1349 - The Infernal Pathway

Copertina 7,5

Info

Genere:Black Metal
Anno di uscita:2019
Durata:44 min.
Etichetta: Season of Mist

Tracklist

  1. ABYSSOS ANTITHESIS
  2. THROUGH EYES OF STONE
  3. TUNNEL OF SET VIII
  4. ENTER COLD VOID DREAMING
  5. TOWERS UPON TOWERS
  6. TUNNEL OF SET IX
  7. DEEPER STILL
  8. STRIDING THE CHASM
  9. DøDSKAMP
  10. TUNNEL OF SET X
  11. STAND TALL IN FIRE

Line up

  • Seidemann: bass
  • Ravn: vocals
  • Archaon: guitars
  • Frost. drums

Voto medio utenti

Il sentiero infernale della band norvegese, è sempre nel solco del più marcio e maligno black metal.
Questo nuovo lavoro, non è lontano dagli ultimi album della formazione guidata da Ravn.
Dopo svariati ep, rieccoli sul luogo del delitto; un luogo di perdizione e blasfemia.
Abyssos antithesis”, ci apre la strada con questa composizione ricca di cambi di tempo; il drumming di Frost è molto vario e soprattutto le chitarre sono nel più puro spirito black metal norvegese, fredde e letali.
Le vocals di Ravn sono degli scream cavernosi, e c’è anche un’apertura quasi thrash durante l’assolo di chitarra, per poi devastare con un blast beats da manuale.
Through eyes of stone”, parte con una rullata e chitarre arcigne, per poi diventare un bulldozer estremo.
Un brano che è un turbinio di blast beats, con chitarre in tremolo che ricordano qualcosa dei primi Immortal.
Il solo è composto da un accordo folle e maligno per poi deviare in un riffing cadenzato e possente.
Towers upon towers”, è uno degli apici del disco; dopo un riffing dissonante, ecco la marcia tellurica innestata dal combo nordico.
Un brano che ha anche un’anima epica nerissima e feroce in alcune aperture di chitarra; le rullate qui non si sprecano, e il chorus ripete il titolo prima del blast beats furente.
Striding the chasm”, sembra un brano thrash/black metal, provate ad ascoltare quei tempi veloci in doppia cassa doppiati dal riffing serrato della chitarra e converrete anche voi.
Il brano marcia deciso, con un andazzo veloce, marcissimo, quasi punk nella veemenza ma corroborato dalla malignità del metal estremo senza compromessi, come sempre Frost è una sicurezza come mazzolatore di professione.
Il brano conclusivo è davvero magnifico nella sua solennità ed epicità iniziale; dopo un’armonizzazione di chitarre quasi bathoriane, ecco un mid tempo malvagio, blasfemo e oscuro.
Lo screaming alto e feroce doppiato da vocals pulite rende ancor più sacrale la composizione; la marcia nell’intermezzo prende una piega thrashy feroce e serrata con un solo bruciante e adatto allo scopo; una conclusione nera e feroce.
Un disco pieno di nefandezza anticristiana, oscurità e dedicato al culto del demonio che fa bella mostra in copertina; i nostri non saranno degli innovatori, ma nel black metal sono e saranno sempre una sicurezza.
Recensione a cura di Matteo Mapelli

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