Copertina 7

Info

Genere:Heavy Metal
Anno di uscita:2006
Durata:13 min.
Etichetta:Dedalo

Tracklist

  1. OVER THE DESERT
  2. DISHONESTY
  3. BLACKOUT

Line up

  • Massimo Lodini: vocals
  • Francesco Fabbri: bass
  • Giacomo Ciccarelli: guitars
  • Luca Giberti: guitars
  • Paolo Pirola: drums

Voto medio utenti

La macchina del tempo ideta da Herbert George Wells è nuovamente tornata in azione, perlomeno in campo Metal.
Un altro salto in passato ed un'altra formazione emerge dalle nebbie del nostro passato: gli Hocculta. Questo gruppo milanese si era formato nel 1983 ma già l'anno successivo realizzava "Warning Games", un album che alla forte influenza del metal britannico (quello dell’epoca: Judas Priest, Iron Maiden e Saxon) univa forti rimandi agli Scorpions, sopratutto grazie all'interpretazione vocale di Massimo Lodini, una sorta di nostrano Klaus Meine.
Il secondo album, "Back in The Dark" vede la luce solo a cinque anni di distanza, dopo di che un lungo blackout sino all'anno scorso, quando Massimo Lodini, unico superstite della line-up originale, riesce a trovare gli stimoli e gli elementi giusti per ridare vita agli Hocculta. Il loro primo passo è proprio questo "Taste The Return", dove troviamo due pezzi concepiti originariamente nel periodo intercorso tra i due album del gruppo e la cover di "Blackout" degli Scorpions, dove Massimo conferma la sua bravura e pure l’accostamento a Meine.
"Over The Desert" e "Dishonesty" ci ripresentano gli Hocculta come li lasciamo. Il taglio eighties nei riffs, nei ritornelli e negli assoli, il sapersi indirizzare su melodie accattivanti eppure mai leziose o banali, con la calda voce di Lodini a raccordare il tutto. Delle due, "Over The Desert" è quella dall'impostazione più Hard Rock, mentre "Dishonesty" è schierata con le sonorità della NWOBHM, con il chitarrismo di Giacomo Ciccarelli e Luca Giberti a richiamare i Saxon, in un brano che è comunque caratterizzato dalle melodie dell'azzeccatissimo refrain.
La terza ed ultima traccia è la già citata cover di "Blackout", un riuscito tributo ad una band che ha sicuramente influenzato i primi passi degli Hocculta. I vecchi vinili del gruppo, a dispetto di ottime canzoni, avevano pagato una produzione non all'altezza, e dato che nemmeno ora "Taste the Return" brilla per la propria resa sonora, mi aspetto miglioramenti sotto questo aspetto.
Come annuncia lo stesso titolo di questo Mini CD, tre canzoni possono essere solo un piccolo assaggio del ritorno degli Hocculta. Fate che non sia solo un fuoco di paglia.
- We'll Play Again -
Recensione a cura di Sergio 'Ermo' Rapetti
Hard Rock & Traditional Heavy metal

Gli Hocculta sono stati un gruppo unico che non è ai margini e che riporta ai tempi del vero italian heavy metal e per chi li seguiva e li adorava, il richiamo di questo nuovo EP è seducente. Forse nessuna delle 3 tracce presenti(tra cui la ben riuscita cover degli Scorpions"Blackout") riuscira' a superare la grandezza di 'Along the River...'; tuttavia se questo è il ticket(accattivante soprattutto la melodica ed aggressiva "Dishonesty")per un nuovo album..

Ultimi commenti dei lettori

Inserito il 20 mag 2020 alle 22:38

Un gruppo unico che non è ai margini e che riporta ai tempi del vero italian heavy metal e per chi li seguiva,li adorava e idolatrava(anche per il loro stile di vivere),il richiamo è seducente.Non importa a nessuno adesso sapere da dove siano ricomparsi(o si potrebbe dire vero al passato,ma oggi non è più così).Dal punto di vista storico,hanno raccontato il panorama metal nostrano e particolarmente interessante è stato l'inserimento di 'Along the River...' nella compilation 'Metalmaster'del 1990(insieme ad altre realta' quali 'Death SS;Bulldozer;ecc)

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