Copertina 7,5

Info

Anno di uscita:2011
Durata:46 min.
Etichetta:Hot Steel Records

Tracklist

  1. ABBASSA LO SGUARDO
  2. CHIUSI E STANCHI
  3. PREGA PER ME
  4. TUTTO IN UN MOMENTO
  5. LACRIME E BUGIE
  6. CATOR PITADE
  7. LA TUA MENTE MUORE
  8. PAZZO
  9. IL BALLO DEI POTENTI
  10. CADERE E FARSI MALE
  11. TU NON SAI

Line up

  • Alessandro Farinati: vocals
  • Andrea Bruttomesso: bass
  • Emanuele Zilio: guitars
  • Jacopo Carlotto: guitars
  • Claudio Cappello: drums

Voto medio utenti

Rabbia. Rabbia è la prima parola che viene in mente analizzando a fondo ogni aspetto della realtà Strange Corner: partendo dalla copertina, passando alle lyrics, concludendo ovviamente con la musica, la rabbia è il sentimento che pervade ogni immagine, ogni parola e ogni nota. Rabbia verso una società che non ci va giù, verso una religione che predica bene ma razzola male, verso l’inutilità della guerra. E diamine, quanto bene fa questa incazzatura alla musica degli Strange Corner!

I 5 vicentini sono in attività ormai dal lontano 1993 e “Tutto in un Momento” è il loro quarto full-lenght, primo in assoluto ad abbandonare l’idioma di Albione per affidarsi alla nostra, cara lingua italiana. Ed è una scelta a mio parere azzeccatissima, che permette prima di tutto di identificarsi in una scena hardcore italiana sempre più povera e in seconda battuta di facilitare l’ascolto e la memorizzazione delle melodie e delle canzoni: impossibile in questo senso dimenticare il chorus di “Prega per me”, attacco molto poco velato alle ipocrisie della religione, forse il pezzo maggiormente riuscito del disco, sia dal punto di vista del testo (..”fletti le tue ginocchia, bacia la mano del ladro travestito da santone”..) che per quanto riguarda l’aspetto musicale.
Le altre canzoni scorrono devastantemente piacevoli, anche se forse un po’ troppo simili l’una all’altra, sensazione dovuta soprattutto al fatto che la voce di Alessandro rimane sempre sulle stesse tonalità e sullo stesso stile simil-growl, scelta volta sicuramente a non snaturare troppo il suono ma che a volte porta forse ad appiattirlo eccessivamente.
Problema di poco conto comunque, se consideriamo che globalmente la prova che viene offerta è di sicuro merito, con un plauso particolare al batterista Claudio Cappello, capace di un drumming sempre efficace e d’impatto.

In conclusione un lavoro sicuramente maturo sotto ogni punto di vista, che dimostra una volta per tutte che l’underground italiano ha ancora molto da dare alla scena musicale. Non facciamoci distrarre troppo dai grandi nomi provenienti dall’estero, appoggiati da grandi label che guardano solo ai guadagni facili..diamo un ascolto a gruppi come gli Strange Season, non ne rimarremo delusi.

Quoth the Raven, Nevermore..
Recensione a cura di Andrea Gandy Perlini

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