Hierosonic - conciousness.fame.god. money.power

Copertina 8

Info

Anno di uscita:2012
Durata:36 min.
Etichetta:Soundmine Musicworks
Distribuzione:Frontiers

Tracklist

  1. SLAVE MACHINE
  2. BAPHOMET
  3. THE MEDIA TAUGHT YOU THAT
  4. TONGUES
  5. YOU'RE MINE
  6. DANCE TO WAR
  7. PAPER NATION
  8. PARADOX
  9. INFINITY
  10. THE WORLD UPSIDE DOWN

Line up

  • Ben Stewart: vocals
  • Jarred Cannon: guitar, vocals
  • Mike Stang: bass, vocals
  • Brandon Krotser: keyboards, vocals
  • Randy Elmy: drums

Voto medio utenti

Il nuovo disco degli Hierosonic potrebbe essere usato come pietra angolare per stabilire uno dei “limiti” del nostro portale. Tale affermazione vuol sottintendere che, nella musica degli Hierosonic, la componente che li possa ricondurre ad un portale di rock e metal è si presente, ma non preponderante.
Non fatevi comunque fuorviare da questo mio cappello introduttivo, dato che il qui presente “conciousness.fame.god.money.power” è un disco tutt’altro che trascurabile.

Basato su una pletora di influenze, dal rock al pop, dall’elettronica alla new wave, dal crossover ad un certo –core di matrice americana, il sound degli Hierosonic si è andato via via costruendo e raffinando con il passare degli albums, fino a trovare una sua ideale quadratura del cerchio proprio in questo 2012, ed in un platter che presenta una serie di elementi decisamente interessanti. Partendo proprio dalla produzione, elemento imprescindibile in un’epoca in cui far suonare bene un album è una cosa relativamente molto, molto più semplice di quanto potesse esserlo 20 anni fa. Aggiungete a questo il fatto che i cinque statunitensi hanno un gusto ed una naturale predisposizione alla sperimentazione, che li porta a non soffermarsi mai più di tanto su una struttura-canzone confinata e statica, portandoli anzi spesso e volentieri a confrontarsi con momenti di sperimentazione pura. Un album dunque solido e ben costruito, questo nuovo parto degli Hierosonic ha il pregio di mettere in luce le molteplici inclinazioni artistiche della band, dai brani più carichi come la conclusiva “The World Upside Down”, alla aperture un attimo più pop del primo singolo “The Media Taught you That”, passando per atmosfere lisergiche e contaminatissime come nella conturbante “Tongues”, a mio avviso un brano delizioso. Potrete sentirci di tutto, dai Linkin Park ai Faith No More fino alle teen metal boybands di oggigiorno, ma è innegabile che gli Hierosonic abbiano una dote che non si compra, e che si chiama personalità.

Non posso che esprimere, a me stesso prima che a voi, la sorpresa nel constatare che, seppur non metal, seppur estremamente contaminato, questo album ha un fascino incredibile. Pollice verso per gli Hierosonic, e per la vita, che continua a rifilarmi lezioni una dietro l’altra, dalle più grandi alle più piccole.

Recensione a cura di Pippo ′Sbranf′ Marino

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