Nehesh: noi mortali non siamo che ombra e polvere… ops… luci!

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Gruppo:Nefesh

Il demo che i Nefesh realizzarono nel 2006 venne ben accolto su queste pagine dal glorioso Alessandro 'Ripe' Riperi e devo riconoscere che il nostro Ripe ci aveva preso in pieno. "Shades and Lights" mantiene tutte le premesse e apre spiragli per un futuro più che interessante. Approfittiamo della pazienza di Luca Lampis, chitarrista, compositore dei testi e fondatore dei Nefesh, per toglierci qualche curiosità.

Scusate... ma dove eravate finiti dopo l'uscita del demo del 2006?
Si è sentita la nostra mancanza? A parte le battute diciamo che il “silenzio discografico” che c’è stato non combacia con il “rumore” di tutto il lavoro che abbiamo fatto per questo cd e altre cose che sono successe, come aver rappresentato la provincia di Ancona al MEI. Comunque questo lungo periodo di “silenzio discografico” ha vari motivi non tutti dipesi da noi…da una parte, come è stato scritto nella recensione qui su metal.it, c’era la volontà di fare un ottimo cd quindi avevamo bisogno di tempo per lavorarci con calma conciliando gli impegni di tutti, poi d’altra parte ci sono stati grossi problemi con l’agenzia con cui stavamo all’epoca (ovviamente non la Necroagency!). Il cd lo avevamo iniziato collaborando con quell’agenzia e poi ce ne siamo staccati per diversi motivi e così ci è saltato anche l’accordo con l’etichetta che doveva farci uscire. Ma è stato meglio così. Poi c’è anche da dire che auto prodursi un album è sempre un grande impegno di tempo ed economico quindi abbiamo dovuto calcolare bene tutte le cose.
In più ci sono stati anche altri impegni di diverso tipo, io in questo periodo mi sono diplomato in conservatorio, ho vinto due borse di studio musicali in Spagna e Inghilterra e altre cose che hanno richiesto molto impegno e tempo. Stefano Carloni, il nostro tastierista, si è diplomato al CPM e sta portando avanti gli studi di pianoforte e composizione in conservatorio e gli altri ragazzi hanno dovuto conciliare gli impegni dei vari lavori con gli impegni musicali del gruppo...
Facciamo un passo indietro chi e cosa sono i Nefesh?
Riguardo alla nostra biografia e tutte le cose che abbiamo fatto in questi anni, senza che vi annoio qui, basta andare per esempio sulla nostra pagina www.reverbnation.com/nefesh e leggere la nostra biografia.
Per il resto direi che siamo dei ragazzi della provincia di Ancona che da otto anni circa suonano insieme, cercando di dare vita e forma a questo progetto chiamato “Nefesh”. Ultimamente abbiamo avuto un cambio di line up al basso, Matteo Venanzi al posto di Andrea Rossi che si sta dedicando molto anche alla sua attività di liutaio, costruendo ottimi bassi elettrici. Io come dicevo sono diplomato in conservatorio, sto facendo il biennio superiore interpretativo a Ferrara e attualmente sono in Inghilterra per concludere un’ottima esperienza nel conservatorio superiore di Birmingham. Stefano Carloni alle tastiere è l’altro ragazzo dei Nefesh che si dedica full-time alla musica, diplomato al CPM di Milano e studente di pianoforte e composizione nel conservatorio di Cesena. Michele Baldi alla batteria è una macchina da combattimento che attualmente si organizza tra i suoi due lavori e appunto i Nefesh. Paolo Tittarelli è la nostra voce e sicuramente l’anima più hard&heavy della band.
Ora però dovreste parlarci un po' di "Shades and Lights"...
“Shades and Lights”…sembra facile parlarne. Dal mio punto di vista che è quello di chi ha scritto tutti testi, che ha pensato all’immagine della copertina e che in un certo modo ha “indirizzato” i lavori del cd, penso che sia una parte di me. Questo cd è come un percorso nell’interiorità umana. In pratica, anche per la struttura che ha, è come un contest album in cui vengono affrontati diversi stati mentali sia di degenerazione che di slanci di profonda consapevolezza e positività. Potrei sintetizzare dicendo che in un certo senso tutto parla della presenza e assenza dell’amore, perché credo che dalla sua presenza o assenza scaturiscano poi tutte le varie situazioni della propria vita interiore ed esteriore…rabbia, estasi, disperazione, gioia…
Non vi siete fatti mancare niente: prima lo Zenith e poi i Finnvox!
Si… abbiamo deciso di voler collaborare con le migliori realtà che potevamo permetterci. Frank è stato molto disponibile nei nostri confronti e il nostro primo cd/demo gli era piaciuto molto per cui è stato facile poi lavorare bene con lui. Lavorare con il Finnvox è stato ottimo, Mika Jussila con cui abbiamo fatto il mastering è stato molto gentile e ha lavorato molto bene (non scordiamoci che è stato lo stesso che ha lavorato per i Children of Bodom, Him, Nightwish, Apocalyptica e tanti altri altri…!). Poi vorrei anche ricordare la gentilezza e la professionalità di Christophe Szpajdel che ci ha disegnato il logo a mano sotto nostre direttive. Per quasi due mesi l’ho stressato chiedendogli modifiche e spiegandogli cosa pensavo e cosa volevo e lui è stato semplicemente fantastico!
Nel CD - perlomeno nella mia copia – purtroppo non erano inclusi i testi, sbaglio nel pensare che si tratti di un concept album?
Lo so…purtroppo è stata una scelta dura da prendere ma inevitabile visto il budget limitato dettato dall’autoproduzione. I testi tra l’altro sono importantissimi per capire il motivo di praticamente tutte le scelte musicali che si sentono. Ogni cambio di tempo, di atmosfera, di cantato melodico o aggressivo sono sempre strettamente collegati al senso di ciò che viene detto.
Il cd in ultima analisi è un contest album, non di quelli proprio “stretti”, ma è assolutamente un contest album…tutto scorre fra la linea della razionalità e dell’irrazionalità, fra il brutale e il dolcissimo, fra l’inconscio e il conscio, fra le ombre e le luci appunto. Tutto l’album è come un percorso nell’interiorità umana dove poi l’ultimo brano (escludendo l’outro) “Shades and Lights” ne racchiude il senso generale...come se fosse la meditazione di un uomo riguardo a tutte le vicende che gli sono state presentate e raccontate nelle tracce precedenti…tra l’altro abbiamo anche strutturato alcuni dei nostri concerti come fosse tutto un racconto di un fluttuante viaggio nelle cavità dell’interiorità. Non facciamo tutti i concerti così ma alcuni si, grazie anche alla collaborazione di Sara Zarrinchang, un’attrice/cantante/artista ma soprattutto una cara amica che si presta a fare da narratrice durante il concerto con dei sottofondi miei con la chitarra classica o di Stefano al pianoforte…quando lo abbiamo fatto il pubblico ne è rimasto molto colpito e abbiamo avuto ottimi riscontri…
C'è qualche legame tra l'immagine di copertina e le tematiche toccate dell'album?
Assolutamente si! Quell’immagine rappresenta l’Uomo in generale che ha nelle sue mani i due diversi ed estremi colori della sua interiorità: il nero e il bianco. In mezzo appunto c’è l’Uomo che li tiene e li sintetizza dentro di lui, mescolandoli e spesso non rendendone più chiari i confini, creando così tanti altri colori. È come se la vera distinzione del “bene” e del “male” fosse qualcosa di esterno all’uomo, un concetto più filosofico astratto che parte della realtà umana.
In generale poi tutte le tematiche dell’album riguardano questo “dondolamento” fra opposte sensazioni e riguardano la ricerca di sé stessi in tutte le diverse sfumature di colori ed emozioni…
Sono curioso di sapere da dove nasce la scelta – o necessità che sia - di inserire vari passaggi cantati in italiano!
È una bella domanda e non è nemmeno così facile rispondere…forse la prima volta che mi venne in mente fu quando iniziai a studiare in conservatorio storia della musica leggendo che nell’epoca di Mozart, per esempio, l’italiano era considerato negli ambienti “colti” la vera e unica lingua adatta per essere cantata. Poi paradossalmente l’idea di voler inserire l’italiano nella nostra musica è cresciuta molto dopo aver studiato le origini dell’opera tedesca, soprattutto approfondendo il lavoro di compositori come Carl Maria von Weber, Hinrich Marshner e su tutti poi ovviamente Richard Wagner. Soprattutto i primi due (e altri della loro epoca che è inutile citare ora..) dopo anni di dominio incontrastato di un opera “all’italiana” cantata in italiano (dove ovviamente nessuno capiva i testi cantati) e nel contesto di una Germania “in costruzione”, volevano dare un contributo alla propria lingua, alla propria cultura e alla propria nazione dando vita ad un’ “opera tedesca” partendo ovviamente dal fatto di cantare in tedesco e non più in italiano. Grazie a questo pensiero riuscirono infatti a creare un mondo loro ed eccezionale.
Certo io con i Nefesh non mi paragono a questi giganti ma se la domanda era “dove nasce la scelta o necessità di inserire l’italiano” la risposta più vicina alla realtà forse è proprio questa. In un mondo, quello del metal, generalmente dominato in maniera incontrastata dall’inglese/americano potrebbe essere interessante provare ad inserire l’italiano…alcuni dicono che l’inglese sia la lingua più adatta ad essere cantata nel metal ma secondo me, come non era vero che l’italiano era l’unica e migliore lingua per essere cantata nell’opera, oggi non è vero che l’inglese sia la lingua migliore e più adatta per cantare il metal. Certo bisogna scegliere molto attentamente le parole, ma credo che si possa fare con risultati più che dignitosi.
Una soluzione, questa, che vi ha portato più consensi o più critiche?
Per ora devo dire molti più consensi! E ne se siamo ovviamente molto contenti…continueremo su questa strada…
Già... la mia recensione giunge solo ora, a qualche mese di distanza dell'uscita dell'album, nel frattempo quali sono stati i riscontri da parte della scena Metal?
Ottimi direi. Metal Maniac ci ha dedicato una lunga intervista sullo spazio “metallo italiano” all’interno della sua rivista e poi ci ha scritto una bellissima recensione. Un’etichetta di Los Angeles ha voluto il nostro singolo “Every Time” nella sua compilation distribuita e venduta in alcuni degli stati uniti e nel circuito dei college americani, il sito Metal Temple in una meravigliosa recensione ha addirittura scritto, cito testualmente “NEFESH wrote exemplary material that would put them as one of the respected Progressive Metal acts of the decade.”, poi siamo stati mandati in radio in diversi posti in Europa e stiamo facendo ottime interviste, come questa, anche grazie alla Necroagency. Saremo anche in edicola a febbraio su Rock Hard con intervista, recensione e un nostro brano sul loro cd/compilation!
Non dimenticherei di sottolineare anche che avete presentato e festeggiato l'album con un concerto in Inghilterra, come sono andate le cose?
Si, a Londra. Diciamo che è stato un bellissimo modo per lanciare il nostro nuovo cd “Shades and Lights” in un evento che rientra in un progetto più ampio chiamato “Gig and Come back” organizzato ed ideato dal production manager Emanuele Giovagnoli che vive a Londra da diversi anni. E’ stata un’esperienza sicuramente da ripetere e particolarmente stimolante anche per la presenza delle telecamere SKY, i ragazzi del programma “Music Show” (David Romano, Jonathan Strappa e Nicola Brignoccolo) ci hanno ripreso in concerto e ci hanno fatto interviste prima e dopo seguendoci durante il soggiorno londinese. Il tutto poi è andato in onda su Canale Sky 879 e Canale 79 Digitale terrestre Tivusat. E a volte viene mandato ancora su tv centro marche!
Avete la possibilità di suonare con continuità dal vivo? I vostri prossimi impegni sul fronte live?
Il suonare con continuità dal vivo credo che sia un problema un po’ di tutti i gruppi che cercano di emergere facendo musica propria, però devo dire che in questo ultimo periodo parecchie cose si stanno muovendo per il verso giusto, suoneremo in diversi locali delle Marche, a Rimini, probabilmente a Genova e siamo stati confermati al “Worlds end music festival 2012” in Austria per quest’estate e altre novità stanno per arrivare.
Presto troverete tutte le date e i posti dove suoneremo sul nostro sito www.nefesh.eu (attualmente in costruzione) e sul social network reverbnation: www.reverbnation.com/nefesh
Al di la delle mie palesi difficoltà nell'inserirvi in un uno dei tanti "generi" musicali in cui si è frammentato l'universo Metal, come descriveresti la vostra musica?
… e come NON la definiresti?
…non so…come ho detto in altre interviste non è un mio/nostro “problema” definire la nostra musica…è semplicemente la nostra musica, la musica dei Nefesh.
Progressive? Death melodico? Esistenziale? New hardcore? Credo che l’importante sia essere sinceri e veri nella propria musica e di certo lo siamo stati…poi tutto il resto lo lasciamo a chi ci ascolta…su Metal Maniac hanno scritto che abbiamo dato vita ad un nostro “personale progressive” e tutto sommato come definizione mi piace perché in realtà non definisce! :)
Verso quali sentieri pensate di condurla in futuro?
Abbiamo già iniziato a lavorare sul nostro prossimo full length. Sarà un lavoro lungo e davvero molto complesso perché vorremmo dare vita ad un contest album molto più strutturato di quest’ultimo con influenze e atmosfere ancora più estreme e marcate e un filo conduttore che coinvolga testi, scelta delle tonalità di tutto l’album, tematiche, ritmiche…
In più ci sarà l’italiano, come già accennavo prima, e ci saranno anche altre interessantissime novità…vi terremo aggiornati!
Cosa non troveremo MAI in un lavoro dei Nefesh e cosa non mancherete MAI di sottoporre all'attenzione degli ascoltatori?
Difficile dirlo…anzi, non lo dico! Sinceramente ciò che vogliamo fare è rimanere aperti e appunto lontani da “prese di posizione a priori” sul cosa vogliamo fare o meno. Certo non credo proprio che i Nefesh si metteranno a scrivere musica house da discoteca…ma vorremmo davvero cercare di seguire i nostri impulsi e ispirazioni senza pensare a cosa possono e non posso fare i Nefesh… Probabilmente in futuro seguiremo sia la strada d’introdurre strumenti classici che quella di inserire l’elettronica, ma vedremo…
Vi ringrazio... concludete pure l'intervista come preferite!
Per concludere vorrei ovviamente e calorosamente ringraziare te per l’intervista e l’intera webzine per l’impegno verso i gruppi underground. Vorrei anche lasciare ai lettori gli indirizzi dei nostri social network per seguirci, indicando anche come poter comprare il nostro cd…chi infatti vorrà sostenerci comprando “SHADES AND LIGHTS” potrà farlo principalmente tramite questi canali (non menzionando la vendita digitale online su napster, itunes, amazon in cui ovviamente siamo già…):
- contattandoci direttamente qui info@nefesh.eu (soli 10 euro più spese di spedizione di 2 euro!!!), cosa che ovviamente preferiamo: dai creatori ai compratori senza passaggi intermedi ;D
- dal negozio di cd metal “Troppo buio” di Cesena, sia andando personalmente che facendovelo inviare a casa: http://www.troppobuio.it/
- o comprando i brani online tramite questo link dal nostro sito su Reverbnation: http://www.reverbnation.com/

I nostri contatti e siti qui sotto:
- info@nefesh.eu (email ufficiale del gruppo)
- www.nefesh.eu
- www.reverbnation.com/nefesh
- www.myspace.com/nfsh
- www.facebook.com/nefeshband
- www.soundcloud.com/nefesh
- www.twitter.com/nefeshband
- www.wiple.it/nefesh
- www.youtube.com/user/LyukeMelchisedek

Un abbraccio forte a tutti da me e dai Nefesh!!
Intervista a cura di Sergio 'Ermo' Rapetti

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