Copertina 7,5

Info

Anno di uscita:2012
Durata:48 min.
Etichetta:SPV

Tracklist

  1. FIGHT NIGHT
  2. WONDERLAND
  3. MOJO TOWN
  4. ANGEL STATION
  5. YEAR OF THE GUN
  6. THE LAST STONE RIDER
  7. STEAL YOURSELF
  8. BURN YOUR HOUSE DOWN
  9. THE FEAR
  10. WAVING GOOD BYE

Line up

  • Phil Mogg: vocals
  • Paul Raymond: keyboards, guitars
  • Vinnie Moore: guitars
  • Andy Parker: drums

Voto medio utenti

E dopo l’ottimo come back dei Van Halen, ecco che questo 2012, iniziato davvero ottimamente, ci consegna il ritorno di altri quattro vecchietti arzilli, anzi, ancor più vecchi di Eddie e David, se vogliamo dirla tutta, ma con la stessa voglia di non mollare e di dimostrare di essere ancora in grado di spazzare via l’80% delle giovani band che si cimentano con il rock. Sì, signori, gli Ufo sono tornati, e alla grande aggiungerei io… Li avevamo lasciati tre anni fa con l’ottimo “The visitor”, e dopo averli visti in giro per i palchi di tutto il mondo, ecco che Pete e company tornano con un disco di gran classe, tanto bello quanto bruttina e anomala risulta essere la copertina, ma vabbè, non si può avere tutto dalla vita… Quello che conta, tutto sommato, sono le canzoni, e vi assicuro che quelle ci sono eccome… “Seven deadly” è un disco di rocciosissimo rock, nudo e crudo, come si faceva anni fa, e come solo i grandi di una volta sono ancora in grado di fare. Melodia, bei riff, bellissimi assoli, e la classe innata dei quattro musicisti, che non lasciano spazio a stupide e inutili autocelebrazioni (Moore compreso, il quale ha ormai abbandonato definitivamente i panni dello shredder per vestire quelli più eleganti di rocker di mezza età), ma mettono il proprio talento (e che talento) al servizio del gruppo e delle canzoni, talmente semplici da sembrare quasi banali ad un primo ascolto, ma ricche di quell’essenza che un disco rock deve avere. È questo il vero rock, di certo non quello patinato di stupidi fenomeni da baraccone che girano su MTV, basta ascoltare brani come “Burn your house down” o “The fear”, dal sapore fortemente blues, per capire dov’è la differenza tra chi cerca di spacciare la propria musica per quello che non è e chi queste sonorità, invece, ce le ha nel DNA. “Seven deadly”, come d’altra parte il suo predecessore, è un disco sincero, allegro, sanguigno, che si lascia ascoltare grazie a brani spumeggianti (“Mojo town”, “Flight night”, “Wonderland”), così come brani più riflessivi (“Waving good bye”, “Angel station”), ma in ogni caso di grandissima classe, arricchiti ancora di più dalla splendida interpretazione dell’attempato, ma sempre teddy boy, Phil Mogg, a volte quasi commovente. Ecco, è proprio emozionante la parola giusta per descrivere al meglio questo disco. I brani riescono a toccare determinati tasti di chi ascolta, e non è certo cosa da tutti… La dimostrazione di come queste sonorità siano ancora vive e vegete e di come riescano ad essere, ancora oggi, attuali e decisamente più valide di tante schifezze che le case discografiche ci propinano ogni giorno spacciandocele per le new sensation del rock. Signori, non fatevi prendere per il culo, e rivolgete le vostre attenzioni a chi ancora può permettersi di usare questa parola con orgoglio e a testa alta. E gli Ufo sono senza dubbio tra questi…
Recensione a cura di Roberto Alfieri

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