Copertina 6

Info

Genere:Power Metal
Anno di uscita:2017
Durata:61 min.
Etichetta:Pride & Joy Music

Tracklist

  1. EXCITARE AD LUCEM
  2. ANOTHER LIFE
  3. GUARDIANS OF THE LIGHT
  4. SANDS OF TIME
  5. LOST IN THE DARKNESS BELOW
  6. TEST OF TIME
  7. TRAIL OF TEARS
  8. WHERE REALITY ENDS
  9. FROM THE ASHES
  10. ANSWERS IN A DREAM
  11. LAND OF LIGHT

Line up

  • Frode Hovd: guitars
  • Christer Harøy: guitars
  • Jimmy Hedlund: guitars
  • Roland Grapow: guitars
  • Eskild Kløften: guitars
  • Filip Koluš: guitars
  • Rayner Harøy: bass
  • Mike LePond: bass
  • Ronnie König: bass
  • Filip Andel: bass
  • Kenneth Skarsvaag: bass
  • Andreas Nergård: drums, synths
  • Uli Kusch: drums
  • Robert Myrhaug: drums
  • Mistheria: synths
  • Peter Danielsen: synths
  • Gabriels: synths
  • Fabio Lione: vocals
  • Todd Michael Hall: vocals
  • RIck Altzi: vocals
  • Mathias Blad: vocals
  • Jonas Heidgert: vocals
  • Tommy ReinXeed: vocals
  • Yannis Papadopoulos: vocals
  • Rob Lundgren: vocals
  • David Åkesson: vocals
  • Marit Minniva Børresen: vocals
  • PelleK: vocals
  • Bernt Fjellestad: vocals
  • Vasilis Georgiou: vocals
  • Sigfried Samer: vocals
  • Kristoffer Göbel: vocals
  • Mina Giannopoulou: vocals

Voto medio utenti

A.D. 1247. In una tomba situata in quella che una volta avrebbe dovuto essere la città di Babilonia, viene recuperata una pergamena scritta dal Creatore in persona che parla di un mondo sconosciuto alla civiltà, Aldaria, una specie di Purgatorio dove si svolgono le vicende di questo "Land Of Light"...

Ricorda niente? Massì suvvia, siete esperti in materia. Eccoci davanti all'ennesimo concept/polpettone power metal, ricco di ospiti (a lato potete vedere l'elenco completo) prodotto nientepopodimeno che da Roland Grapow (ex-Helloween, Masterplan) e da Jacob Hansen (Primal Fear, Doro, Volbeat).

Il norvegese Frode Hovd (un Tobias Sammet "de noantri") non ha badato a spese e ha dato vita a un progetto ambizioso che farà la gioia dei nostalgici dei bei tempi che furono ma che al contempo suscita più di una perplessità...

Sarò franco, sono stufo di tanti cliché. Non ce la faccio più ad ascoltare intro sinfonici con tonnellate di cori in latino ("Excitare Ad Lucem"), cavalcate heavy-power di chiara ispirazione teutonica ("Another Life", "Lost In The Darkness Below", "Where Reality Ends", "From The Ashes"), ballate zuccherose ("Sands Of Time", "Trail Of Tears"), citazioni che rasentano il plagio ("Guardians Of The Light" fa il verso a "Vain Glory Opera", "Test Of Time" scippa la strofa a "Eagle Fly Free", la sopraccitata "Trail Of Tears" sembra "Tomorrow" degli Edguy), mega-suite finali di chiusura del full-length (e pure la titletrack non è che si distingua molto da "Theater Of Salvation").

Ma c'è un "ma". Anche se gli Aldaria non fanno niente che non sia già stato fatto da altri prima di loro (e, permettetemi, meglio di loro), pare che il mercato continui a desiderare dischi siffatti (altrimenti non ne uscirebbero così tanti), per cui non si può non tenerne conto e non si può far finta che non sia vero. Ecco perché devo/voglio concedere una sufficienza "politica": in fondo sapete perfettamente cosa state comprando con largo anticipo (cover e tracklist lasciano spazio a pochi dubbi).

Chiudo con una citazione di Grazioli: "gli Aldaria potevano rubare meglio, ma la casa era quella giusta". Profetico.

Recensione a cura di Gabriele Marangoni

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Ultimi commenti dei lettori

Inserito il 29 mar 2017 alle 15:54

sono molto indeciso su questo album...uhmmm

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