Copertina 6,5

Info

Genere:Death Metal
Anno di uscita:2007
Durata:38 min.
Etichetta:Cimitero

Tracklist

  1. ETERNALIGHT?
  2. THE EVIL OF THE TIME TO COME
  3. THE CROSS
  4. FOOD FOR WORMS
  5. DRIPPING WITH BLOOD
  6. BLACK LIGHT
  7. NASTY BIRTH
  8. SACRIFICE
  9. DEEP ABYSS
  10. LOOSIN’ SANITY
  11. LAST LIGHT ON EARTH
  12. MYSANTHROPICAL BLOODY SABBATH

Line up

  • Alessio Caracciolo: vocals, keyboards
  • Riccardo Molinari: guitars
  • Maurizio Formento: guitars
  • Adriano Pitzalis: drums
  • Skizzo: bass

Voto medio utenti

Durante l'ascolto, all'improvviso, mi ha preso quella sensazione di quando ti frulla qualcosa nella testa, qualcosa a cui non avevi ancora pensato prima ma che nella tua mente diventa già una certezza. "Non saranno mica italiani questi, vero?". La frase stampata sulla seconda pagina del booklet mi è apparsa subito come a rassicurarmi: "la luce regna malvagia nelle nostre anime e solo l'oscurità sarà fonte di redenzione, di vita e di verità". Fino a quel momento la registrazione pulita, l'eccellente perizia tecnica, il senso di professionalità mi avevano fatto pensare a qualche act scandinavo, o al limite proveniente dalla Francia che ha fatto passi da gigante in questa direzione negli ultimi anni. E invece i Threnodial sono italiani, e agguerritissimi! Mi hanno ricordato una versione meno provocatoria dei finlandesi Impaled Nazarene, senza nazionalismo e fanatismo, veri o millantati che siano. Ma la violenza sonica, quella, non è affatto inferiore: un attacco di thrash/death/black (a questi livelli è difficile distinguere) diretto e frontale, senza fronzoli. Proprio questo impeto è causa dei difetti che impediscono a "Eternalight?" di imporsi con un risultato migliore. L'approccio funziona finché dura l'effetto sorpresa, poi diventa troppo ripetitivo e monocorde. E non c'è nulla che la band possa fare (neanche inserire delle inaspettate tastiere) per porre rimedio a questa deriva, ormai i freni sono rotti e l'impatto è inevitabile. Purtroppo anche l'aspetto vocale non contribuisce ad attutire questa sensazione: lo screaming è ruvido e ferale, ma alla lunga anche noioso e perfino fastidioso. Non c'è nessun accenno di cambiamento, niente che possa far pensare all'ascoltatore che qualcosa stia cambiando nell'aria. E questa sensazione di immobilismo è ciò a cui i Threnodial dovranno assolutamente trovare rimedio. I punti positivi li ho già elencati in apertura, ma voglio sottolinearli. C'è un senso di professionalità e maturità che pervade tutto l'album: sia che si tratti della registrazione nitida, o dell'ottima capacità strumentistica, c'è un qualcosa che fa emergere la band dall'underground. Credo che questo non sia un semplice demo, ma un lavoro che può servire come punto di partenza per limare i propri difetti.
Recensione a cura di Alessandro 'Ripe' Riperi

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