Copertina 7,5

Info

Anno di uscita:2002
Durata:47 min.
Etichetta:Locomotive
Distribuzione:Frontiers

Tracklist

  1. LOADED GUN
  2. NIRVANA
  3. SOMETHING NEW
  4. HIT THE GROUND
  5. NO DIRECTION
  6. UNDERGROUND
  7. FALSE IDOL
  8. XANEX
  9. SUPER POP
  10. NOW AND AGAIN
  11. PRINCE VALIUM
  12. END OF ENDS
  13. INSIDE

Line up

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La musica è una medicina. Tale semplice assunto ha indotto Logan Mader a lasciarsi alle spalle un futuro sicuro con i Machine Head ed i Soulfly per intraprendere una carriera solista in grado di curare con efficacia il suo animo di chitarrista tormentato. Almeno queste dovevano essere i presupposti, salvo incontrare Whitfield Crane, voce degli Ugly Kid Joe nei frenetici anni’90 e dei Life Of Agony; matura l’idea di una band vera, i Medication, completati da Kyle Sanders al basso e dai turnisti d’eccezione Josh Freese e Shannon Larkin dietro le pelli. Non un progetto ma un gruppo a tutti gli effetti, votato a melodie essenziali, chorus più o meno orecchiabili, ‘pause’ psichedeliche e i massicci riff di Mr. Mader. L’inziale “Loaded gun” dà l’impressione di una alternative band cresciuta a pane e metal, come l’altrettanto heavy “Nirvana”, vicina agli ultimi Life of Agony. “Something new” introduce il lato più psichedelico e drammatico del sound, salvo poi lasciare campo al pop rumoroso di “Hit the ground” e “No direciton” in cui Crane sfoggia un inedito stile ‘crooner’ molto vicino a Sott Weiland; tanta immediatezza riesce a vestirsi di eleganza retrò in “Underground”, un ballad ispirata che si stenta a credere sia stato scritto da Mader. Peccato che a tale grazia succeda l’anonima “False Idol”. Fortunatamente la successiva heavy ballad “Xanex”, che in epoca di ‘neogrunge band’ potrebbe davvero dire la sua, riporta il disco su livelli adeguati. Dopo altri due brani buttati là come “Super pop” e “Now and Again” arriva la mattonata “Prince valium” ad aumentare il non altissimo tasso di adrenalina: la potenza del pezzo in questione, forte di echi sabbathiani e desertici, compensa le pause che il gruppo si concede anche in “End of ends”, mid tempo assolutamente scontato in cui il tentativo di risvegliare i fantasmi della Seattle più psichedelica si scontrano con un background non in grado di supportare i musicisti, idee meglio sviluppate nella cupa “Inside”, ben interpretata da Crane, protagonista del disco a dispetto di un Mader poco appariscente. I Medication hanno prodotto un disco con alcuni bassi e degli alti di grande pregio, cercando di scostarsi da quanto fatto in precedenza nelle passate vite musicali dai loro membri. Sicuramente il buon successo ottenuto nei concerti che hanno preceduto l’uscita di questo lavoro testimonia il rispetto che il gruppo ha, una stima dovuta ai nomi coinvolti; resta da vedere se “Prince valium” sarà destinato a sfondare nel mercato alternative e in quello metal o a rimanere dimenticato nell’oblio di una terra di nessuno che tante volte ha condannato musicisti più o meno buoni. Medicina o veleno mortale?
Recensione a cura di Emanuele Rossi

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