Copertina 7

Info

Genere:Death Metal
Anno di uscita:2011
Durata:50 min.
Etichetta:UltimHate Records

Tracklist

  1. LAST MURDER
  2. EYES OF MEDUSA
  3. PREDATOR
  4. FROM ASHES TO DUST
  5. DENIED
  6. ONE LAST BREATH
  7. THE TRUTH
  8. EVERYTHING INTO NOTHING
  9. REDEMPTION OF THE DREAMER
  10. LIGHT ON THIS EARTH

Line up

  • Fabio Ferrari: vocals
  • Federico Venturi: guitars
  • Dario Armeli: guitars
  • Michele Ventura: bass
  • Alex Gaiani: drums

Voto medio utenti

A qualche anno di distanza dal loro primo demo, "Reality Behind the Illusions of Life", i Disease Illusion si ripresentano forti del supporto della UltimHate Records e sopratutto alle prese con il loro album d'esordio.
"Backworld" si riallaccia all'appena citato demo non solo per avere mantenuto invariata la line-up e recuperato un paio di pezzi, ma anche per la volontà di riproporne lo stesso approccio musicale.
Un sound mutuato e strettamente legato al Gothenburg Melodic Death Metal, apertamente influenzato, quindi, dalla triade Dark Tranquillity, In Flames ed At The Gates, come ci ricorda subito una devastante accoppiata iniziale formata da "Last Murder" e "Eyes of Medusa".
Ed a proposito di ricordi... a seguire ecco un paio di canzoni già incrociate, quelle "Predator" e "From Ashes to Dust" che già si erano ben distinte ai tempi del demo e che ancora oggi si confermano due ottime composizioni, con i Disease Illusion che non mostrano alcun cedimento, ben sostenuti da una convincente prova al microfono di Fabio Ferrari (Mikael Stanne docet) e dal guitarwork della coppia formata da Federico Venturi e Dario Armeli, che oltre a pestare sanno arricchire i pezzi di interessanti spunti melodici. La sezione ritmica, anche a causa di una registrazione che non li esalta, rimane un po' defilata, ma sia Alex Gaiani (batteria) sia Michele Ventura (basso) si dimostrano altrettanto fondamentali per l'economia sonora della formazione bolognese.
Eccoli, infatti, correre nei quattro minuti e mezzo di "Denied" o stupire, bilanciando nel migliore dei modi ferocia e melodia, su "One Last Breath", "The Truth" e nella conclusiva "Light on this Earth", e dare una bella prova di compattezza su quella "Redemption of the Dreamer" che rimanda, e non poco, ai migliori In Flames, quelli di "The Jester’s Race".

Su "Backworld" ritrovo una formazione che ha limato le inevitabili ingenuità iniziali, migliorando nel songwriting ed in potenza... ma non posso certo dire che non me lo aspettassi.

Well, it's a dirty job but someone's gotta do it
And it's a dirty review but someone's gotta write it ...
Recensione a cura di Sergio 'Ermo' Rapetti

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