Copertina 6

Info

Genere:Power Metal
Anno di uscita:2002
Durata:44 min.
Etichetta:Low Frequency
Distribuzione:Frontiers

Tracklist

  1. DEAD OF THE DAWN
  2. TOURNAMENT
  3. THE QUEST
  4. IN ME
  5. HEART OF THE HOLLYWOOD
  6. FOLLOW THE SIGN
  7. NOSTRADAMUS
  8. MARY CELESTE
  9. AVENUE
  10. ANCIENT RITES

Line up

  • Sami Huotari: vocals
  • Risto Silenius: guitars
  • Keijo Koivikko: bass
  • Matti Torro: drums
  • Mika Pojhola: keyboards

Voto medio utenti

Messo su il CD mi lascio subito conquistare dall'opener "Dead of the Dawn", una canzone con un feeling retrò da Pomp Rock band ma dal taglio moderno e spigliato, che concede molto all'aspetto melodico e che può ricordare gli Europe. Scorro poi la biografia e leggo con dispiacere che Sami Huotari, il cantate, ha avuto grossi problemi di salute ed ha dovuto lasciare il gruppo finlandese. Non che Huotari sia un fuoriclasse, ma la sua voce alta e squillante mi sembrava davvero adatta al contesto e se l'era cavata in maniera più che dignitosa. Un altro peccato è scoprire come poi nel suo sviluppo l'album perda più di qualche colpo. "Tournament" è maggiormente compatta e battagliera (anche nel testo) ma nonostante alcuni buoni momenti sembra incompleta... anzi inconcludente. Ecco come si può riassumere il maggior difetto di questo "Ghost In Paradise": i brani partono quasi sempre bene, ma il più delle volte si perdono per strada. Tra le canzoni che soffrono di questa pecca, finiscono al volo "The Quest" e "Ancient Rites". Se la cavano sicuramente meglio Heart of the Hollywood", dove si mettono in risalto le tastiere di Mika Pojhola (che però non sempre si ripete nel resto dell'album), e "Nostradamus", due brani con reminescenze neoclassiche che tirano in ballo ovviamente Rainbow e Malmsteen. Non sono male nemmeno "Follow The Sign", dove i Myon aumentano nuovamente i ritmi avvicinandosi ad un contesto più powereggiante, e la ritmata "Mary Celeste", con un coro che evidenzia l'aspetto più easylistening del gruppo. Comunque il brano migliore i Myon lo avevano piazzato in apertura: la già citata "Dead of the Dawn". Attivi sin dal 1995, i Myon erano arrivati al debutto nel 1999 per la Noise con l'album "Heaven's Garden", ma è ora l'etichetta finlandese Low Frequency a dar loro una seconda chance, secondo me meritata, eppure con "Ghost In Paradise" potevano sicuramente fare qualcosina di più.
Recensione a cura di Sergio 'Ermo' Rapetti

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