Copertina 8

Info

Anno di uscita:2020
Durata:32 min.

Tracklist

  1. DAMNED
  2. WITHOUT US
  3. HIGHER LOVE
  4. SAVE THE BEST
  5. TIMELESS CHILD
  6. TAKE ME TO THE RIVER
  7. FALLING
  8. GIVE IT UP

Line up

  • Stefan Blomqvist: vocals, guitar
  • Franco Santunione: guitar
  • Jan Emanuelsson: bass
  • Robert Karaszi: drums

Voto medio utenti

Nonostante la ormai considerevole militanza rockofila, il business discografico continua a sorprendermi, e non sempre in positivo. Com’è possibile che un gruppo come i Black Paisley debba pubblicare il suo nuovo album in maniera indipendente? Perché nessuna label ha saputo patrocinare uno dei dischi più intriganti del 2020 in fatto di classic rock?
Veramente difficile trovare una spiegazione plausibile, e una volta superata la stizza, al sottoscritto non rimane che provare a sensibilizzare l’attento pubblico dei Gloriosi sulle spiccate qualità degli svedesi, splendidi transcodificatori nordici di quella immarcescibile tradizione musicale anglosassone che vede mescolato hard, blues, southern, country e AOR.
Con l’ingresso del chitarrista Franco Santunione (ex Electric Boys) e l’estromissione delle tastiere, gli scandinavi acquisiscono in questo “Rambler” un pizzico di maggiore incisività, mentre continua a stupire la classe e la disinvoltura con cui viene trattata una “materia” talmente collaudata da rischiare costantemente l’effetto “parodia”.
Pilotate dalla voce piena e pastosa di Stefan Blomqvist le otto canzoni dell’albo si rivelano invece un autentico concentrato di sonorità “vecchio stile”, intrise però di quel quid che separa la brillante ispirazione dalla sterile “falsificazione”.
Così, ecco che ritrovare il gergo espressivo di Whitesnake (“Higher love”), Thunder e Bad Company (“Without us”, con il suo refrain da contagio immediato), Gary Moore (“Falling”), Thin Lizzy (“Take me to the river”), 38 Special e ZZ Top (“Damned”, “Timeless child”, “Give it up”) e Cheap Trick (la scanzonata “Save the best”) non si trasforma mai in un fastidioso déjà entendu ma diventa la vivida testimonianza di come influenze tanto prestigiose e riconoscibili si possano assimilare in modo assolutamente vitale e appagante.
Ascoltate tutto d’un fiato i trentadue minuti di “Rambler” e sono sicuro che anche voi li considererete la conferma incontestabile del notevole valore artistico dei Black Paisley, una band che non può proprio rischiare di finire fagocitata dalle sgomitanti e spesso poco meritocratiche convulsioni del rockrama contemporaneo.
Recensione a cura di Marco Aimasso

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