, prendete alcune prerogative di band storiche come i Rush, o più moderni Dream Theatre, ed innestatici una visione Goth della musica…una sorta di Lacuna Coil (e non può essere altrimenti, visto l’alternanza delle due voci, ora in contrapposizione, ora in conflitto che ricorda molto, molto da vicino il combo nostrano), che suonano songs di 7 e passa minuti con derivazioni molto marcate di Progressive Metal. Le songs sono buone, molto lavorate e decisamente complete a livello di songwriting (unica annotazione la loro durata rilevante) con lyrics incentrate ed ispirate ai mostri sacri della letteratura quali E.A. Poe, H.P. Lovecraft e H.W. Longfellow. Su tutte spiccano a livello qualitativo ‘Weird Places’ song di forte impatto e decisamente “pomposa” che apre positivamente il platter, ‘…In The Garden’, molto oscura e tetra, ma molto dinamica e rocciosa e ‘The Violin Of Erich Zann’, in cui il groove e le cui aperture melodiche in zona chorus , la cui concezione musicale, e la cui interpretazione dei due cantanti risulta sopra le righe. Questo combo ungherese è dunque pronto per vedere la luce attraverso l’oscurità che avvolge il music business; tale loro quindi una possibilità di ascolto…la loro musica potrebbe stupirvi, catturarvi e piegarvi al loro voler. Let the eastern european Prog Goth make his day!
Recensione a cura di Massimo 'Whora' Pirazzoli

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