Copertina 6,5

Info

Anno di uscita:2010
Durata:46 min.
Etichetta:Rude Records
Distribuzione:Self

Tracklist

  1. IN YOUR ARMS
  2. EVERYTHING IN ME
  3. BURN
  4. STARS
  5. WHERE ARE YOU NOW
  6. SPIDERS
  7. FORGET ABOUT ME
  8. WAKE ME
  9. DOWN
  10. SINKING SAND
  11. AM I SO BLIND
  12. CALIFORNIA SUMMER
  13. IN THE END

Line up

  • Robin van Loenen: vocals, rhythm guitar
  • Hubrecht Eversdijk: guitar, backing vocals
  • Laurens Troost: keyboards, synthesizers, backing vocals
  • Tom Vorstius Kruijff: bass, backing vocals
  • Robin Faas: drums

Voto medio utenti

Look “giusto”, un produttore autorevole (James Paul Wisner, già con Fall Out Boy, Paramore, New Found Glory ecc.), label prestigiosa e una miscela accurata di pop-punk ed emo-rock, fanno degli olandesi Destine un gruppo dalle sicure prospettive commerciali, sulla scia di My Chemical Romance, Jimmy Eat World, Saves The Day e degli stessi New Found Glory.
Roba da “rock heavy rotation” radiofoniche (anche la durata dei pezzi è perfetta per lo scopo!), da concerti affollati da ragazzine “urlanti” ed eccitate, da giovani cuori infranti, forse un po’ “difficile” da comprendere fino in fondo da quelli della mia “generazione”, ma capace di mettere in campo pure un rilevante talento espressivo, che va al di là dell’astuzia di un prodotto che sembra proprio fatto apposta per “vendere”.
Insomma, in tutta questa meticolosità “mercantile”, si percepisce anche parecchia istintività, autentica sensibilità e “semplice” vocazione alla materia, oltre ad una determinazione e convinzione sicuramente sopra la media, qualità che, tutte insieme, evidentemente hanno contribuito ad un patrocinio così importante e blasonato.
Segnalare dei brani, in un programma pieno di canzoni dai ritornelli sempre orecchiabili e dalle linee melodiche “scientificamente” equilibrate tra romanticismo, malinconia ed energia, non è semplicissimo e per questo mi limiterò a menzionare la grinta superiore di “Spiders”, come un piacevole “diversivo”, e la graziosa “Down”, che “merita” una nota di cronaca supplementare solo per essere una cover di Jay Sean (featuring Lil Wayne … due personaggi troppo lontani dai miei gusti musicali … per inciso, la versione originale è terribile …).
“Lightspeed” è, dunque, un buon album, cui approcciarsi con la giusta mentalità, che troverà i favori del pubblico appassionato e che verosimilmente consacrerà (anzi lo sta già facendo, visto il successo europeo della band) i Destine come l’ennesima “next big thing” della scena … la speranza (vana?) è che con il successo e la maturità arrivi anche un minore ricorso ai suoi tipici “luoghi comuni”.
Recensione a cura di Marco Aimasso

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