Quando si seguono le sorti di una band da decenni significa due cose, la prima è che non sei più un ragazzino, la seconda è che questa band, sia che abbia avuto un largo riscontro sia che non abbia avuto modo di emergere, ti è rimasta nel cuore e qualsiasi passo abbia compiuto in carriera, positivo o negativo che sia, abbia segnato in qualche modo una piccola parte della tua vita.
Gli Enemynside fanno parte di questo mio piccolo mondo, così lontano e radicato nel tempo che la mia mente mi inganna e non so più se averli visti la prima volta dal vivo nel mio liceo quando ancora si chiamavano Scapegoat è solo uno scherzo della mia memoria che ha costruito tutto questo per assecondare la mia fantasia o sia una delle mille cose che non riesco più a mettere a fuoco.
In ogni caso è bello parlare di questo ritorno degli Enemynside. Ritorno sì, perchè per quanto fosse stato confezionato con cura, attenzione, meticolosità e professionalità, la svolta sonora di "
Whatever Comes" non era mai riuscita a conquistarmi, un po' perchè non riesco mai a farmi trascinare dal (tanto) groove inserito nel contesto thrash metal, un po' perchè non riuscivo a percepire quella freschezza ed impatto con le quali gli Enemynside mi avevano travolto negli anni ed i lavori precedenti.
Ed è stata una grande sorpresa ritrovare Matteo Bellezza e Francesco Cremisini così convinti e pieni di energia, al punto che questo EP "Dead Nation Army" - e non ho alcun dubbio nell'asserirlo - contiene almeno tre brani tra i migliori della loro intera discografia, e sinceramente con tutta la simpatia ed il sostegno che ho sempre avuto per il combo romano non pensavo che questo fosse possibile, specie dopo la delusione dell'ultimo lavoro uscito su Mighty Music ormai oltre 5 anni fa.
Accompagnati per l'ennesima volta da una nuova sezione ritmica, con Andrea Pistone e Fabio Migliori rispettivamente al basso e batteria, gli Enemynside ripartono da un thrash diretto, d'assalto, in pieno old bay area style, comunque attento alle linee melodiche, con chorus coinvolgenti e trascinanti, e con cori "da fomento" come mi piace sempre dire, e l'iniziale "For All the Jerks" direi che rappresenta al 100% per vigoria e stile il rinnovato corso degli Enemynside.
L'ignoranza si fa ancora più evidente, in senso evidentemente più che positivo, nella successiva "Devil in Disguise", più aggressiva ed incitante alla sommossa che mai, ed è qui che emergono maggiormente i richiami ai Testament di "The New Order" che aleggiano sull'intero "Dead Nation Army", anche per quanto riguarda gli assoli, sempre fulminei ed efficaci.
"Buried Past", più variegata e melodica delle precedenti, ha il particolare pregio di un ritornello dal retrogusto malinconico e di un gusto della solista ancora più sviluppato, mentre la conclusione di questi velocissimi 16 minuti è lasciata ad "Involution Revolution", più "rotonda" come composizione e senza dubbio la più groovosa del lotto...ma senza esagerare ;)
Non so quale futuro attenderà i non più giovani Enemynside, ma so che il non più giovane Graz continuerà a seguirne i passi in maniera attenta e premurosamente interessata. Cosa che dovrebbero fare tutti coloro che - se al mondo ce ne sono ancora - seguono il thrash metal nello stile e nella maniera che lo hanno celebrato al meglio.
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