Copertina 7

Info

Genere:Power Metal
Anno di uscita:2016
Durata:61 min.
Etichetta:Inner Wounds Recordings
Distribuzione:Andromeda

Tracklist

  1. ANTHEM FOR FREEDOM
  2. TRUTH
  3. THE BARGAIN OF LOST SOULS
  4. DREAMSTATE
  5. AWAKENED BY THE LIGHT (UNIVERSAL MIND)
  6. A WORLD THAT BURNS
  7. SEVEN
  8. THE JAGUAR PRIEST
  9. THE FORCE OF OUR CREATION
  10. XIBALBA

Line up

  • Elina Laivera: vocals
  • Henrik Bath: vocals
  • Michael Alexander: guitars, growl
  • Alex Landenburg: drums
  • Emanuele Casati: keys
  • Nils K Rue: guest vocals
  • Mark Jansen: guest vocals
  • Charlie Dominici: guest vocals
  • Diego Valdez: guest vocals
  • Alessandro Bissa: guest drums
  • Mike LePond: guest bass
  • Johan Reinholz: guest guitars

Voto medio utenti

Il mio voto arriva dopo tanti, ma tanti ascolti, che sono serviti ad assimilare un album inizialmente molto poco convincente ma in grado, pian piano, di coinvolgere ed emozionare. Intendiamoci, non siamo al cospetto di un capolavoro, ma semplicemente di un onestissimo lavoro di power/prog ben scritto, ben suonato, ben registrato e piacevole da ascoltare.

Il mastermind Michael Alexander mette insieme una schiera di nomi altisonanti (vedere il box a fianco, non mi piace fare le liste della spesa) e, soprattutto a livello vocale, ci regala un album intricato e affascinante, carico di colori e sfumature. A livello di interpretazione vocale, credetemi, funziona davvero tutto, rendendo il disco un viaggio interessante e fatto di emozioni sempre diverse. Anche le parti growl non risultano invadenti ma aggiungono efficacia alle parti più cattive senza far scadere le sfuriate nell'effetto "caduta di pentolame".
Per quanto riguarda la parte strumentale, leggendo i nomi dei drummer potete ben capire come potenza e precisione abitino qui e non le si possa sfrattare nemmeno con le ruspe. Tra l'altro, bandierina tricolore in alto per la prova sempre impeccabile di Alessandro Bissa e le magiche tastiere di Emanuele Casali. A livello chitarristico, anche se non ci sono assolutamente pecche da segnalare, forse si poteva osare un po' di più, ma nel contesto e nell'equilibrio di un concept probabilmente è anche giusto mettersi al servizio della storia.

Vedete voi, siamo lontani dalla magnificenza di altri progetti di questo tipo (chi ha detto Avantasia?) ma un giro vale davvero la pena di farselo. Probabilmente non sarà più nel vostro stereo tra un anno, ma succede spesso, niente di così grave.
Recensione a cura di Alessandro Quero

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