Copertina 8

Info

Genere:Heavy Metal
Anno di uscita:2022
Durata:52 min.
Etichetta:Cruz del Sur Music

Tracklist

  1. AURORA BOREALIS
  2. THE MARINER
  3. AD BESTIAS
  4. SIRENS
  5. NORTHERN SKIES
  6. ARCTIC WINDS
  7. THE HYPERBOREAN

Line up

  • Rüsty: bass
  • MP: vocals, guitars
  • Mandy Martillo: acoustic guitars, vocals
  • Scud: drums
  • J. Geist: guitars

Voto medio utenti

No, i Fer De Lance non sono una band francese ma di Chicago, il loro nome deriva da una vipera particolarmente velenosa. E no, non starò qui a dirvi nuovamente di indossare le mutande di pelo d’ordinanza ed affilare la vostra lama, ormai dovreste sapere come comportarvi con album di questo tipo. Vero?
Ebbene, questa volta potrete lasciare il vostro cavallo nella stalla perché bisogna... salpare. Già, si parte per un viaggio disperato e ricco di sfide da affrontare, senza sapere se si farà mai ritorno. Questa è (grosso modo) la base del concept di The Hyperborean, qualcosa di talmente eroico, coinvolgente e fottutamente epico che non mi sarei mai aspettato arrivasse da oltreoceano. Ma non divaghiamo, buttate giù due Travelgum e partiamo.

I Fer De Lance si erano presentati a noi un paio di anni fa con un EP d’esordio davvero interessante che lasciava presagire ottime cose e oggi tornano con qualche novità. Il nuovo The Hyperborean è un album EPICO nel pieno e totale senso del termine. Grosso, vero, evocativo, ciccione, onirico, antico... "Odisseaco". Ma sì, inventiamo, cazzo ci frega.
Non si parla infatti (solo) di metal classico, non ci si concentra su riff cazzuti, abilità chitarristiche da smanettoni, non ci sono estensioni vocali da capogiro, ottovolanti ritmici. Direte, giustamente: “e cosa c’è allora?”. The Hyperborean è un distillato di Doomsword, Bathory, Atlantean Kodex, Crom, ventate doom e spazzi folk, un monolite di epicità che avanza mischiando continuamente chitarre acustiche ed elettriche, ritmi marziali e cadenzati, elementi della tradizione ad altri più estremi come blast beat, tremolo picking e voce a tratti sporca. E che atmosfera incredibile che riescono a creare.

Ora, sarà il periodo, sarà la vecchiaia, ma questo disco mi è entrato e mi ha commosso fin quasi alle lacrime.
Se una canzone come "Ad Bestias" non vi fa gonfiare il petto, non vi carica, non vi comunica niente è perché siete clinicamente morti.
Come accennato, i pezzi sono tutti molto quadrati, raramente appaiono accelerazioni o variazioni sul tema e tutto il disco è un susseguirsi di incastri perfetti, di alternanze tra chitarre acustiche dal sapore antico, folkeggiante e sferzate energiche, adagiate su una base ritmica massiccia su cui si fondono idealmente i Manowar dei primi quattro lavori ed un alone di Bathory sempre presente.
Ecco, le influenze di Quorthon appaiono qua e là in alcune ritmiche (come su "Sirens"), elementi dissonanti di certo black sinfonico si riscontrano su "Ad Bestias", oppure in canzoni più cattive come "Artic Winds" -una delle più estreme ed arrabbiate del lotto- in cui affiorano momenti in blast beat e harsh vocals, sempre abbinati a melodie dai rimandi folk ed eroici. La canzone termina poi con onde del mare che si infrangono sulla spiaggia e si legano idealmente alla successiva title track, una traccia lunga e scandita, dove la sensazione è quella di vivere fuori dal tempo, in un misto di tranquillità, solitudine e malinconia.

Rispetto al citato EP d’esordio i Fer De Lance hanno aumentato le parti estreme del loro suono ed amplificato l’aspetto eroico, con un grande uso della voce (che ha un timbro perfetto per questo genere), senza esagerare con i cori ed hanno aggiunto un sapore arcano, quasi mistico.
The Hyperborean è un disco realmente maschio, vero, senza facili melodie o motivetti canterecci, dove l’atmosfera eroica è sempre presente con il suo fondo di lieve malinconia. Spunta anche qualche breve inserto di voce femminile ad opera della brava Mandy Martillo, sempre ben inserito ai fini della storia narrata, mai invadente.

Una piccola critica a questo gran bel lavoro mi sento però di sollevarla (dopotutto, devo mantenere il mio status di brontolone), ovvero le canzoni sono tutte mediamente lunghe (oltre gli 8 minuti) e il loro andamento è piuttosto simile, il che porta ad una certa uniformità di fondo. Nonostante la seconda parte del disco sia un pochino più estrema con certi momenti doomy e declamatori, si sente l’esigenza di un paio di brani più brevi, veloci, impetuosi da inserire in scaletta per spezzare una lieve monotonia che si viene a creare.

The Hyperborean è IL disco epico del 2022. Durante l’ascolto è difficile tenere a bada il testosterone ed ancora più difficile sarà fare meglio in questo campo.

Recensione a cura di Francesco Frank Gozzi

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Ultimi commenti dei lettori

Inserito il 25 apr 2022 alle 22:28

Ho già fatto bel po' di acquisti epici questo mese e so già che dovrò aggiungere anche questo alla lista di maggio.

Inserito il 25 apr 2022 alle 18:36

Grande Frank, fomento ai massimi livelli!!

Inserito il 25 apr 2022 alle 11:46

Crooooommmm!!!!!

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