Copertina 9

Info

Anno di uscita:2014
Durata:46 min.
Etichetta:Frontiers Records

Tracklist

  1. TIME TO LET GO
  2. HOW WILL I KNOW?
  3. SHOUT 'TILL YOU WAKE UP
  4. CAN'T LET GO
  5. HOW DO YOU SLEEP AT NIGHT?
  6. OVER THE LINE
  7. THE MACHINE
  8. HOLD ON TO LOVE
  9. NATALIE
  10. THE TURNING POINT
  11. MY WAKING DREAM

Line up

  • Lars Safsund: vocals and keyboards
  • Robert Sall: guitars
  • Herman Furin: drums

Voto medio utenti

Nomen omen.


Potrebbe aprirsi e chiudersi semplicemente così, con questa celebre locuzione latina, la mia recensione del nuovo album degli svedesi Work of Art. Niente giri di parole, niente lodi sperticate, nulla di nulla.
Opera d'arte. Un nome sicuramente altezzoso, ma che mai come in questo caso risulta essere un presagio positivo, adattissimo a descrivere ogni nota uscita dalle teste dei 3 musicisti scandinavi.

La loro storia ve l'ho già raccontata nella recensione del precedente "In Progress", album bellissimo ma che non è mai riuscito ad uscire dall'ombra dell'esordio "Artwork", vera perla di AOR e finora capolavoro assoluto degli Work of Art.
Finora.
Si perchè, senza insistere eccessivamente sui paragoni, questo nuovo "Framework" è qualcosa di più, sotto tutti i punti di vista. Più AOR, più ottantiano, più maturo, più..più..più bello.
Fin dalle prime note dell'opener "Time to Let Go" ho capito che c'era qualcosa di diverso in questo disco, qualcosa che finora, pur nell'estrema bellezza, i due precedenti dischi non erano riusciti a tirar fuori. La freschezza c'è sempre stata, ma qui si raggiunge davvero lo stato dell'arte. Il brano scorre piacevolissimo e coinvolgente, strofa allegra e ritornello arioso, prima del climax dell'assolo di chitarra attorno al terzo minuto. E poi ancora ritornello e la fine del primo orgasmo.
Ogni brano di "Framework" ha ragione di esistere, ogni nota è puro piacere. "How Will I Know" riprende esattamente dove l'opener finisce, "Shout 'till You Wake Up" è un brano che Kenny Loggins avrebbe voluto scrivere e cantare con tutte le sue forze, "The Machine" potrebbe essere l'emblema dell'AOR del nuovo millennio.
Chitarre e tastiere si uniscono in ogni brano creando melodie strepitose e mai banali, accompagnate dalla voce cristallina e magistrale di Lars Safsund, ormai una delle ugole più riconoscibili e apprezzate dell'intero panorama hard rock mondiale.

Più belli di "In Progress"? Si. Più bello di "Artwork"? Forse. Disco stupendo? Senza dubbio. E direi che è più che sufficiente, perchè "Framework" degli Work of Art dovrebbe essere definito semplicemente per quello che è, senza confronti e classifiche.
Opera d'arte.
Nomen omen.


Quoth the Raven, Nevermore..
Recensione a cura di Andrea Gandy Perlini

Ultime opinioni dei lettori

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Ultimi commenti dei lettori

Inserito il 19 set 2014 alle 11:51

Suonate le campane per quest'album!!! Che gruppo...disco dell'anno, e non solo AOR.

Inserito il 19 set 2014 alle 11:29

Due 9, va ascoltato quanto prima!!

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