I
Cold Night For Alligators, nonostante il nome fighissimo, difficilmente diventeranno mai la mia band preferita. E qui, un bel "chissene" da parte dello sventurato lettore sarebbe più che lecito. Detto questo devo riconoscere ai cinque danesi di avermi positivamente impressionato con il loro esordio
"Course Of Events", un'ennesima conferma, se mai ce ne fosse stato bisogno, di quanto i confini tra un sottogenere e l'altro del metal siano sempre più indefiniti. L'immagine molto "pulita" del combo, che traspare anche dall'artwork davvero suggestivo, è decisamente in contrasto con la proposta, a dir poco estrema, che fonde sapientemente death metal (molto) tecnico, hardcore, atmosfere più rilassate tendenti all'ambient e strutture progressive. Ecco, "strutture" è forse la parola chiave di questo disco: un aspetto da segnalare è che, a differenza della maggior parte delle uscite discografiche di qualsivoglia genere dove "il meglio" si trova all'inizio e/o alla fine del lavoro, in questo caso, a giudizio di chi scrive, il materiale "più caldo" sta nel mezzo, tra le tracce
"Inconsistent" e
"Querencia", in cui i musicisti "respirano" un po' di più e non sono vittime di quella foga "trita-ossa" più marcatamente metallica. Altro merito dei CNFA è la capacità di sintesi che, al giorno d'oggi, è sempre meno scontata. I brani, dai minutaggi che mediamente si attestano sui 4 minuti, favoriscono l'ascolto di quello che è un sound molto complesso e ricco di sfaccettature. La performance, come è lecito aspettarsi, è chirurgica, così come la produzione, davvero corposa e definita. Dal vivo, dal 2008 a oggi, i CNFA hanno calcato con successo i palchi di India, Regno Unito, Germania, Belgio e Norvegia: auguro a qualcuno "che conta" di accorgersi presto di loro e alla band di rimanere coerente con sé stessa.
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