Copertina 7,5

Info

Genere:Power Metal
Anno di uscita:2012
Durata:41 min.
Etichetta:Liljegren Records/Doolittle Group

Tracklist

  1. ENTRANCE
  2. FUGUE STATE
  3. REASON AND PSYCHOSIS
  4. SEND MY MESSAGE HOME
  5. THUNDERNIGHT
  6. WIN
  7. DON’T BELONG
  8. STARE INTO MY EYES
  9. BORN IN BABYLON
  10. BAG OF TRICKS
  11. CONFLAGRATE MY HEART

Line up

  • PelleK: Lead & backing vocals, keyboards
  • Tommy ReinXeed: Guitars, bass, keyboards, backing vocals, orchestration, drums, programming
  • Gisha: Guitars
  • Oliver Hartmann: Lead vocals on "Reason and Psychosis"
  • Marit Borresen: Lead & backing vocals
  • Amanda Sommerville: Lead vocals on "Send My Message Home"
  • Anders Ringdal Strom: Acoustic guitar, lead vocals on "Born In Babylon"
  • Tommy Karevik: Lead vocals on "Stare Into My Eyes"

Voto medio utenti

Norvegesi maledetti. Abbiamo sempre da imparare. Eccovi l’ennesima lezione.

Per Fredrik "PelleK" Åsly è un giovane, dotatissimo (si parla di ben 4 ottave di estensione) cantante/musicista norvegese, il quale nel 2009 si piazza tra i finalisti della versione nordica di X Factor, cantando SOLO brani power metal.
Dopo il successo mediatico e le ovvie incombenze televisive/massmediatiche, PelleK decide di metter mano alla penna e, oggi, ci presenta il suo primo full length album, intitolato “Bag of Tricks”. Al suo interno, 11 brani di power metal melodico e prodotto in maniera deliziosa dal ‘solito’ Tommy ReinXeed, che si occupa anche di buona parte degli strumenti. Come se non bastasse, Pellek si fregia di ospitare nomi illustri della scena metal scandinava: Oliver Hartmann, Amanda Sommerville, Tommy Karevik ed altri, con i quali dà vita a duetti da brividi su buona parte dei pezzi.

L’album, a parte un paio di fillers, si mantiene su livelli davvero eccellenti per la quasi totalità della sua durata, denotando una vena artistica forte e sana, che consente a Per di inanellare tanti bei brani di power molto ben costruito, e suonato davvero con i cosiddetti. Prova ne sia, in mezzo a tutti questi duetti, la strepitosa strumentale “Bag of Tricks”, o le più che convincenti “Fugue State”, “Reason and Psychosis”, il meraviglioso lentone “Don’t Belong” e molte altre piccole perle sparse qua e là.

Questo è quello che si fa in Scandinavia: favorire la Cultura, valutando come tale anche l’heavy metal, in Italia considerato tutt’al più musica per drogati, in Norvegia trattato invece con il rispetto e l’attenzione che merita qualsiasi forma di espressione, soprattutto se coinvolge una grossa fetta delle giovani generazioni. Sono nato nel posto sbagliato.
Recensione a cura di Pippo ′Sbranf′ Marino

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