Copertina 8

Info

Anno di uscita:2021
Durata:43 min.
Etichetta:Alpha Dog 2T

Tracklist

  1. THE FIGHT OF OUR LIVES
  2. A MONSTER
  3. REVERIES
  4. HOLD BACK THE DARKNESS
  5. SAVE US FROM OURSELVES
  6. CRASH OF THE CROWN
  7. OUR WONDERFUL LIVES
  8. COMMON GROUND
  9. SOUND THE ALARM
  10. LONG LIVE THE KING
  11. LOST AT SEA
  12. COMING OUT THE OTHER SIDE
  13. TO THOSE
  14. ANOTHER FAREWELL
  15. STREAM

Line up

  • Tommy Shaw : guitars, vocals
  • Lawrence Gowan: piano, vocals
  • James Young: guitars, vocals
  • Todd Sucherman: drums
  • Ricky Phillips: bass
  • Chuck Panozzo: bass

Voto medio utenti

Assorbito il colpo della fuoriuscita di Dennis DeYoung, gli Styx fanno quadrato attorno al talento di Tommy Shaw, e danno un seguito a quel "The Mission" che segnava il loro ritorno ad un'opera inedita dopo circa tre lustri. Esattamente da quel "Cyclorama" che, se fosse stato ricordato come il testamento del gruppo, non avrebbe certo reso un buon servizio a musicisti di simile levatura.

"Crash Of The Crown" segna una continuità di "squadra" rispetto al lavoro precedente, nel sempre attuale motto che "squadra vincente non si cambia". Parlo ovviamente di consensi qualitativi, non certo di quote commerciali, che restano solo un pallidissimo ricordo delle vendite milionarie dei vari "The Grand Illusion", "Cornerstone" e "Pieces Of Eight". Prova ne sia il fatto che, esattamente come "The Mission", anche "Crash Of The Crown" esce per la loro etichetta personale, la Alpha Dog 2T. Gli Styx ripetono la strada della storia unitaria, quella che ai bei tempi si sarebbe definita concept-album, e lo fanno nel segno della sontuosità melodica, accentuando l'intensità delle stratificazioni vocali interpretate dai "tre tenori" Tommy Shaw/Larry Gowan/James Young. Come nella straordinaria "Long Live The King", un baluardo rock inespugnabile, ma soprattutto in canzoni come "A Monster" e "Reveries", che tuttavia necessitano di una buona dose di ascolti per permettere ad ogni singola frequenza di penetrare nell'epidermide alla corretta profondità. Non stupiscono nemmeno certe citazioni Pink Floydiane estetizzate in un'ottica squisitamente pomp, vedi la conclusiva "Stream" e la struggente "Hold Back The Darkness", ma è chiaro che la cifra da fuoriclasse della band si manifesta soprattutto quando il suono ricorda l'irripetibile passato.

È il caso della title-track, col suo finale opera rock degno dei migliori Queen, della strutturata "Common Ground", ma in particolare della commovente ballad corale "Our Wonderful Lives", che ripropone gli Styx a livelli di eccellenza francamente insperati. Discorso a parte merita invece "Save Us From Ourselves", col suo incedere maestoso eppure dichiaratamente elettrico, che confeziona probabilmente il refrain di più facile assimilazione dell'intero disco. Ovviamente produzione ed arrangiamenti non possono essere minimamente paragonati alle "condizioni contrattuali" di anni 70 ed 80, quando i loro 33 giri dominavano a ripetizione le classifiche americane.

Tuttavia, quella di "Crash Of The Crown" è una fiera autarchia artistica che paga in termini di credibilità e qualità. Bellissimo.

Recensione a cura di Alessandro Ariatti

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