Copertina 7

Info

Anno di uscita:2021
Durata:23 min.
Etichetta:Indipendent

Tracklist

  1. BLACK SILHOUETTE
  2. CHANGES
  3. VOODOO LOVIN'
  4. I SEE DANGER
  5. BLUE EYED MASK
  6. LIVING AGAIN

Line up

  • Arthur: vocals
  • Daan: guitars
  • Tom: keyboards
  • Bert: bass
  • Evert: drums

Voto medio utenti

Sarò sincero, mi approccio quasi sempre con un mezzo sorriso ai dischi che virano sull’hard rock/heavy metal dei grandi nomi degli anni 70’. Un po’ perché sono di natura un eterno nostalgico, e non solo musicale, e quindi un’occasione di rituffarmi almeno solo con l'udito in quelle sonorità mi intriga sempre un po’, dall’altra parte perché finora non ho mai sentito proposte indecenti, o pessime che dir si voglia, quasi sempre oltre la sufficienza, al contrario di altri generi dove se da una parte scavando si possono trovare delle perle, dall’altra è piena di roba trita e ritrita.

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E i Captain Naysayer, quartetto proveniente dal Belgio, direi che ha soddisfatto appieno le mie aspettative. Con il loro primo EP omonimo, dove la copertina mi ha immediatamente ricordato i Gentle Giant, la band fonde influenze alla Deep Purple con passaggi melodici che ricordano gli Uriah Heep 70’s, con un tocco di personalità che sicuramente non guasta. Se la bella “Black Silhouttes”, energica ma anche delicata nell’uso delle tastiere, sembra riportare in mente l’heavy metal un po’ acerbo dei Riot di “Rock City”, con “Changes” si ha un cambio su lidi più rallentati, ma con chitarre dal sound quasi psichedelico, ottimamente eseguita dalla band. “Voodoo Lovin’” ha un bel gioco di cori sul ritornello, mentre la ballad “Blue-Eyed Mask” nonostante strumentalmente sia terribilmente affascinante, vocalmente il singer Arthur fa troppo il verso a David Byron, risultando un po’ stucchevole. “Livng Again” è invece un bell’hard rock movimentato dove si torna sulla vivacità dell’opener, ma con più ritmo, dimostrandosi un pezzo ben coinvolgente.

Nonostante qualche scivolone vocale, i Captain Naysayer delineano in maniera precisa il loro inizio carriera, e se le premesse sentite in questo EP sapranno rispettare quelle su un album di inediti, potrei essere pronto a rituffarmi tramite il pensiero nei seventies con molto piacere.

Recensione a cura di Francesco Metelli

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