Titor (& Senso D’Oppio): rock (& irony) is … alive and well!

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Gruppo:Titor

I Titor sono un gruppo davvero interessante, artefice di un alternative rock con profonde radici hardcore-punk capace di “dire molto”, attraverso note e parole, con risolutezza ma anche con leggerezza, sfruttando l’arma dell’ironia e senza scadere in tronfie formule sloganistiche.
I Senso D’Oppio sono una delle realtà “cabarettistiche” più originali degli ultimi tempi che con il suo linguaggio universale e istantaneo traspone la grande tradizione mimica e del cinema muto nei ritmi frenetici e surreali della nostra società.
Insieme queste “strane creature” hanno realizzato il video di “Titor Is Dead” (brano tratto da “Rock Is Back”, esaminato su queste stesse colonne qui …), da poco diffuso sui principali mezzi di comunicazione virtuale, offrendoci l'occasione di approfondire l’intera questione, sfruttando innanzi tutto la “viva voce” di Sabino Pace, Sandro Serra e Francesco ‘Cekko’ Vittori (rispettivamente cantante, chitarrista e bassista dei Titor) e poi le incursioni di Francesco (Lattarulo) e Pietro (Casella), i due Senso D’Oppio che, come dice lo stesso Sabino, … dal momento che si esprimono perlopiù con i gesti ... con le parole hanno una certa difficoltà espressiva :) …

Ciao a tutti e benvenuti su Metal.it ! Direi, come da consuetudine, d’iniziare con le presentazioni … “raccontatevi” brevemente ai lettori della nostra webzine …
Sabino: grazie innanzitutto per la possibilità che ci offrite come Metal.it, di poterci presentare e farci ulteriormente conoscere! Titor è un hardcore/rock band proveniente da Torino, nata circa quattro anni fa. Abbiamo tra i 37 e 40 anni di età e proveniamo da lunghi percorsi di produzione nell'ambito della scena punk, metal e alternative italiana degli anni '90 e 2000. L'idea di base è stata quella di formare una band che scrivesse “canzoni” composte per chitarra, basso, batteria e voce. La musica può quindi essere “rock”. Le parole sono talvolta ispirate dal concept del crononauta virtuale “John Titor” e allo stesso tempo ambiscono al raccontarci come cittadini di questa pianeta, in questa “fetta” di occidente, in questo particolare arco spazio-temporale. Ad oggi abbiamo prodotto un Ep nel 2010 ed un disco completo “Rock Is Back” nel 2012, prodotto da Inri/Metatron, sino a due singoli e relativi videoclip. Siamo una live band per “partito preso”, sul palco il live è realmente diretto e senza compromessi, ci interessa suonare dal vivo per comunicare tutto noi stessi. I nostri live in Italia stanno andando piuttosto bene, dall'uscita del disco abbiamo avuto circa 80-90 esibizioni per tutta la penisola. E' chi ci ascolta dal vivo il reale attore e realizzatore (in)diretto della nostra produzione!
Il “pretesto” per questa intervista l’ha fornito il gustosissimo video di “Titor Is Dead”, da poco a disposizione della “comunità virtuale” … inevitabile chiedervi com’è nata questa collaborazione …
Sandro: ma, sai, lo chiedevano da qualche tempo, ci hanno implorato di fare questa cosa, in modo da dare loro un po’ di visibilità … ok, ok, la smetto. Semplicemente, una sera, dopo una nostra esibizione allo Spaziale Festival 2012 di Torino, ci siamo trovati davanti a una birra e quasi contemporaneamente ci siamo detti: “dovremmo fare qualcosa insieme, cazzo!”. E l’abbiamo fatto.
Cekko: Titor e Senso D'oppio si conoscono da vario tempo, nutrendo reciproca stima umana e artistica. Inizialmente capitava di incontrarsi ai concerti, come ha spiegato Sandro (o in certe oscure bettole torinesi ...). Capimmo di condividere una simile attitudine rock, spontanea e viscerale. Il desiderio di realizzare qualcosa insieme si è concretizzato poi con la scelta del video di “Titor Is Dead”: è la canzone fra quelle disco che esprime l'anima più ironica e surreale di Titor, e allo stesso tempo, a motivo del suo testo molto “visivo”, particolarmente adatta alla messa in scena dei Senso D'Oppio. Il tutto è stato poi ottimamente coordinato dalla regia di Fabrizio Prest e Laura Brunello, mentre Simona Barone ha curato il make-up, trasformandoci in quello che potete vedere ... una nota significativa è stata sicuramente l'atmosfera in cui si è svolta la realizzazione del video: amichevole, rilassata e divertita, ma allo stesso tempo produttiva ed efficace pur nella semplicità dei mezzi.
Come mai avete scelto proprio questo pezzo? Tra l’altro, una frase come “non rido più, spengo la radio, spengo la tv", estrapolata dal testo della canzone, appare quasi “contraddittoria” per un gruppo musicale in qualche modo in cerca di “visibilità” e per un duo di attori comici che deve la sua notorietà ad un programma televisivo di successo come Zelig …
Sabino: la contraddittorietà del titolo e del contenuto del brano è ovviamente offerta su “un piatto d'argento” a chiunque voglia coglierla in tal senso. Pertanto il tutto è stato costruito secondo i dettami del “punk” il più autodistruttivo possibile: cioè tutto e il contrario di tutto. E quindi “distruggere” ma mettendo in discussione noi stessi, sempre. Dal mio punto di vista la “visibilità” di un artista ad oggi deve sicuramente fare i conti in termini quantitativi anche con eventuali “passaggi” televisivi e radiofonici ma, allo stesso tempo, la presenza sui media non è sempre direttamente proporzionale con la qualità della proposta, come ovviamente ben sappiamo. Pertanto per noi “apparire” su di un media tipo quello televisivo non è un obiettivo, ma potrebbe essere uno “strumento”. Il tema centrale della canzone è legato al malessere “medio-borghese” che viviamo tutti i giorni nella nostra società, raccontato in maniera “amara” e “tragicomica”, fino a reazioni di “estraniazione” o “spaesamento sociale” che attingono letterariamente anche da scenari pirandelliani (“il treno ha fischiato”, lo stesso “Mattia Pascal”...) o verghiani, da Ionesco o dai romanzi di Palahniuk. La “soluzione” può infine anche arrivare da “precetti titorici”, in termini di “possibilità possibile”, non in termini “dogmatici”, ma del tipo: prendere una bicicletta ... spegnere la radio o la tv, che alla fine è un po' come “spegnere se stessi”.
Stessa domanda, ora, ad entrambi … illustrateci i motivi per i quali avete scelto una denominazione particolare come Titor e Senso D'oppio …
Senso d’Oppio: ci hanno chiamato in mille modi: “Sesto Senso”, “Senza Senso”, “Alto Livello”, “Quelli che muovono le braccia” … quando siamo entrati a Zelig, nel 2008, abbiamo messo l’apostrofo.
Cekko: ci affascinava il riferimento a questa figura fantascientifica e avventurosa del viaggiatore del tempo John Titor; il suo spostarsi attraverso epoche diverse gli permette di osservare il tempo e la realtà in cui si trova mantenendo sempre un punto di vista “altro”, sicché è in grado di relativizzare molte presunte verità assolute e di cogliere aspetti significativi del mondo che spesso giacciono nascosti dietro spessi strati di ovvietà e consuetudini quotidiane. Tralasciando invece questo piano fantascientifico e narrativo, va ricordato che John Titor è stato, da un punto di vista storico, fondamentalmente un fenomeno da Internet e, molto presumibilmente, una grossa bufala seguita da migliaia di persone, il che lo rende ancora una volta un'espressione molto sintomatica e significativa dei nostri tempi: la celebrata epicità del personaggio Titor non scompare, ma ad essa si accompagna un senso di mistificazione, di colossale “baracconata”... tutto ciò lo troviamo molto pertinente.
Altra domanda “collettiva” … avete ambedue, seppur in proporzioni e con peculiarità ovviamente differenti, un approccio versatile, “colto” e “leggero” alle rispettive materie “artistiche” … vi va di raccontarci quali sono i fondamenti del vs. background e come si sono evoluti nel corso degli anni …
Senso d’Oppio: le nostre influenze partono da Harold Lloyd al Gatto e la Volpe di Comencini, passando per Ralph Supermaxieroe e Diego Armando Maradona.
Sabino: devo dire che un po' complicato poter raccontare in maniera lucida ed esaustiva gli eventuali fondamenti che hanno formato e costruito il nostro background, personale e collettivo, più che altro per un'estrema eterogeneità di fonti e di storia probabilmente troppo lunga da descrivere. Chiedo perdono, quindi, se non riesco a rispondere in maniera dettagliata a questa domanda. Posso dire che è molto interessante e divertente vivere “dall'interno” gli innumerevoli confronti tra noi quattro a proposito di tematiche legate a forme d'arte e di cultura che più ci appassionano (tendenzialmente cinema, musica e letteratura varia) e che occupano buona parte delle chiacchierate nei nostri spostamenti quando siamo in giro a suonare. Per quel che riguarda il background di ognuno di noi rispetto all'ambito delle proprie produzioni musicali e artistiche, possiamo dire che siamo sicuramente cresciuti con la cultura del “Do it yourself” e dell'autogestione delle proprie produzioni, tour live, comunicazione stampa, web, ecc. effettuate negli anni '90 e 2000 (arriviamo da bands quali i Belli Cosi, Sickhead, Distruzione, I treni all'alba ...), nelle quali una certa forma di “attitudine” (anche punk!) era ed è sicuramente necessaria. Da parte mia, un “valore” al quale cerco di essere molto attento, anche nel corso di questi anni di percorso artistico, è quello legato al cercare di alimentare una certa forma di attenzione alla formazione culturale, laddove però essa sa andare pari passo con un forte senso della “semplicità”, "dell’ironia di fondo” e "dell'umiltà personale”.
Ora mi rivolgo ai Titor … “Rock Is Back”, il titolo del vostro album, sembra offrire una “speranza” a chi ama questo “vecchietto”, spesso dato per “spacciato”… come valutate lo “stato di salute” della scena rock, ed in particolare di quella torinese, di cui fate parte già da un “po’” e che ha visto emergere, ieri come oggi, eccellenti formazioni?
Cekko: a dispetto di alcuni detrattori non vedo il Rock come “spacciato”, anzi ... probabilmente è una questione di punti di vista, comunque nella mia opinione il Rock non è il paziente, ma è la “cura”. Quella che talvolta verte in cattive condizioni di salute è piuttosto la vita quotidiana, quando è soffocata da abitudini sterili e vuote, dalla noia, dalla mancanza di emozioni vere e vitali. Questo può accadere anche in campo musicale, e quindi ne usciranno prodotti scadenti, per lo più riciclati e seguiti da un pubblico distratto e superficiale. Ma quando le persone si stufano della propria stessa connivenza con questa routine deprimente, beh la cosa migliore è dare (e darsi) un sano calcio nel culo. Il rock – quello vero - serve a questo, e non importa se a seconda delle occasioni si chiama rock, o metal, o hardcore, o punk, o alternative, ecc. ecc. ... visto che chiedevi di Torino, è indubbio che le formazioni migliori e più significative siano nate proprio conseguentemente a quest’autentica urgenza espressiva. E contemporaneamente ci sono sempre state (lo dico per conoscenza diretta) un sacco di persone che si annoiavano perché, dicevano, “non c'è mai niente da fare”. Ma non è un problema di rock, è un problema loro ...
Sandro: il Rock sta benissimo e non è per niente vecchio. E’ un momento storico in cui i veicoli che fanno circolare la musica in giro per il mondo sono stanchi e non si capacitano di ciò che sta succedendo. Siamo ormai da qualche anno in una situazione nuova, evoluta, la musica non si vende più a causa dell’avanzare inesorabile della tecnologia, quindi il modo per affrontare questo è togliersi dalla testa di poter continuare a speculare sulla musica in maniera selvaggia puntando dunque tutto sul live e sulla validità della musica e della performance. Le grandi campagne pubblicitarie e le ricerche del “prodotto Rock” vendibile come un hamburger di McDonald’s non funzionano più come una volta. Il punto è che nella scena Rock la salute non manca, ma la visibilità è quella che è, e non è facile raggiungere il pubblico. A Torino, solo di Rock, c’è una lista di gruppi validissimi: Cibo, Arodora, I Treni all’Alba, Loimann, Il Sottosuolo, Bianco, Aleph Zero, Noir, EndOrFine, Satellite, Ronny Taylor, Tons, Concrete Block, Malemute Kid, Black Wings of Destiny, Be The Wolf, Il Terzo Istante ... e tantissimi altri (non si offendano i non nominati, non posso riempire il foglio di nomi …). Emergere non è semplice, ma realizzare una band- scrivere belle canzoni - fare 30 concerti all’anno - non perderci soldi - è secondo me quel che basta per definirsi “Rock Band”. Per il resto ci sono Rhianna, Lady Gaga e i Coldplay.
Come sapete, ho trovato il disco piuttosto interessante e coinvolgente, in cui l’uso della nostra splendida, ma non facile lingua appare illuminato, provocatorio, ironico e impetuoso … vi chiedo di raccontarci com’è nato e, giacché è già uscito da un po’, se l’accoglienza ad esso riservata dai rockofili del Belpaese è stata all’altezza delle vostre aspettative …
Sabino: io personalmente mi occupo di scrivere i testi (e ovviamente poi condividerli col resto della band). Mi lusinga molto leggere gli aggettivi che elenchi rispetto a quest'ultimi! Come avrai quindi probabilmente notato il lavoro rispetto ai testi è molto attento e laborioso, sotto tanti punti di vista, linguistici, “poetici” (perdonami il termine forse eccessivo!) e anche “personali” nell'elaborarli. “Rock is Back” nasce come “summa” del nostro lavoro di questi primi 3-4 anni di vita della band, con un disco nel quale potessero coincidere l'urgenza e la schiettezza di una comunicazione “hardcore” con una serie di contenuti che non fossero troppo scontati o retorici nel percorso della musica rock (italiana) stessa. L'accoglienza avuta, per quanto ci riguarda, per questi primi dieci mesi del disco,è stata molto positiva, sentita, sincera e, allo stesso tempo, adeguata e proporzionata al nostro impegno speso per ora nel realizzare il disco e la seguente promozione. Sono del parere che se voglio “ottenere di più” devo lavorare di più e meglio. La prima forma di “meritocrazia” secondo me nasce dalla nostra capacità di autogiudicarci.
Il brano selezionato per questa iniziativa “comune” è assai adeguato, per come mescola ironia e contenuto, ma penso che, forse, non sia musicalmente il più appropriato a rappresentare appieno l’essenza della band … cosa ne pensate? Non credete che “Calvario”, “Dal 2036”, le viscerali spirali di “Duel” e “Generazioni” o ancora l’intensità di “Ricordando domani”, esprimano più efficacemente la personalità dei Titor?
Sabino: concordo con te. Siamo assolutamente consapevoli che “Titor Is Dead” sia un brano un po' “fuorviante” nella nostra produzione attuale e che il video stesso faccia di tutto per “portare fuori strada”, come inoltre accennavamo prima. La scelta, però, è stata coscientemente fatta proprio in questa direzione, a quasi un anno di uscita dal disco.
Per completezza ricordo che il nostro primo videoclip ufficiale è proprio del nostro primo singolo prodotto nel 2012, è cioè “Dal 2036” (potete trovarlo su youtube a questo link), che possiamo dire essere un video e un brano sicuramente molto “rock” schietto e diretto. Il prossimo singolo e videoclip (che uscirà verso maggio/giugno 2013), ti anticipo, sarà un video live (come espressamente richiestoci dai nostri produttori!) per rendere definitivamente l'idea e l'immagine di come Titor è “dal vivo”!
E poi, voglio farvi i complimenti per la cover di “Motocross”, per com’è stata realizzata e perché ci consente di ricordare un grande come Ivan Graziani, non sempre opportunamente commemorato … cosa ci potete raccontare sulle motivazioni che vi hanno portato a questa specifica forma di celebrazione?
Sabino: abbiamo scelto questa canzone dopo diversi confronti al nostro interno su quale artista italiano tributare con la nostra musica e le nostre sonorità. La stima e l'amore per quest’artista, per quanto mi riguarda, sono assolutamente profondi e di diversi anni fa, fin dalla mia infanzia e dei miei ascolti dell'adolescenza. La canzone è una delle meno conosciute del suo repertorio, ma il testo è veramente una “bomba”. Quando la suoniamo dal vivo provo una sensazione di “orgoglio” e “pienezza” che raramente ammetto di realizzare. Il brano, come saprai, ha anche avuto l'onore di essere presente nella compilation italiana “Tributo a Ivan Graziani” uscito nel 2012 e curata, fra gli altri, dalla famiglia stessa di Ivan Graziani (... e fra le varie cose hanno anche scritto che “papà Ivan avrebbe apprezzato molto questa versione del brano”!). Ovviamente per noi un'emozione senza prezzo!
I Senso D'Oppio e la musica … la passione è evidente, ma come semplici “ascoltatori” quali sono le vs. preferenze?
Senso d’Oppio: il Piccolo: fanatico per Domenico Modugno.
Il Lungo: tutti i generi musicali.
I Titor e il cabaret (in tempi di “par condicio” …) … qual è il vs. rapporto con questa forma d’intrattenimento, oggi diventata di grande popolarità, proprio grazie a trasmissioni come Zelig?
Sabino: Io personalmente guardo pochissima tv (... per rimanere in tema) e non seguo molto il mondo del cabaret, ma amo molto la “comicità in musica”, anche seguendo quel percorso che da Cochi e Renato, Jannacci, Gaber, arriva anche sino ad Elio e le Storie Tese, fino alla demenzialità degli Skiantos o dei Fucktotum. Amo molto ciò che veniva prodotto negli anni '60,'70 e '80 anche nella tv italiana, con il primo Benigni, Troisi fino ai Gatti del Vicolo Miracoli, passando per Renzo Arbore e il grande Frassica. Detesto la comicità “Fininvest” degli anni '80, con i tormentoni di “Drive-In” ecc. Spesso, con gli altri TITOR, dibattiamo sugli Squallor ed il loro ambiguo “messaggio artistico”... adoro l'ironia in musica di Rino Gaetano e dello stesso Ivan Graziani. Dimenticavo, adoro anche i “Paneduro” (ma dovreste chiedere ai Senso D'Oppio chi sono ...)!
Immancabile domanda sui progetti futuri … un nuovo disco, nuovi personaggi e sketch
Senso d’Oppio: ci avvaliamo della facoltà di non rispondere, il futuro è incerto.
Sabino: ad oggi (Febbraio 2013) ci stiamo dedicando alla preparazione di “Titor is Dead tour” che vedrà tante date italiane dal Marzo al Maggio 2013 (e poi per l'estate stessa). Siamo inoltre in fase di scrittura di nuovi brani che, teoricamente, faranno parte del nuovo album. Stiamo inoltre preparando un paio di nuove cover, una delle quali farà parte di un altro tributo ad una band italiana molto nota nell'underground anni '90. Come accennato, stiamo anche preparando il nuovo videoclip, con immagini e riprese live già girate un mese fa ... beh, Titor, viaggia nel tempo e nei suoi viaggi recupera materiale un po' ovunque ...
Approfondiamo la questione spettacoli dal vivo … avete previsto, magari, qualche situazione “condivisa”?
Senso d’Oppio: concordiamo appieno, vogliamo stare sul palco con i Titor!
Sabino: come appena accennato, stiamo preparando un tour autonomamente come band. Data però la sintonia creatasi con i Senso D'Oppio non escludiamo qualche ulteriore featuring, magari proprio live!
Siamo ai saluti finali … grazie per la disponibilità, complimenti per il vs. lavoro e a voi la conclusione “ a piacere” …
Cekko: grazie a te Marco per l'attenzione che ci hai dedicato, e un saluto a tutti quelli che leggeranno questa intervista. Ci piacerebbe essere un po' meno generalisti e più personali nei loro confronti, e ci proviamo ... sì, stiamo dicendo proprio a te che hai avuto la pazienza di leggere fino a quest'ultima frase: vorremmo ricordarti che l'unica realtà risiede nell'attimo presente. Che tesoro ne stai facendo di questo imprescindibile istante?
Senso d’Oppio: andate tutti a lavorare, barboni! Soprattutto i Titor!
Intervista a cura di Marco Aimasso

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