Boston è rock adamantino. Luogo diffuso di idee in chitarre.
I Sundrifter sono tre ma sanno di multitudine quando spingono sull'epicità, laica e astrusa, delle loro visioni ultraterrestri.
Musicano popolamenti alieni, civiltà psichiche #remote. Mondi sottesi, non dicibili. Ferruginose galassie non pensabili.
Suonano meno metal di quelle band stoner, che, scarse in acidità picchiano sugli effetti. Più progressive delle clone<>bands. Meno crossover grunge di certe compagini ostentamente raffinate nel porsi. Meno space colto di presunte bands.
Stanno distanti da "retrotopie folk".
La bellezza sta
- nella concretezza contraddittoria (poichè sublime) della stesura
- nella proposta originale e fragile
- nella "longevitå" - forse -
Lo spirito di Visitations solca deserti con estrema leggerezza: come una zappa di neutroni!
Polveri di Wildlights, di Truckfighters, di Porno For Pyros, di Sleep aleggiano quando il mood inpenna a fagiuolo.
Grande Musica su metal.it ---> Album da top venti del 2018: peccato averlo scoperto con uno scarto temporale atlantideo.
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