Copertina 7,5

Info

Anno di uscita:2009
Durata:46 min.
Etichetta:Metal Heaven
Distribuzione:Frontiers

Tracklist

  1. REMEMBER YOU
  2. TO THE CROSS
  3. PRELUDE MISSING
  4. MISSING
  5. NOCTURNAL
  6. SIDE FX
  7. ALONE THEY RIDE
  8. CHASING YOUR DREAM
  9. GREAT DREAMER
  10. TAKE MY HEART AND RUN
  11. PROMISES

Line up

  • Paul Shortino: vocals
  • Micheal Voss: guitars
  • Roland Bergmann: bass
  • Micheal Mueller: bass
  • Johnny Douglas: guitars
  • Ralf Heyne: guitars

Voto medio utenti

Fin dai tempi dei Rough Cutt (una vera “fucina” di talenti se consideriamo che in quella formazione hanno transitato, tra gli altri, Craig Goldie, Jake E. Lee, Claude Schnell e alcuni dei membri fondatori dei Ratt …), ho sempre adorato la voce di Paul Shortino, il suo timbro graffiante e pastoso, edificato su potenti basi rock profondamente intrise di blues.
All’epoca del suo ingresso nei Quiet Riot molti non ne apprezzarono le conseguenze stilistiche, ma non il sottoscritto, che giudicò piuttosto “salubre” l’effetto che le tossine del Serpente Bianco avevano indotto sulla band del folgorante “Metal health”.
E’ abbastanza facile immaginare, a questo punto, il mio giudizio sulle sue successive collaborazioni (tra cui l’importante e felice partnership con il chitarrista J.K. Northrup) e su una carriera solista di tutto rispetto, soprattutto tenendo conto della coerenza del nostro nel sostenere la sua antica passione musicale, una forma molto viscerale di hard rock, capace di spingersi fino alle soglie dello street metal o di ammorbidirsi arrivando ai lidi frequentati dall’AOR, il tutto costantemente alimentato da quelle “radici nere” così salde nell’ugola del singer americano.
“Chasing my dream”, il nuovo capitolo di questa brillante parabola artistica, non smentisce tale assodata filosofia, e piacerà sicuramente a chi rimane affascinato da una semplice miscela di ballate, rock ‘n’ roll e blues, certo non rivoluzionaria, ma incredibilmente emozionante quando è riprodotta con la giusta forza espressiva, l’adeguato feeling, l’opportuna vigoria.
Ebbene, di questa “roba” ne troverete parecchia tra questi solchi, grazie all’abilità di rivisitare con genuina vitalità schemi musicali fortemente familiari e consolidati, offerta da un “veterano” ancora in grado confrontarsi efficacemente con i concorrenti più agguerriti del settore, siano essi “giovani promesse” o “vecchi leoni”, compreso quel Coverdale spesso riconosciuto come una delle sue influenze primarie.
Con il contributo di affermati professionisti quali Michael Voss (Casanova, Silver, Mad Max), Roland Bergmann (Mad Max), Michael Muller (Jaded Heart), Johnny Douglas (K2) e Ralf Heyne (Doc Heyne, Biss), “Chasing my dream” si manifesta come una pregevole miscellanea di virili cavalcate elettriche e romantici momenti melodici, gratificati da una levatura media che ne rende disagevole una qualsiasi forma di discriminazione, almeno per i seguaci della musica di Led Zeppelin, Whitesnake, Cinderella, Blue Murder e Baton Rouge, oltre che dei progetti in cui Mr. Shortino è stato protagonista.
Se fate parte della suddetta categoria, ritengo che non sarà facile rimanere impassibili di fronte alla poderosa “Remember you” e alla sentita title-track, con le loro risolutive linee armoniche sostenute dal tocco suggestivo delle tastiere o non considerare le floride pulsazioni emesse da “To the cross”, “Nocturnal”, “Side FX” e “Great dreamer” alla stregua di un salutare medicamento per corroborare cuore e muscoli.
Ai più “romantici” della compagnia, poi, consiglio la sentimentale e introspettiva ambientazione elettro-acustica di “Missing”, la garbata morbidezza di “Take my heart and run” (rilettura dei Bonfire) e la sinfonia Bolton-esque di “Promises”, mentre ai malinconici raccomando le vibrazioni di “Alone they ride” (tra Cult e Black Crowes), per un album in grado di trasmettere in uguale misura emozioni ed energia.
Paul continua imperterrito ad “inseguire il suo sogno” e visto che certi suoni “old-fashioned” sembrano riprendere quota anche tra le fasce “juniores” degli appassionati, sarebbe un peccato relegare “Chasing my dream” ad una esclusiva faccenda da fans “nostalgici” e non premiarlo in modo ampio solo perché quello del suo autore non è un nome esattamente di “moda”. Per una volta lasciamo che le sensazioni abbiano il sopravvento sulle logiche di mercato, e, pur sostenendo opportunamente quella “new generation” capace di rivalutare la lezione dei “classici”, non dimentichiamoci neanche di personaggi esperti come Paul Shortino, che, nonostante le notevoli qualità, non hanno finora ottenuto quanto avrebbero meritato.
Recensione a cura di Marco Aimasso

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