Unearth - III: In The Eyes Of Fire

Copertina 7,5

Info

Anno di uscita:2006
Durata:45 min.
Etichetta:Metal Blade
Distribuzione:Audioglobe

Tracklist

  1. THIS GLORIOUS NIGHTMARE
  2. GILES
  3. MARCH OF THE MUTES
  4. SANCTITY OF BROTHERS
  5. THE DEVIL HAS RISEN
  6. THIS TIME WAS MINE
  7. UNSTOPPABLE
  8. SO IT GOES
  9. IMPOSTORS KINGDOM
  10. BLED DRY
  11. BIG BEAR AND THE HOUR OF CHAOS

Line up

  • Trevor Phipps: vocals
  • Ken Susi: guitars
  • Buzz McGrath: guitars
  • John Maggard: bass
  • Mike Justian: drums

Voto medio utenti

Direttamente dagli States i non più novelli Unearth, una band con alle spalle tanto sudore da poter tenere testa a gruppi molto più affermati, tour ovunque, headliner con Black Dahlia Murder e Terror e spalla a band enormi come Slipknot, Killswitch Engage, Slayer, Black Sabbath, Judas Priest, Hatebreed e Damageplan (solo per citarne alcune), nonchè la loro partecipazione al famosissimo Headbanger's Ball di MTV2 e a grandi festival come il Rock Am Ring.

La band proveniente dal Nord America torna in scena con il terzo episodio ufficiale della loro carriera, (la banca dati della Metal Blade conta però 6 copertine) con "III: In The Eyes Of Fire" si propongono al pubblico leggermente evoluti rispetto ai precedenti lavori, un passo verso sonorità più metal ma sempre con un timbro ben marcato e riconoscibile di puro cattivissimo Hardcore prodotto da un certo Terry Date, che ha già messo le mani in gruppi come Soungarden, WhiteZombie, Nirvana, in "Cowboys From Hell" dei Pantera e se non mi ricordo male pure nell'album più acclamato degli stupendi Forbidden e in generale della storia del thrash, "Forbidden Evil".

Un disco dall'impatto istantaneo, 11 tracce potentissime come da sempre nell'hardcore, cariche di energia e ben strutturate, si inizia subito con la mia preferita, "This Glorious Nightmare", che parte con la carica giusta di chi vuole spaccare il culo a tutti, riff azzeccatissimi, fermati solo da alcune parti di Breakdown old school, si continua e tutto l'album non sembra mai perdere peso ed importanza, testi mediatici e molto carismatici, un discreto compromesso tra due generi molto di scena nel Massachusetts, stato di provenienza della band, "The Devil Has Risen" è capace all'improvviso di farti prendere in mano qualsiasi cosa assomigli ad un microfono e di urlare a squarciagola con loro, "Unstoppable" e le altre il fiocco definitivo a chiudere il pacco.

Album davvero molto interessante, per gli amanti del genere che non ne hanno mai sentito parlare sono sicuro che si tratterà di una piacevole scoperta.

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