Copertina 6,5

Info

Genere:Power Metal
Anno di uscita:2013
Durata:non disponibile
Etichetta:Nightmare Records

Tracklist

  1. PRELUDE
  2. POWER OF THE GODS (FEAT. FABIO LIONE)
  3. REACHING THE DREAMS
  4. FLY AWAY
  5. LOST EDEN
  6. FREEDOM IS THE KEY
  7. WIND OF CHANGES
  8. RISE TO THE MOON
  9. REDEMPTION

Line up

  • Simone Mala: vocals
  • Luca Scalabrin: bass
  • Gianmarco Bambini: guitars
  • Gianluca Ferioli: guitars
  • Enrico Ditta: keys
  • Daniele Dalla Dea: drums

Voto medio utenti

Gran bel debutto per gli italiani Altair, l’ennesima band in grado di dimostrare quanto bene sappiamo fare power metal in Italia.

Un power canonico e decisamente crucco, che (grazie al cielo) invece che verso il symphonic vira molto più spesso verso il prog e l’heavy metal, consentendo al tutto di scorrere via liscio e piacevole, non senza un briciolo di potenza che tanto bene fa a un genere in passato fin troppo ammorbidito da tanti gruppi. I nostri ragazzi per fortuna non cadono nella trappola e si mantengono fedeli alla scuola dei primi anni ’90, regalandoci un disco estremamente valido.

Sopra tutto domina la voce: limpida, alta, precisa. E anche quando Fabio Lione prende la parola per aiutare gli Altair a far risplendere il loro pezzo di forza, ossia la grandiosa Power Of The Gods, ovviamente le qualità vocali non possono che risaltare. Certo, questo non deve far passare in secondo piano le capacità degli strumentisti, che in ogni pezzo dimostrano una qualità tecnica invidiabile, oltre a far comprendere chiaramente quanta bontà ci sia nel songwriting, sempre genuino e fresco.

Dunque, se il disco è così bello, perché solo un sei e mezzo? Beh, signori, lo avrete capito: l’innovazione e la personalità non abitano certo qui. Probabilmente è giusto così, dato che praticamente mai hanno abitato in casa del power metal, ma non possiamo prescindere dal considerare quanto derivativa sia la musica degli Altair. La lezione l’hanno imparata e la ripetono fin troppo bene, ma per fare un vero salto, almeno su disco, serve qualcosa di più efficace. Quindi se volete attaccarvi al numerino fatelo, ma quello che ho da dire su questa band sono, come spero abbiate letto, solo cose positive. La strada degli Altair è appena iniziata e per un debutto siamo già ad alti livelli, mi auguro che i live e le successive scelte compositive possano confermare quanto di buono si sente in questo Lost Eden.
Recensione a cura di Alessandro Quero

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