Copertina 7

Info

Anno di uscita:2007
Durata:47 min.
Etichetta:Edge Records

Tracklist

  1. PARTING PORTENTOUS
  2. THE DEVIL TAKE THE HINDMOST
  3. KISS AND KILL YOUR BOYFRIEND
  4. DELIRIUM I - BLUE MESCALINE
  5. DELIRIUM II - THE TREMENS
  6. THE WEIGHT OF ONENESS
  7. JOURNEY
  8. USEHER FRIENDLY
  9. PARABLE
  10. ROLL AND ROCK
  11. THE HUMIDOR (BUTIROMETER)

Line up

  • Máté Tilk: vocals
  • Attila Rékasi: drums
  • Tamás Reich: guitars
  • Attila Horváth: guitars
  • Miklós Anga-Kis: bass
  • Bálint Csongor: vocals

Voto medio utenti

I Subscribe arrivano dall'Ungheria con un carico di...
Beh, mica è facile descrivere quello che ci propongono questi sei ragazzi con il loro secondo album, "Stuck Progress to Moon", uscito per la locale Edge Records un paio d'anni fa ma solo ora giunto dalle nostre parti.
Dopo le spiazzanti ed ingannevoli note di pianoforte dell'introduttiva "Parting Portentous", i Subscribe sparano una serie di brani energici, con una coppia di chitarre affilate e sopratutto due cantanti aggressivi, mostrando comunque la capacità di saper passare da sferzate furiose ad un approccio più melodico ed accattivante, che ha una base Hardcore sulla quale giocano sonorità Jazz ("Kiss and Kill Your Boyfriend") e Death, ma pure Rap, Reggae ("Roll And Rock") e Funk ("Useher Friendly"). Tante, infatti, le influenze che si riescono a percepire scorrendo "Stuck Progress to Moon", e tra queste si possono citare, ad esempio, i Rage Against The Machine, ma anche i Soilwork, System of a Down, Beastie Boys o i Faith No More, ma tutto sommato i Subscribe escono comunque svincolati da particolari dipendenze e mostrano quella freschezza che è evidente sia nei brani incisi in studio sia in quelli dal vivo.
Già, essendo un DualDisc, i Subscribe ti permettono di girare il dischetto come si faceva una volta con il vinile, ma al di la del calore e del caro vecchio fruscio, qui siamo ormai su un altro pianeta: ecco che alla possibilità di ascoltare musica si affianca quella di poter vedere i Subscribe sulle assi del palco, ripresi ad un concerto risalente al 2006, certo con qualche pecca nell'audio ed un po' troppo frenetico belle riprese, ma anche in questo contesto non manca di certo l'energia, e bisogna ammettere che se la cavano discretamente anche coverizzando Paul Anka, riprendendo, peraltro senza stravolgerlo, un brano di successo come "Put Your Head on My Shoulder".
Una bella sorpresa, che supera ampiamente ogni aspettativa.
Recensione a cura di Sergio 'Ermo' Rapetti

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