Copertina 7,5

Info

Anno di uscita:2018
Durata:52 min.
Etichetta:Andromeda Relix
Distribuzione:GT Music

Tracklist

  1. HERE I AM
  2. ILLUSION
  3. THE CALL
  4. MISTAKES
  5. BATTLE WITHIN
  6. BEYOND THE CLOUDS
  7. WAIT FOR ME
  8. MASQUERADE
  9. UNTOUCHABLE
  10. SAND IN HAND
  11. MOMENTS AND ETERNITY
  12. EVENT HORIZON

Line up

  • Simone Rossetto: vocals
  • Andrea Bonomo: guitars
  • Nicola Salvaro: guitars
  • Manuel Stoppele: bass
  • Danilo Di Michele: drums

Voto medio utenti

Diciamolo subito … i Closer da Verona sono un’interessante “realtà” (attenzione, non “promessa” … un bel risultato per un gruppo alla seconda testimonianza discografica …) della scena metallica contemporanea.
Si presentano come una formazione dedita all’alternative, influenzata da Alter Bridge, Nickelback, Metallica e Creed, ma all’ascolto “Event horizon” si rivela qualcosa di più di una semplice emulazione di modelli artistici di grande popolarità, arrivando a concepire svariati intriganti orizzonti sonori, mantenendo costantemente una certa disinvoltura, edificata su buone idee e una tecnica esecutiva di notevole livello.
Il disco si muove dunque all’interno di diversi ambienti stilistici e piace in particolare l’approccio “progressivo” con cui viene trattata la materia, aggiungendo i nomi di Circus Maximus e Psychotic Waltz tra i potenziali numi tutelari della band.
La voce “alta” e tersa di Simone Rossetto rappresenta così una delle peculiarità dell’opera, sia quando sovrasta, come avviene in “Here I am”, "Illusion” e "Mistakes”, dosi imponenti di groove, e sia laddove si cala in contesti maggiormente d’estrazione progressiva, disseminati lungo il programma.
Non mancano nemmeno episodi più “radiofonici” e commerciali (“The call”, “Beyond the clouds”, "Untouchable” e lo slowWait for me”) ed è forse in questo campo che i Closer risultano leggermente meno efficaci, mentre è sufficiente anche un solo contatto con le complesse e adescanti architetture di "Battle within”, "Masquerade”, "Sand in hand” e “Moments and eternity” per rendersi conto che i nostri sanno gestire la “contaminazione” tra i generi in modo assai appassionante e sagace.
La pulsante title-track del Cd è il suggello finale a un modo di fare musica versatile e “fresco”, capace di convogliare tante suggestioni senza rimanere vittima del diffuso “stillicidio delle citazioni”, superato grazie a talento, cultura e a buone dosi di personalità.
Basterà per imporre i Closer all’attenzione di un pubblico di rockofili sempre più frenetico e ottenebrato dall’enorme scelta? Spero vivamente di sì …
Recensione a cura di Marco Aimasso

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