Copertina 7,5

Info

Genere:Power Metal
Anno di uscita:2003
Durata:57 min.
Etichetta:Steelborn Records
Distribuzione:Self

Tracklist

  1. LAST BREATH
  2. SOULS THIEF
  3. MEMORIES
  4. IT
  5. ONCE AGAIN
  6. FIGHT AGAINST THE DRAGON
  7. INCUBUS
  8. THE VOICE
  9. FREEZE ON THE LINE
  10. A DESCEND IN THE MEALSTROM

Line up

  • Fabio Minchillo: vocals, keyboards
  • Stefano D'Orazi: guitars
  • Fabio Schirato: guitars
  • Alessandro Vincis: bass
  • Claudio Cappabianca: drums

Voto medio utenti

Passati non molto tempo fa nella sezione demo di Eutk.net, i romani The Prowlers arrivano al debutto discografico vero e proprio con "Souls Thieves", album realizzato dalla piccola ma sempre più intraprendente Steelborn Records. Di "A Descent Into The Maelstrom" non solo ripongono tutte e quattro le canzoni, ma confermano tutti i pregi evidenziati e le aspettative sollevate nell'occasione. Per coloro che non avevano letto quella recensione e che non conoscono i The Prowlers, diciamo innanzitutto che sono nati sette anni fa come cover band degli Iron Maiden, un inizio che ha marcato a fuoco il loro songwriting, sebbene questo riveli poi altri aspetti, con rimandi sia al versante power ed epico sia a quello legato alla NWOBHM, influenze che evitano ai The Prowlers la nomina di meri cloni o di "ladri d'anime". Dei Maiden sono comunque innegabili le strutture di alcune canzoni e la prestazione della sezione ritmica, sopratutto quella del bassista Alessandro Vincis. Le linee vocali si muovono invece in altre direzioni, grazie a Fabio Minchillo, il quale si segnala cantante di valore, personale e dotato di un'ugola grintosa, e fa venire in mente Dickinson un'unica volta durante la conclusiva "A Descend in the Mealstrom". Anche le chitarre fanno la loro figura e Stefano D'Orazi e Fabio Schirato non evitano di citare i Maiden (ad esempio nei solos di "Souls Thief" o "Once Again"), ma non è certo questo a farmeli malvolere, anzi, la freschezza che i The Prowlers hanno saputo dare ai loro brani fa sì che "Souls Thieves" scorra con piacere. Passando ai vari brani, uno dei più riusciti è certamente "Souls Thief", un mid tempo squadrato e potente che ti conquista subito e mette in risalto le qualità di una registrazione di ottimo livello, grazie al lavoro svolto agli Outer Sound Studios assieme a Giuseppe Orlando dei Novembre. "It" continua a ricordarmi gli Heavy Load, magari con l'aggiunta di una spruzzata di Gamma Ray. Se qui erano l'epicità ed in parte la melodia a farla da padrone, "Once Again" spinge maggiormente sull'acceleratore, seguita da "Fight Against the Dragon" che si divide in tre parti ma che nel suo insieme rappresenta uno dei momenti più esaltanti e ricchi di pathos del CD, per il suo azzeccato mix di epicità, irruenza e melodia. L'epicità domina anche la successiva "Incubus" che mostra allo stesso tempo bruschi sprazzi di velocità ed alcuni passaggi meno immediati che lo rendono un brano un po' particolare. "Freeze on the Line" e "A Descend in the Mealstrom" sono due brani che sebbene in un contesto sempre heavy mostrano spiragli a soluzioni più articolate, che per la seconda arriverei a definire quasi progressive. A sorpresa troviamo anche la cover di "The Voice", ottimo brano degli Ultravox, che magari non ci si aspetta da un gruppo nato come cover band dei Maiden ma che si fa apprezzare, anche se ad essere onesti già l'originale era un gran bel pezzo. C'era da aspettarselo: ottima band ed ottimi gusti!
Recensione a cura di Sergio 'Ermo' Rapetti

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